Re: La tigre di carta

Inviato da  Nero il 26/12/2005 12:17:49
Il concetto di guerra preventiva è qualcosa di abominevole, soprattutto in paesi di cultura occidentale.
Stupisce l'accondiscendenza con cui gli Stati, liberali e democratici, abbiano fatto passare in cavalleria la creazione di questo monstrum giuridico-politico.
Capiamoci: la guerra è stata fatta e si può certo fare preventivamente, creando l'opportuno casus belli, ma giungere a teorizzarla...non si azzardarono neppure i vituperati Hitler e Stalin, per gettare due nomi.

Ora, da giorni circola la notizia (velina?) garantita però dai servizi israeliani (per Bacco!), che le atomiche iraniane potrebbero essere ricoverate in Siria, per sfuggire a futuri e approfonditi controlli.

Potendo contare con un'informazione così incontrovertibile, (perché sappiamo che, oggi, i servizi israeliani divulgano notizie non solo vere, ma divinamente ispirate, tanto che i rabbini stanno pensando di utilizzarle per aggiungere un altro libro canonico all'Antico Testamento) mi pare ci siano tutte le premesse per una nuova guerra preventiva.

La situazione è teoricamente grave.
La diplomazia non esiste più.

Queste circostanze inducono ad alcune riflessioni.
Gli Stati storicamente (quando ne hanno l'opportunità) spesso attuano la loro politica con la forza delle armi, prima che con il diritto o la diplomazia o quant'altro viene spacciato a tutti i livelli della disinformazione.
La storia lo insegna, ora lo ribadisce anche la cronaca.
Venuta meno la contrapposizione con l'URSS, oggi gli USA sono, di gran lunga, lo Stato militarmente più potente del globo. Le conseguenze si sono subito notate: Nicaragua, Golfo, Serbia, Afghanistan e Iraq.

Gli USA sono consapevoli di essere i più potenti oggi, ma non possono sapere sino a quando lo rimarranno.
Cercano, quindi, di sfruttare il momento a loro favorevole. Ma per realizzare cosa?

Ho letto in molti post la tesi che associa le azioni americane alla logica del profitto. Preconcetti marxisti che rischiano di confondere, in quanto semplicistici e riduttivi, (a volte al limite del ridicolo) la natura di ciò che stanno realizzando (o vorrebbero realizzare) gli USA.
Intendiamoci, il denaro c'entra sempre, soprattutto in una nazione mercantilistica come quella americana, ma non può esser indicato dogmaticamente come "la causa".
Penso che il loro piano sia più ambizioso e che miri al POTERE, attraverso il controllo diretto o mediato degli Stati mediorientali. Potere che si esplicherebbe sia attraverso la loro presenza in quei territori nevralgici (per Europa, Russia e Cina) sia economicamente, con il controllo delle fonti energetiche.
Il sistema democratico che esportano non è altro che il mezzo per esercitare un controllo mediato su quei territori.

La zona mediorientale, attaccata oggi dagli USA, era per loro off limits ai tempi dell'URSS, perché ricadeva tra le sue zone cuscinetto. Oggi la Russia è troppo debole per intervenire ed è costretta a far buon viso a cattiva sorte, accontentandosi di "sistemare" la Cecenia. La Cina non ha ancora raggiunto un livello di potere che le permetta di sviluppare una politica estera realmente antagonista. E l'Europa? E' divisa, impotente e, soprattutto, non ha idee chiare.

Sembra che gli USA vogliano piazzare il colpo per poter mettere in scacco tutti i probabili avversari, attuali e futuri , Europa compresa.
Se riusciranno, ritengo che molti politici dovranno recarsi da loro, ancora una volta, col cappello in mano.

Valete






Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=53&topic_id=145&post_id=4710