Possibile un colpo di stato militare negli Stati Uniti d'America

Inviato da  Paxtibi il 17/4/2006 14:01:42
Possibile un colpo di stato militare negli Stati Uniti d'America
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di Anwaar Hussain


Sulle possibilità di un colpo di stato militare negli Stati Uniti, lo storico Andrew Jonas ha detto:

"Contemplare un coup d'etat negli Stati Uniti potrebbe sembrare troppo fantascientifico, non soltanto perché pochi realmente accetterebbero l'idea, ma anche perché la massa della gente è fortemente attaccata al presente sistema politico e si solleverebbe in difesa di un capo politico seppur sgradito. L'ambiente più ospitale per un colpo di stato è quello in cui l'apatia politica è prevalente come stile dominante.”

La domanda da chiedere è se "l'apatia politica" è oggi "prevalente come stile dominante" negli attuali Stati Uniti oppure no.

Con l'infinita "guerra al terrore" risultante in una pesante alterazione della costituzione americana tramite l'attuale amministrazione, e la conseguente assegnazione di poteri virtualmente illimitati al presidente degli Stati Uniti per tutta la durata della guerra senza fine, è stato creato un vero "Enigma Costituzionale".

Ironicamente, questa auto-assegnazione di poteri illimitati a sua volta si è manifestata in un inverso vuoto di potere generato al livello decisionale che ora sta diventando sempre più visibile ogni giorno che passa. Malgrado il fatto che la nazione americana sembri capire più di qualunque altra nazione che le forze armate esistono per sostenere e difendere il governo e non per essere il governo, messa tuttavia di fronte ad un problema nazionale insolubile da una parte, ed avendo militari efficienti e capaci dall'altra, è fin troppo attraente il cominciare a vedere i militari come soluzione rimunerativa o come i "salvatori della patria" alla maniera di certe repubbliche delle banane in cui i militari effettivamente fanno il bello ed il cattivo tempo.

I germogli dell'oltraggio ci sono già tutti. L'economia devastata dalla guerra è da buttare, i decessi americani in Iraq stanno aumentando mentre l'Iraq stesso è alle prese con una guerra civile, la corruzione ad alto livello è sfrenata, l'ambiente è problematico, al delicato argomento dell'immigrazione è stato dato un pungolo inutile con conseguenti massicce proteste e scandali politici stanno esplodendo su base quasi quotidiana a Washington. Oltre a tutto questo, malgrado un dissenso nazionale ed internazionale, l'attuale amministrazione americana sembra scivolare lentamente ma inesorabilmente verso un'altra guerra ancora – questa volta con l'Iran.

Che gli americani si sentano frustrati dalla democrazia e scoraggiati dall'inabilità apparente del loro governo eletto a superare il confuso impasse della nazione, quindi, è una risposta naturale. Incapaci di provocare un cambiamento essi stessi, potrebbero quindi cercare qualcuno o qualcosa che sia in grado di produrre soluzioni realizzabili. Nonostante il suo abuso da parte della leadership civile, l'unica istituzione del governo in cui gli Americani continuano a mantenere la loro fede sono le loro forze armate.

Fin dagli avvertimenti di Washington circa i pericoli di un grande apparato militare nel suo discorso d'addio, gli Americani hanno generalmente considerato le loro forze armate con una miscela attenta di timore e rispetto. Per oltre due secoli l'ammirazione è stata ricompensata, e la maggior parte degli Americani sono arrivati a considerare l'idea stessa di un golpe militare oltraggiosa. Per essere chiari, ci sono sempre stati eccentrici teorici della cospirazione che hanno visto la mano del Pentagono nell'assassinio del presidente Kennedy, nella rovina del presidente Nixon ed altri simili eventi, tuttavia non molti Americani potrebbero pensare che un colpo di stato militare nell'America di oggi è una possibilità tangibile.

Questa realtà potrebbe lentamente – ma certamente – cambiare. Secondo un articolo molto recente del Guardian, per esempio, il governo degli Stati Uniti è di fronte ad una sempre più intensa spaccatura fra la direzione civile e quella militare sulla guerra in Iraq dopo che un quarto generale ritirato ha richiesto le dimissioni del ministro della difesa, Donald Rumsfeld. Quest'ultimo è il Generale Maggiore Charles Swannack, pensionato, che ha comandato l'ottantaduesima divisione aerotrasportata in Iraq. Gli altri tre erano il Lt. Gen. Gregory Newbold, l'ex direttore delle operazioni per il Gruppo Direttivo Unificato, il Gen. Mag. Paul Eaton, che ha seguito l'addestramento delle truppe irachene fino al 2004 ed il Generale ritirato dei Marines Anthony Zinni, l'ex Capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti.

La ferocia senza pari degli attacchi e delle richieste ripetute degli ufficiali di servizio che hanno reso pubblico il loro dissenso sta cominciando a causare la preoccupazione fra gli analisti militari. "Se questo si allarga, avremo sempre più ufficiali che protestano e che accusano Rumsfeld e le autorità civili, possibilmente dirigendosi verso una crisi civile-militare ragionevolmente pericolosa," ipotizza Andrew Bacevich, storico militare all'università di Boston.

Richard Gabriel ha correttamente osservato nel suo libro "To Serve with Honor" che, quando si mette in discussione il dissenso, la lealtà, ed i limiti degli obblighi militari, il problema centrale è che i militari rappresentano una minaccia all'ordine civile non perché usurperanno l'autorità, ma perché non rivelano nulla sulle decisioni politiche cruciali. Il soldato non riesce a vivere fino in fondo il suo giuramento di servire il paese se non parla quando vede il suoi superiori civili o militari eseguire politiche che sente essere sbagliate. "Se Gabriel aveva ragione quando ha descritto le responsabilità della direzione militare di fronte alla direzione civile, potrebbe aver mancato il bersaglio quando ha scartato il potenziale di minaccia per l'ordine civile dei militari.

Gli sforzi per modellare un ruolo per i militari negli affari civili dell'America possono essere fatti risalire fino alla gestione di Carter. Secondo il due volte vincitore del premio Pulitzer Knut Royce in una serie di articoli per il San Francisco Examiner del luglio 1983, una direttiva presidenziale era stata preparata da alcuni membri dell'amministrazione Carter nel 1979 " per permettere ai militari di prendere il controllo del governo per 90 giorni in caso di emergenza. "Un requisito a pagina uno della suddetta direttiva recita: "mantenere il governo funzionante dopo una guerra nucleare è un progetto segreto e costoso che per i detrattori compromette le tradizioni degli Stati Uniti e salva i pochi privilegiati." Ci fu un acceso dibattito, Royce notò, all'interno dell'amministrazione Carter riguardo a ciò che avrebbe costituito "un'emergenza."

Ancora, durante l'affare Iran-Contra è emerso che alcuni alti funzionari del governo degli Stati Uniti stavano progettando un possibile colpo di stato militare/civile. Il Miami Herald il 5 luglio 1987 pubblicò la storia. L'articolo, di Alfonzo Chardy, rivelava la partecipazione di Oliver North ai piani che avrebbero permesso alla Federal Emergency Management Agency di assumere il comando dei governi federale, statali e locali durante un'emergenza nazionale non meglio definita.

Con l'infinita "guerra al terrore" che continua, l'incessante litania dei "nemici tutt'intorno" e l'inevitabile militarizzazione della società americana, le forze armate hanno ormai infiltrato molte funzioni vitali della società americana. C'è ora un'intera generazione di giovani americani che sono cresciuti abituati alla vista del personale militare che circola impettito per le loro vie e le loro città universitarie. Le uniformi militari non attirano più gli sguardi. Ancora, con l'importanza sempre crescente attribuita ad agenzie come la Homeland Security e FEMA, i militari sono posizionati in migliaia di comunità nel modo migliore per sostenere il presunto golpe.

In questi tempi perfidi, stanno aumentando le indicazioni che la tradizionale forte resistenza degli Americani ad ogni interferenza militare negli affari civili possa svanire. Potrebbe essere non molto lontano il momento in cui cominciano a ripensare all'attrazione ed alla necessità di quella resistenza. Effettivamente, molti possono già confrontare principi e la competenza dei militari con la falsità e l'inutilità dei loro rappresentanti eletti, e giudicare i primi più competenti.

Anche il disagio del pubblico americano sta ora aumentando in proporzione diretta con le esternazioni degli alti gradi militari. I termini "impeachment", "censura", "rimozione dal potere" ecc. sono ormai entrati a far parte del lessico comune non soltanto nei media più estremi. Non è mai successo che la minaccia del disordine provocata da un esecutivo sempre più isolato sia precipitata in tal modo di giorno in giorno. Inutile dire che l'inetta amministrazione civile, su tutto lo spettro politico americano, rende terribilmente necessaria una guida forte in questi tempi agitati.

Con l'attuale amministrazione degli Stati Uniti che ottiene dal pubblico americano il livello di approvazione del suo lavoro storicamente più basso; il paese ora soffre di un profondo pessimismo riguardo ai politici ed al governo dopo anni di false promesse ed autentiche bugie. I politici di governo e le loro proposte sembrano marci e ripetitivi. Con l'apparizione dei rapporti sui brogli nelle ultime elezioni, gli elettori americani ora sembrano anche aver perso la speranza di trovare delle risposte attraverso la scheda elettorale. Anche un'occhiata rapida ai media alternativi indica che un numero crescente di Americani è arrivato a capire che la funzione principale del loro governo è di inventare una minaccia alla sicurezza ed girare quindi il lavoro ai militari. Se è così, alcuni potrebbero argomentare, perchè non rimuovere gli intermediari corrotti e non affidare il compito direttamente ai militari.

"L'ambiente apatico" che Janos ha caratterizzato come precursore di un golpe sembra essersi realizzato in America.

L'America, signore e signori, è entrata in una fase pericolosa.

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On the Possibility of a Military Coup in the United States of America

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