Re: Dell'amore.

Inviato da  nessuno il 2/8/2006 19:31:34
Analogica senza fondo scala.

Sarà zucchero e miele. Sia pure altro. So quel che non è. Non ho altre misure. Non lo voglio definire, ingabbiare. Ma cosa c'è di male nei baci perugina? Sappiamo bene che non tutto, non sempre, risponde con quel linguaggio. Sappiamo bene anche quanto perdiamo a non parlarlo, quel linguaggio.

Non credo sia solamente condizionamento. Penso che l'amore sia una possibilità radicata, profondamente, dentro quasi tutti gli esseri umani (sì, ce ne possono essere che ne sono privi, ma credo siano pochi).
Ma che c'è di male nel pensare l'altro, o l'altra? Che c'è di sbagliato nell'essere felici al solo pensiero di lui, o di lei, al suono della voce, al profumo del corpo?
Perché rubricarli sotto l'ennesima etichetta: "romanticismo"? Come se potessimo ingabbiare le sensazioni del corpo sotto la forma astrusa delle parole. Come se potessimo scambiare il "sentire" con il "pensare".
So bene, fin troppo, che "realismo oblige", ormai. Nè cuori, né passioni. Solo calcolo freddo e concatenato. Questo si richiede per sopravvivere. Vivere è un'altra faccenda.

Buona vita

Guglielmo

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