Re: Dell'amore.

Inviato da  Krya il 16/3/2006 12:19:35
Difficile declinare la parola “amore”, ci stà tutto, forse anche troppo, talmente tanto, che è facile sbagliare sia in un senso che nell’altro.

Personalmente non riesco a parlare di amore in modo chiaro ed esaustivo, sia perché scrivere descrittivamente è il mezzo peggiore per farsi capire, abbiamo tutti diversità di linguaggio che portano spesso fuori strada, sia perché è cosa, che implica un susseguirsi di azioni che sono liquide, fluide, variano sempre di velocità e sincronia, cambiano strada continuamente, amplificano sensazioni piccole od anestetizzano situazioni che non vorremmo vivere, sono in un modo alle otto di mattina e diverse alle undici di sera.

E' cosa che rompe gabbie e serrature, morali e schemi, sensi di colpa e deliri di onnipotenza, più semplicemente è cosa che deve far smettere di avere paura, accettare di essere giudicati in quanto giudizio positivo e dà estrema dignità al ‘ “soggetto” che diventa motore di questo sentire privato.

Dobbiamo scindere i vari “amori”, figli, donne/uomini, genitori, musica, politica, lavoro, e quant’altro. dare scale di valori non sempre rapportabili se non razionalmente, e qui siamo nel dramma, accettare in blocco le molteplicità e le distonie delle persone che amiamo sia le parti interne che quelle esterne, le luci e le ombre, il naso come il braccio, l’io serio e l’io bambino, sicuramente, quando qualcuno diventa con me “somma” credo di poter dire che sono vicino all’amore.

Non avrete capito un tubo, ma è più facile parlare di voto/non voto.

Riccardo

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