Re: Stupro:l'ultimo obbrobrio

Inviato da  nessuno il 24/2/2006 1:11:44
Carissimo lupetto.

Per quanto non sia un giurista, non mi sottraggo all'idea di "sporcarmi le mani". Magari qualche pezzo del motore sarà sistemato male. Ma preferisco rischiare che stare a guardare. Qualcuno più esperto di me si troverà tranquillamente per correggere (ci riuscì un Papa, figuriamoci un nessuno come me).

A mio parere, tu stai "difendendo" coloro che hanno emesso questa sentenza utilizzando una serie di argomentazioni che mi sembtrano di questo tono: "Siccome i giudici devono solo applicare la legge, e siccome la legge e il diritto sostengono A,B e C, allora i giudici non hanno sbagliato nell'emettere quella sentenza". Che il risultato del loro lavoro piaccia o meno, appartiene ad un ordine del discorso differente, "Antigonico", che non va confuso conil "diritto".

Ma questo è un argomento che non mi suona corretto. Corro qualche rschio, ma te la metto così come mi suona: quando, di fronte al tribunale di Norimberga, venne chiesto a molti capi del regime nazista perché avessero fatto quel che avevano fatto, essi si richiamarono all'obbedienza nei confronti della legge. E vennero condannati ugualmente, pur se alla legge avevano effettibamente obbedito.
Sicuramente conoscerai le notazioni di Hannah Arendt in merito alla differenza tra diritto e giustizia (eventualmente puoi dare un'occhiata a "Critica del giudizio politico", Il Nuovo Melangolo, 2005 e a H. Arendt, "Responsabilità e Giudizio", a cura di Jerome Kohn, tr.it. di D.Tarizzo, Torino, Biblioteca Einaudi, 2004).
Inoltre, credo non si possano trascurare le osservazioni di R. Esposito ("R. Esposito, Immunitas. Protezione e negazione della vita, Einaudi, Torino, 2002) sul legame tra diritto e potere e sulla derivazione del diritto dalla forza e non dalla giustizia.

Queste osservazioni per dire che, probabilmente, ci poniamo su versanti interpretativi opposti. Tu scegli di accettare di stare "dentro" il linguaggio e l'apparato concettuale del "diritto", anche contro la "giustizia". Florizel mi pare di no. E, per una volta, sono d'accordo con lei. Preferisco sbagliare da solo nella giustizia che avere ragione con altri secondo il diritto. Ma è una scelta mia.

Ci sono casi nei quali conta il giudizio e la facoltà di giudiziio. Una facoltà propria degli esseri umani. Di tutti gli esseri umani, compresi i non addetti ai lavori. I quali sanno bene che esistono le leggi, ma sanno altrettanto bene ce esse sono fatte per servire iol potere, non la giustizia.

Buona vita (utopica, ma spero felice)

Guglielmo

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