Re: LA DROGA

Inviato da  mc il 9/10/2014 12:48:47
Citazione:
... e farmi del male è un mio Diritto ----> COSMICO.

Il presupposto su cui tutti dovrebbero convenire e' che nessun divieto puo' minare la liberta' di scelta dell'individuo, pressoche' su tutto (con le dovute eccezioni del danno ad altri).
L'approccio della societa' e' sicuramente inappropriato rispetto al tema droghe.

I riflessi di questo approccio sociale si vedon chiaramente in alcuni interventi.
L'accezione negativa e', persino, nella tua riproposizione del tema del thread ("...e farmi del male ... e' mio diritto", prefigurando, difatti, la culminazione nel danno dall'uso stupefacente)... che, non so se fosse intima intenzione o se fosse ammiccante nei confronti di chi polemizza sulle peculiarita' dell'atto, sta a te, definirlo meglio.

Socialmente v'e' una ragione per cui si intraprende una tale scelta legislativa e repressiva, e, per me questa cosa e' chiara e limpida nella mia mente, non e' la stessa che individualmente viene portata avanti.
Se nel progetto sociale la droga e' "vietata" perche' fa (... preferisco "potrebbe far") male, di certo non lo e', vietata, per questo motivo. O meglio lo e' in un certo senso:
Se puo' far male andrebbe regolamentata, controllata, certificata, e, in parallelo a questo, studiata, conosciuta, spiegata, e di conseguenza imparata per essere usata nel modo piu' benefico possibile (ma anche no, dando per scontato, anche senza bisogno di leggi a vietarmelo, che morirci non sarebbe poi la migliore delle prospettive... ma sospendo il "giudizio" su questo perche' non rientrerebbe nelle mie corde decidere in vece di altri). Questo perche', eticamente, non vietarla significherebbe lasciare liberta' di usarla. A questo punto scatta l'uso di un incoerente dovere istituzionale di "protezione" (che col fumo e l'alcool e il gioco d'azzardo e la pronografia... etc... non viene impiegato) per dimostrare di non essere complici di quella pratica che potrebbe essere pericolosa, anche se pericolosa come motissime altre sostanze approvate, e sul quale punta tutto il messaggio repressivo.
Efficace, viste alcune risposte calibrate su questo e non su posizioni logiche o solo razionalmente condivisibili.

Naturalmente, l'approccio e' soggettivo ed e' individuale la scelta (e quindi imprescindibile dal singolo) ma i divieti arrivano sulla scia di queste reazioni superficiali al riguardo.

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Se l'arsenico, il veleno di serpenti, le sostanze chemioterapiche, sulle quali nessuno ha dubbi riguardo la tossicita', possono essere introdotte misuratamente a scopo terapeutico (o addirittura professionale e di studio) si capisce benissimo quanto (non) si possa ritenere valido l'assunto del "divieto perche' venefica".

Anche la varechina fa male ma non esiste un divieto per comprarla e maneggiarla perche' esiste una cultura sociale che ne "suggerisce" il non ingerimento o ne "sconsiglia" l'utilizzo per gli sciacqui-gargarismi.
Qualche incidente c'e', indubbiamente, eppure non sembra sufficiente al divieto.

Per me, questo e' abbastanza per inquadrare il discorso "fa male"...
E tutto cio', di conseguenza, modifica l'approccio al riguardo.

Perche' non creare un cultura che suggerisce e approfondisce?
Perche' non declinare alla scelta individuale la possibilita' di decidere quali benefici potrei trarci (con la liberta' di scegliere i limiti da non superare per me stesso)?

Questo apre alle speculazioni.. non il fatto che possa far male... Che, se non lo si fosse notato, e' equivalente, in maniera relativa, al fatto che possa anche far bene ... o addirittura niente, ne' bene, ne' male.....es.: l'alcool fa male, ma una birra al mese di sicuro no!).

L'uso e la circolazione di sostanze pericolose, indubbiamente pericolose, si limiterebbero da sole se fossero riconosciute come tali dai consumatori. Allora perche' non creare un cultura che suggerisce e approfondisce e che non si limita solo a vietare?
Gli interessi.
Ok, ma solo quello ... la "pericolosita' intrinseca e il terrorismo che ne deriva" e' parte dell'inganno che persegue l'interesse economico.

Mi stupisco sempre dell'elasticita' mentale che alcuni dimostrano nel riconoscimento e nella denuncia puntuale dei soprusi macrosociali attuati tramite inganno, ma se ne lasciano sfuggire di altri veramente, veramente palesi. Mi pare che affrontino la cosa in maniera del tutto superficiale....
E allora vai con la fiera del "hippy vegetale decerebrato" o "della fuga dalla realta'", che e' una realta' di merda per 364 giorni all'anno, ma e' stupendamente vivibile per quel giorno in cui si parla di droghe ("usate per rifuggirla" ... ahahahah...)...


In quel giorno, LO STRESS, provocato dalla societa' e insostenibile negli altri 364, quando si parla, chesso', di religione utilizzata per rifuggire da quella stessa realta' merdosa, non esiste e quindi le droghe non sono necessarie...

Vorrei sapere la propaganda, tanto, tanto (TROPPO a volte) tirata in ballo per qualsiasi cosa, cosa dice al riguardo?
Dice che le droghe fanno male o sbaglio?

Dettagli:
Oggi e' uno di quei famosi giorni...

mc

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