Re: Autismo. Uno sguardo diverso

Inviato da  Gaia il 13/2/2006 10:36:38
Hoinserito, pochi minuti fa un commento, ma non lo trovo più: ancora faccio fatica a capire come funziona Lo inserisco qui.

Scusatemi... non ho potuto connettermi in queste ultime ore.
Grazie, non pensavo che questo mio piccolo sfogo potesse trovare tanta accoglienza.
Non smetteremo mai di meravigliarci davanti ai piccoli miracoli che, se si guarda bene, la vita è capace di regalarci.
Rispondo a chi ha sottolineato una cosa vera della mia vita e che mi è tanto costato ammettere e vivere: la mia totale impreparazione al "mondo", quello vero - o falso? - che mi aspettava. Sono stata lo scrupolo più grande dei miei meravigliosi genitori: hanno sempre pensato, nonostante tutto, che io fossi - con le mie scelte e la mia ipersensibilità - il prezzo della loro utopia. Eppure, e lo dico con la sicurezza che mi viene dall'amore, se avessi avuto dei figli, non avrei esitato a dar loro la meravigliosa possibilità che è stata data a me.

Ci sono tante persone che, con cognizione di causa, mettono mente e cuore, forza e intelligenza al servizio dei bambini autistici... con risultati meravigliosi, quindi dico a tutti quei genitori che si trovano a vivere il dramma di un figlio considerato "fuori dal mondo", di lottare sempre, di non arrendersi mai, di lavorare per vedere nel proprio bambino quella luce meravigliosa che altri occhi non sanno vedere.
Ogni volta che mi hanno chiesto una "mia" definizione di autismo, ho sempre riportato quella che ha dato una volta un ragazzo autistico con sindrome di Asperger: "è come quando ti trovi in mezzo ad un gioco, ma tu non conosci le regole di questo gioco. Gli altri ti chiedono di partecipare, di fare qualcosa, ma tu non sai che cosa devi fare. Ti parlano e tu non capisci a che si riferiscono, ti urlano, ti strattonano, ti chiedono di correre... ma tu non conosci il gioco: così è per me il vostro mondo".
La bellezza di chi invece accosta con amore questi bambini è la capacità di saper immaginare un mondo dove esistono altri parametri e altre regole... fatte di silenzio, di tenerezza, di pazienza, di amore... tante cose, troppe cose per il "nostro" mondo?

Vi lascio uno scritto che, pur non condividendo in pieno, penso possa aiutare a capire.

SONO AFFETTO DA AUTISMO, ECCO CHE COSA CHE MI PIACEREBBE DIRTI

Estratto della relazione del professor Angel Rivière, Ginevra, 21 novembre 1996.
Angel Rivière è professore di psicologia evolutiva presso l’Università Autonoma di Madrid.

1) Aiutami a capire, organizza per me un mondo strutturato e prevedibile
2) Non mi parlare troppo, nè troppo velocemente. Usa segnali chiari e semplici
3) Evita gli ambienti disordinati, rumorosi e iperstimolanti.
4) Imponimi dei limiti: ho bisogno di una guida chiara, comprensibile, strutturata, non dell’anarchia.
5) Non fare troppo affidamento sulle mie apparenti abilità : le mie capacità devono essere valutate oggettivamente.
6) Dammi strumenti alternativi di comunicazione (gesti, pittogrammi, segni...).
7) Sii capace di condividere un piacere con me: ci sono molte più cose che ci possono unire che non dividere.
8) Mostrami il senso di quello che mi chiedi di fare.
9) Fammi sapere se la mia condotta è adeguata o inadeguata : sono sensibile alle gratificazioni .
10) Rispetta la mia solitudine, ma non troppo : mi piacciono le relazioni tranquille, amo le interazioni, quando sono chiare.
11) Non obbligarmi a fare sempre le stesse cose, a rispettare le solite routines : l’autistico sono io, non tu.
12) I miei problemi di comportamento non sono rivolti contro di te : non mi attribuire cattive intenzioni.
13) Analizza le mie motivazioni spontanee : mi piace divertirmi, voglio bene ai miei genitori, sono contento quando riesco a fare le cose bene.
14) I miei atti non sono assurdi, per me hanno una logica: cerca di capirmi.
15) Sii positivo: sostituisci le attività senza senso con attività funzionali.
16) Non mi chiedere in continuazione cose che non sono capace di fare , aiutami ad essere più autonomo, ma non esagerare con l’aiuto.
17) Quando non faccio ciò che mi chiedi, non interpretare che " io non voglio", ma che "non posso"
18) Proponimi attività nelle quali io possa riuscire da solo, aiutami se vuoi insegnarmi cose nuove, ma non esagerare con l’aiuto.
19) Non darmi troppi farmaci
20) Non paragonarmi sempre ai bambini "normali". Anche se per me è difficile comunicare, ho dei pregi : non inganno mai, non capisco le sfumature sociali ma non ho doppie intenzioni nè sentimenti pericolosi. La mia vita può essere soddisfacente se è semplice e ordinata, tranquilla, se non mi chiedi in continuazione di fare cose troppo difficili per me.
21) Accettami così come sono, sii ottimista , ma senza credere alle favole o ai miracoli: la mia situazione normalmente migliora col tempo, anche se per ora non esiste guarigione.



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