Re: paràdoxos

Inviato da  Pispax il 3/6/2012 19:36:40
Calvero


Citazione:
Cosa intendi per Politica?

Certo anche in una famiglia vige la politica, ma ad esempio nella mia ..la chiamerei filosofia di Vita, eppure coordina e organizza man mano ugualmente. Comunque.

Mentre attendo la tua risposta, intanto ti dico che per me l'uomo non deve essere incluso in uno Stato, qualsiasi Stato.


Forse non ti rendi conto di quanto quella che hai fatto sia una "domandona".
Su questo argomento ci sono stati scritti interi trattati.(*)
Il concetto di politica è una roba che nel tempo è cambiato parecchio, e oltretutto è un concetto che, strano a dirsi, NON riguarda così strettamente l'idea di Stato come sembri intendere tu.

(*) Che io - ovviamente - non ho letto.



Se anche vuoi fare una ricerchina banale su wikipedia, sbatti subito contro a tutta una serie di distinzioni complicatissime fra politics, policy e polity. Come a dire che un solo concetto che racchiuda in sé TUTTA la politica è una roba complicata da trovare.
Tralasciamo poi tutti i vari passaggi per cui dalla definizione di Uomo data da Aristotele, secondo il quale l'uomo al di fuori della politica era un "meno-che-uomo", (l'Uomo secondo lui era una "bestia politica" proprio come definizione di Uomo, nientedimeno) si è passati alla politica dei nani e delle ballerine.

Dal punto di vista accademico io non discuto. Non ho le spalle larghe abbastanza per farlo.
Però se guardiamo le cose da un punto di vista meno specializzato e cerchiamo un denominatore comune, lo troviamo piuttosto facilmente.

Proviamo a riflettere sul termine.
C'è la politica "ufficiale", quella dei partiti. C'è la politica dei Movimenti. C'è la politica parlamentare e quella extraparlamentare. Ci sono le politiche locali e quelle nazionali, a volte in conflitto fra loro. C'è la politica diretta e quella indiretta.

E poi ci sono anche ALTRE politiche, quelle al di fuori della "politica" comunemente intesa.
Che sono comunque politiche a tutti gli effetti.
Per esempio un sito internet può decidere di adottare politiche antirazziste. Un'associazione di carità può praticare politiche di assistenza mirata per i senzatetto, tralasciando necessariamente le altre categorie di bisognosi. Un'azienda può decidere di praticare politiche di "svecchiameto" del personale, o anche politiche di riqualificazione professionale.

Come facciamo a parlare di "politica" in ognuno di questi casi? Che cosa rende la "politica" di Fassino e di Cicchitto paragonabile alla "politica" di don Pippo che si occupa di recupero mirato per i tossicodipendenti da crack?

E' il concetto.
Si può parlare propriamente di "politica" quando si verificano queste due condizioni:

1) si ha in mente un'idea precisa su COME la società (va bene anche un pezzettino piccolino, non serve che sia proprio tutta) possa trasformarsi e diventare "migliore" (fosse anche solo migliore "per noi", o anche solo per ME)

2) si agisce concretamente per realizzare questo progetto. Meglio se sulla base di un piano ben progettato.


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Se partiamo da qui e riflettiamo un po' sulle conseguenze allora le cose si fanno interessanti. Ci sono spazi di meraviglia.

Per esempio:

* La politica è l'arte del FARE, non quella del DIRE.
Il "dire" al più viene utilizzato come strumento per ottenere un certo tipo di risultato.
(bene sottolineare che il risultano non necessariamente è positivo. Il Dire il più delle volte viene utilizzato come ostacolo, per impedire al altri di ottenere il loro risultato. E questi sono "Dire" che si riconoscono abbastanza facilmente)

* Guardando le cose solo da un punto di vista politico, non esiste la politica "buona" e la politica "cattiva".
A essere sottoposte a giudizio morale non sono le politiche, sono le idee che ci stanno dietro.
Esiste invece la politica CHE FUNZIONA e quella CHE NON FUNZIONA.
La politica "cattiva" è quella che ha condotto al fallimento; quella "buona" è quella che si è mossa verso il risultato.

* Siccome tutti quanti abbiamo un'idea in mente su come rendere la società un posto migliore (quantomeno un "posto migliore" per ME), la conseguenza è che non è possibile che lo spazio politico rimanga vuoto.
E questo vale qualunque sia quello spazio. La teoria dei Vasi Comunicanti nello spazio politico è MOLTO più veloce che in Fisica. Se si lascia un vuoto, verrà immediatamente riempito da un'altra Idea.

* Fare senza sapere dove ci porterà tutto questo Fare, o Dire senza poi Fare niente di RAZIONALE e che sia assolutamente mirato al successo, o anche solo Dire senza riflettere su dove porterà tutto questo Dire.... non è fare politica: è solo fare casino.



Quest'ultima parte forse è quella con cui più veniamo in contatto.
Il mondo (e anche i forum, se è per questo. LC non fa eccezione) è pieno di gente che volendo fare politica si muove POLITICAMENTE a cazzo, senza preoccuparsi di sapere quello che sta facendo; oppure che volendo fare sempre politica parla POLITICAMENTE altrettanto a cazzo, senza preoccuparsi di riflettere su quello che sta dicendo.
In entrambi i casi il più delle volte ottengono ESATTAMENTE IL CONTRARIO di quello che dicono di voler ottenere.

Un esempio dei primi sono le lotte studentesche contro la Riforma Gelmini.
Che sotto molti punti di vista era una riforma estremamente discutibile, e questo va sottolineato; però aveva anche il merito, almeno inizialmente, di voler realmente combattere lo strapotere dei "Baroni Universitari".

Buffo: anche il Movimento Studentesco, comunque declinato, ha sempre avuto l'obiettivo storico di combattere lo strapotere dei "Baroni Universitari".

Poi è successo che per combattere quella riforma gli studenti sono scesi in piazza criticandola TUTTA, e sono scesi in piazza guidati proprio da quei baroni che volevano combattere.
In effetti dei risultati li hanno ottenuti. Le norme che insidiavano lo strapotere dei Baroni sono state indebolite e rallentate e invischiate in millemila decreti attuativi (in particolare la L. 240/10).
Poi il Movimento, chissà perché, ha "perso lo slancio". E i "baroni" continuano a sbaroneggiare come e più di prima.





Sul "Dire senza Fare niente di razionale" mi tornano in mente millemila discussioni a favore dell'astensionismo, con un approccio oscillante fra il fideistico ("questa è la soluzione") e l'ascetico ("fingo che il problema non mi riguardi più").
Che è un approccio politicamente raccapricciante: la politica non lascia MAI spazi vuoti, ricordate?


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Sul "Dire senza riflettere a dove porterà tutto questo Dire" invece spendo un paio di parole in più.

Come dicevo, la politica è l'arte del risultato.
La politica inoltre è successiva alle Idee: è lo strumento con cui le idee trovano applicazione.
Il risultato inoltre può anche semplicemente essere il voler frapporre un ostacolo a obiettivi di altri. (Questa roba del "Dire per ostacolare" conduce di norma a discorsi facilmente riconoscibili, perché la tecnica più utilizzata è quella di prendere QUALUNQUE COSA possa essere d'opposizione e infilarla in un bel minestrone di retorica.)

Resta inteso che sia il Dire che il Fare difficilmente sono espliciti. Ancora meno esplicite spesso sono le Idee che stanno dietro a tutto questo.
Il Dire è strumento ambiguo per natura.
In politica lo è ancora di più.
Quindi per cercare di stabilire la vera natura delle Idee bisogna cercare di analizzare il Fare.
Cioè cercare di capire dove "si vuol andare a parare". Una sorta di "follow the money" filosofico.


Adesso proviamo a fare un gioco tristemente realistico.
Facciamo che io sono un Bieco Figuro dell'NWO.


Il mio scopo è quello di Fottere il Mondo, e sto muovendomi dietro le quinte per ottenerlo. Siccome sono (ancora) costretto a muovermi dietro le quinte, devo necessariamente operare tramite equilibri fragili.
Minchia, quando sarò finalmente al Potere non avrò bisogno di tutti questi sotterfugi e potrò ricorrere a operazioni più solide (non necessariamente più trasparenti, chiaro); ma fino a quando non Sarete Definitivamente Fottuti ho un discreto problema di instabilità.

Non temo troppo la pubblicità. Quando faccio un'operazione SEGRETA, la faccio bene e l'operazione resta SEGRETA. Cos'è, c'è qualcosa che non capite del termine "segreto"?
Col cazzo che mi smascherate: io so fare il mio lavoro.

Il mio punto debole invece è che le mie operazioni si muovono su equilibri fragili. Possono essere facilmente compromesse.
E questo è L'UNICO MOTIVO per cui ho bisogno di così tanta segretezza.
Tanto voi non siete minimamente in grado di nuocermi.

Basta un qualche cazzo di avvocato idealista, di giornalista d'assalto, di intellettuale, di prete o di politico che possa muovere un movimento d'opinione che comprometta questo equilibrio... e a essere fottuto quella volta sono io.
Ma mica mi fottete perché "mi avete scoperto".
Via. Siamo seri. Qui non stiamo mica giocando a nascondino.
Mi fottete perché un'operazione che era parecchio conveniente all'improvviso diventa un'operazione in perdita. Non ha più senso farla. Prima potevo avere un grande guadagno di posizione; adesso non posso più.


In linea di massima a me fa piacere che mi "scopriate". Cazzo, quest'anno vi ho persino pubblicato la lista dei partecipanti al Bildenberg giusto per tenervi occupati.
Non mi importa che teniate i riflettori puntati su di ME.
Anzi.
Tanto non avete, e non avrete MAI, la minima consapevolezza della carte che muovo. Non solo non avete prove: non avete neppure indizi.
La cosa che mi preme DAVVERO invece è che non compromettiate le operazioni che faccio Che di solito faccio attraverso una catena di almeno 15 intermediari, intendo.
Quindi in un certo senso va benissimo che teniate puntati i riflettori su di ME, perché questo vi impedisce di rendervi conto di quello che vi sta accadendo intorno.
Mentre voi siete ipnotizzati dalla mia mano destra, con la sinistra posso tranquillamente sfilarmi dal polsino le carte truccate e giocarle, che tanto il tavolo verde, che poi è uno dei miei pochissimi punti deboli, non lo sta guardando nessuno.



Ma torniamo a noi.
Come dicevo, il mio scopo è quello d'incularvi.

Di fronte a me ho alcune categorie di persone.
Qualcuna mi è ostile, altre mi recano grande giovamento. E la cosa più incredibile è che sono dovuto intervenire pochissime volte per ottenere questi gruppi che mi aiutano attivamente nella sodomia.
Spendiamo due parole su quste figure encomiabili:


* I TELE-IMBONITI.
Quelli sono i più facili da incularsi. Non si rendono nemmeno conto che vengono inculati. Ci sono i Calcio-imboniti, che dello scandalo delle scommesse temono solo che ritardi di qualche ora l'inizio del prossimo campionato; i Delitto-imboniti, che sbavano ogni volta che si parla di Perugia o di Avetrana o di Cogne; i Tette&Culo-imboniti, i Pettegolezzo-imboniti, i BrunoVespa-imboniti, ecc, ecc, ecc.
Questi per me sono elementi preziosi perché in larghissima parte vanno anche loro a far parte del secondo gruppo, quello dei...


* GLI "ASTENSORI DA SDEGNO".
Il lavoro per creare questo gruppo è stato sopraffino e molto elegante.
Qui l'equilibrio era delicato.
Certo, da una parte discorsi tipo "piove governo ladro" o "tanto sono tutti uguali ed è sempre lo stesso schifo" sono sempre esistiti.
Però in linea di massima la reazione "popolare" era quella di cercare di RIMUOVERLO, lo schifo. Di sbattersi attivamente per evitare di ripercorrere le strade sbagliate. E questo per me era un problema, perché io dello "schifo" mi nutro.
Quello che voi chiamate "schifo" per me ha un sapore celestiale.

Sono bastati pochi anni di lavoro per rendere la frase "tanto sono tutti uguali ed è sempre lo stesso schifo" una filosofia di vita.
Per fare in modo che lo sdegno travalicasse i limiti dello sdegno e diventasse inoffensivo.
Perché siccome "sono tutti uguali", il risultato pratico per "reagire allo schifo" è che adesso tutti quanti mangiano qualunque minestra gli venga rifilata.
Visto che "sono tutti uguali" e che "è sempre lo stesso schifo", nessuno cerca più di mangiare minestre meno schifose. E se si affaccia qualcuno, chiunque sia, che magari propone DAVVERO una minestra non schifosa, il risultato è che viene travolto dall'inderogabilità del "è tutto lo stesso schifo".
Anche lui fa parte del "tutto", giusto?

Che poi votino o non votino mi è del tutto indifferente: l'importante è che non rompano i coglioni e soprattutto che non cerchino d'immischiarsi.
Io nei luoghi di potere ci voglio i MIEI uomini, e voglio che possano agire indisturbati.



* I "CONSAPEVOLI" invece sono quelli che "sanno" che li sto inculando (in realtà stanno solo tirando a indovinare: a volte dicono che sono un massone, altre volte che sono un fiinanziere ebreo, altre volte ancora un alieno, o un Rosacroce, o un Templare, o un Sionista, o un Vaticano, o un Gesuita, o una multinazionale, o un indeterminato "NWO" che a quanto pare viene portato avanti da tutti quanti).
Questa cosa non mi spaventa per niente, perché anche se "sanno" che li sto inculando non fanno assolutamente niente per impedirmelo.
Si limitano a lamentarsi a bassa voce nei siti complottisti. Non si divincolano neppure.

A dire la verità io all'inizio pensavo che questi sarebbero stati un problema.
Insomma: se sai che ti stanno inculando magari inizi a dibatterti con una certa energia. Avevo persino prezzolato qualche centinaio di persone per infiltrargli i siti.
Poi ho smesso di farlo.
Soldi sprecati: tanto fanno tutto da soli.

Non solo non reagiscono, ma ogni volta che arriva qualcuno a chiedere una reazione attiva alla dolorosa inculata che loro "sanno" che gli sto infliggendo, sono loro stessi che fanno a gara nel chiudersi qualunque spazio possibile d'intervento. La corsa scellerata (per loro, chiaro) al podio del Cinismo.
Vuoi reagire all'inculata attraverso lo Stato? Non puoi, perché "Loro" (cioè io) te lo impediranno.
Vuoi reagire all'inculata stando ai margini dello Stato? Non puoi, perché "Loro" (cioè io) te lo impediranno.
Vuoi reagire all'inculata stando al di fuori dello Stato? Non puoi, perché "Loro" (cioè io) te lo impediranno..
Possiamo reagire intervenendo sulla società? Inutile, perché tanto per altri 1000 anni l'Uomo "non sarà ancora pronto", quindi inutile prendersi il disturbo.

Dio bonino, questi ragazzi sono fantastici.
Non solo non fanno niente per ribellarsi sul serio, ma si sbattono un sacco per impedire anche agli altri di farlo.
E chi me lo fa fare allora, di cambiare i miei... "denari" (maledizione, stavo quasi per rivelare da dove vengo) e convertirli in stipendi in franchi svizzeri?
E' curioso poi notare che se DAVVERO avessi tutto il potere che mi attribuiscono questi ragazzi di loro spontanea volontà, allora non avrei più bisogno di alcuna segretezza.
Ma tant'è: a caval donato non si guarda in bocca.



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Prima dicevo che il Dire è una cosa ambigua e che bisogna analizzare il Fare per capire dove si vuole andare realmente a parare.

Quindi spiego dove volevo andare a parare IO, visto che mentre il primo pezzo è la semplice risposta alla domanda di Calvero, poi mi sono addentrato anche in un'analisi delle conseguenze pratiche della definizione.


In un articolo in home, avevo chiesto a Marco Cedolin "a chi giovassero davvero" i suoi articoli.
A chi fossero funzionali.

La domanda era legittima, perché prima Marco denunciava tutta una serie di storture, e poi badava bene a sbarrare con violenza ogni possibile strada per cercare di risolverle.
Per me i motivi della domanda erano estremamente chiari: io ho una visione piuttosto politica dei problemi.
Ma evidentemente erano meno chiari di quello che pensavo, visto che persino un utente smaliziato come PikeBishop aveva pensato che accusassi Marco di gatekeeping.

In realtà il gatekeeping non è un problema. E se qualcuno lo vuol considerare come un problema significa che in qualche modo ha visto più o meno le stesse contraddizioni che avevo visto anch'io.
In ogni caso non è importante il PERCHE' uno faccia o non faccia certi discorsi. Io credo che semmai un problema più importante è di verificare la coerenza fra i discorsi che si fanno e gli esiti che si vogliono "ottenere".
Che so, per esempio "combattere il Sistema" di cui denuncio le storture.

Sia Cedolin che Calvero, e insieme a loro anche un grande numero di altri utenti, utilizzano la tecnica della doccia scozzese: prima cercano di infiammare gli animi; poi provvedono immediatamente a raggelarli sbarrando ogni minimissima possibilità di via d'uscita.
Mentre dal punto di vista sanitario la doccia scozzese è un trattamento idroterapico, dal punto di vista politico il risultato è una tortura al'ultimo sangue. Se io voglio ottenere A, l'unico risultato certo che si è sicuri di ottenere procedendo in questo modo è "non-A".

Che tutti quanti loro lo vogliano o meno, questo li rende funzionali al "Sistema" né più né meno delle trasmissioni di Bruno Vespa.


Tocca farsene una ragione.

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