Re: I paradossi: alta filosofia, o falso problema?

Inviato da  gandalf il 3/9/2007 22:23:55
Vedo di chiarire i termini e le conseguenze del paradosso che ho enunciato:
SE il tempo non esiste (e non è dimostrabile ne la sua esistenza ne la sua non esistenza) da Einstein in poi, visto che con la relatività non si può più parlare di tempo senza parlare di spazio, non esiste neanche lo spazio...

Nel paradosso che ho riportato si pone il problema se esistano o meno limiti fisici invalicabili all'uomo, ovvero se esista o meno un tempo minimo invalicabile per percorrere una distanza fissata. Probabilmente molti saranno tentati da rispondere di sì, ma a questo punto sorge un problema:
mettiamo che la distanza da percorrere siano 100 metri e che venga determinato come tempo limite fisico alla sua percorrenza da parte dell'uomo 9 secondi e 110 millesimi. Con la fantasia andiamo al 2250 quando un atleta stabilirà tale tempo limite. Trovate così irragionevole pensare che un giorno un individuo possa migliorare di un solo millesimo questo tempo ritenuto invalicabile? E se è così, tale miglioramento infinitesimo può accadere un numero infinito di volte...
Dopo tutto è un millesimo di secondo, un battito di ciglia, una nanocaloria in più bruciata al momento giusto, un muscolo appena più performante, un battito cardiaco appena più lento, un refolo di vento impercettibilmente più forte.....


Ma se è così arriverà un giorno in cui i 100 metri saranno percorsi letteralmente in meno di un istante, così come un fotone percorre all'istante l'intero universo..... Ma se io percorro a tempo zero una distanza significa che sia lo spazio che il tempo vengono a mancare......

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