Re: I paradossi: alta filosofia, o falso problema?

Inviato da  gandalf il 1/9/2007 22:57:00
Lamefarmer:

Citazione:

Divido in due la questione di MM.
La prima parte riguarda la validià del paradosso come mezzo di lettura della realtà.
Russel crea il paradosso come semplice tratagemma matematico per controbattere la logica dei riduzionisti (Gottlob Frege), perché é un matematico prima d'essere filosofo. Ma a prescindere da ciò egli finì poi per difendere quelle stesse logiche con altri matematici (vedi B.Russell su Wikipedia)
Quindi credo sia corretta in questo senso la posizione di MM: Russell ha volutamente costruito paradossi irreali, di cui non ha senso perdere tempo a discutere nella realtà.


Rispetto e interesse per il concetto di realtà come eterno paradosso ma non sono d'accordo con il pezzo che ho riportato sopra...

Il fatto che Russel abbia finito per ritentare con i Principia Mathematica ciò che lui stesso con il suo paradosso aveva contribuito ad affossare (il lavoro di Frege) in qualche modo sminuisce il paradosso stesso e la sua valenza?

E il fatto che il suo tentativo sia stato raso al suolo dall'incompletezza di Godel (basata in larga parte sul concetto di autoreferenzialità) rende il paradosso irreale?
Cosa significa che Russel ha ideato paradossi irreali: esso è realissimo in ambito logico e scardina la possibilità di una formalizzazione completa e coerente dei processi logico-matematici... Che poi lui abbia provato a superare il suo stesso paradosso e sia stato "sconfitto" definitivamente da Godel non sminuisce l'impatto che tale paradosso ha avuto sulle concezioni scientifiche dell'inizio del secolo scorso....

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