I paradossi: alta filosofia, o falso problema?

Inviato da  Redazione il 1/9/2007 11:19:04
Vorrei confrontare con altri queste mie idee da un punto di vista logico: a mio parere, i paradossi (v. Bertrand Russell) non sono affatto un "picco" di saggezza filosofica, ma soltanto un falso problema: non c’è assolutamente nulla di “stupefacente” in essi, visto che sono loro a non poter esistere per definizione.

Non è possibile infatti affermare che “un barbiere di paese rade solo coloro che non si radono da soli”, esattamente come non si può affermare che “quel muro verde è rosso”.

Il primo, o si rade, e quindi non dovrebbe radersi, oppure non si rade, e quindi dovrebbe farlo. Il secondo, o è rosso, e quindi non è verde, oppure è verde, e quindi non è rosso.

Non c’è nessuna differenza sostanziale fra le due proposizioni, e la prima è invalida, in quanto contiene una contraddizione semantica, esattamente quanto lo è la seconda, per lo stesso motivo.

Oppure, se vogliamo, diciamo che valgono tutte le proposizioni possibili, ma allora il ”paradosso“ diventa soltanto uno stupido giochino di parole.

Quel morto è vivo, il mare è asciutto, e mio figlio è il padre di mio fratello.

(O mi sono perso qualcosa per strada?)

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