Re: un appello rosa

Inviato da  nessuno il 9/11/2005 21:06:27
Paxtibi, mi spiace. Stavolta non riesco ad essere daccordo con te.
Sulla questione dei "diritti umani", Hannah Arendt, ne "Le origini del totalitarismo", ha scritto parole che andrebbero meditate. l'ideale dei diritti umani non divenne fondamentale se non dopo la prima guerra mondiale, e le conseguenze di essa sulle minoranze nazionali e le persone senza patria ("displaced persons"). Il capitolo delle "Origini" sul declino dello stato nazione, spiega perché ci furono così pochi ostacoli al massacro degli ebrei, e dimostra la necessità di costruire un nuovo ordine politico che non possa abolire diritti civili e politici per un gruppo di persone. Quello che il destino delle persone senza patria ha dimostrato, così sostiene Arendt, è che i diritti umani universali che sembravano appartenere agli individui, potevano solo essere reclamati da cittadini di uno stato. Pertanto, per chi era fuori da questa categoria, i diritti inalienabili della persona erano senza significato. Ne sono un esempio gli ebrei che, non avendo uno stato in cui identificarsi come popolo, ed un territorio definito in cui poter vivere, sono stati privati, come apolidi, del diritto di cittadinanza, e con esso di una tutela giuridica come soggetti di personalità. Il problema non era quello di godere di un'eguaglianza di fatto davanti alla legge come persone, ma la negazione del fondamentale diritto umano e cioè il "diritto di avere diritti", che significa il diritto di appartenere ad una comunità politica.. Perché, di fatto, quali diritti umani hanno oggi i migranti nei centri di "accoglienza" italiani, o i profughi delle varie guerre? E, senza diritti politici riconosciuti, chi li farà mai valere questi benedetti "diritti umani"?
Scusa l'OT. Ma quando sento parlare di diritti umani, a me qualcosa suona storto in entrambe le orecchie...

Buona vita

Guglielmo

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