Re: La morte

Inviato da  Santro il 5/8/2006 19:54:59
Caro mc, vediamo se riesco ad ingarbugliare la faccenda.

Saprai che i più recenti studi ed esperimenti scientifici stanno provando che ciò che si osserva della realtà fisica dipende, almeno in parte, dall'osservatore. Potrei dire che la realtà oggettiva pare non sia definita ma in potenza, manifestando di sè solo ciò che il soggetto percipiente riesce a "decifrare" grazie, tra gli altri fattori, al suo livello di coscienza. Di conseguenza io direi che all'espandersi della coscienza, deve coincidere un ampliamento della realtà decifrabile; sì certo, soggettiva.......individuale..... ma non è quella la realtà più importante per la nostra singolarità?
Facciamo un esperimento: abbiamo un televisore; sebbene sia "immerso" in un "mare" di onde radiotelevisive, riprodurrà esclusivamente quelle frequenze su cui sarà sintonizzato. Ora, se prendiamo un'altro televisore ed ampliamo la sua capacità di ricezione questo sarà in grado di ricevere una quantità di informazioni maggiore sebbene sia immerso nello stesso mare (non me ne intendo granchè ma mi pare che qualcosa del genere avvenga tra i televisori analogici e digitali).
Là fuori c'è tutto ma noi, di quel "tutto", percepiamo soltanto una piccola parte.

I nostri sensi sono in grado di interpretare solo una certa gamma di informazioni ma tale limite si può superare per mezzo di uno strumento di natura radicalmente diversa conosciuto come "sesto senso" o "terzo occhio", che io chiamerei: intuito. Il suo prodotto, l'intuizione, non potendosi affidare alla solidità dei sensi ordinari, non può essere altro che un "vissuto" personale, cioè, non comunicabile; potrò usare tutte le parole del mondo ma non riuscirò mai a comunicare a qualcun'altro l'intima sensazione/emozione provata nell'ascoltare una melodia o nel contemplare un quadro. Percui, colui che tale emozione non ha vissuto, potrebbe benissimo giudicarla una mia
illusione! Io so bene che non si è trattato di un'illusione ma come farò a convincerlo a parole?
L'intuizione, a chi la sperimenta, fornisce verità non comunicabile, quindi non apprezzabile come tale dagli altri.

Per gettarmi volontariamente nella fossa dei leoni, pur non identificandomi come cristiano, cito: "Chi crede in me vivrà in eterno." che tradurrei in: "Chi intuisce la verità della mia resurrezione vivrà in eterno, perchè tale verità diverrà la sua realtà."

Grazie per l'attenzione.

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