Re: La morte

Inviato da  Alb il 4/8/2006 11:09:41
C'è tanta sofferenza nel mondo... è questa purtroppo è mal distribuita.
C'è chi vive una vita orribile fin dal giorno della nascita. C'è chi vive una vita facile, piena di soddisfazioni e con poche sofferenze passeggere. In mezzo c'è un'infinità di sfumature.

Il rapporto tra la quantità di sofferenza e la quantità di soddisfazioni della vita, è secondo me ciò che determina la formazione dell'opinione che si ha della vita, della morte e della dignità degli altri individui. La mancanza di omogeneità, se vogliamo di giustizia, nella distribuzione di sofferenze e soddisfazioni, contribuisce ad una società in cui non sai da chi aspetterti cosa, una società in cui trovi tanta gente che ti ignora se stai crepando, e qualcuno che ti aiuta anche solo se hai messo un piede in fallo.

E' la quantità di sofferenza che può farti desiderare o temere la morte, che può farti decidere di aiutare il prossimo invece che ignorarlo.

Ma non attaccatemi: è ovvio che non tutti reagiscono allo stesso modo alla medesima quantità di sofferenza. Non esiste una formula che tiri fuori il carattere di una persona a partire dalla quantità di sofferenza e soddisfazioni avute nella vita. Esistono miliardi di variabili. Dico solo che questi "parametri" sono determinanti. Dico solo che da quando la mia sofferenza è aumentata esponenzialmente, la vita sta cambiando senso... e naturalmente anche la morte. Dico solo che ho scoperto a mie spese che sono molto più determinanti di quanto pensassi.

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