Re: La morte

Inviato da  fiammifero il 3/8/2006 16:47:14
FlorizelCitazione:
Quello che come consuetudine viene definito "progresso" è anche quello che ci allontana quotidianamente da noi stessi, dal nostro sentirci artefici della nostra stessa vita, spettatori passivi dello scorrere di un tempo e di condizioni preconfezionati in cui poco spazio rimane al gesto individuale (ma anche collettivo) capace di qualificarci come "attori" delle nostre esistenze.


Da quando l'uomo vive in comunità,da quella arcaica alla moderna,seguendo delle regole,leggi,usi costumi e quant'altro non è mai stato artefice della propria vita,ha dipeso sempre dagli altri,dalla comunità ,ne è stato influenzato,indottrinato,plagiato,l'individualità nella collettività a volte è stata esaltata,stimolata(vedi gli artisti,gli scienziati,i filosofi etc) altre volte repressa (leggasi sovversione ordine precostituito) quindi non penso che "il progresso" è
quello che ci allontana da noi stessi.
Ma poi cosa significa allontanarci da noi stessi?
Credo che tutti siano consapevoli che si nasce per morire,solo che molti non lo accettano e si arrampicano sugli specchi per trovare il sistema di vivere di più,di non pensare alla morte,di esorcizarla pensando ad un dopo ultraterreno,a meriti e
punizioni,a consolazioni future.
E' natura umana fare progetti per il giorno dopo,mentre vivere alla giornata è un'arte che si apprende con la consapevolezza dei propri limiti fisici,il non sapere quale sarà l'ora x fatale.

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