Re: La morte

Inviato da  gandalf il 3/8/2006 10:01:24
Ho scritto questo un po' di tempo fa, per mio conto, quasi come uno sfogo. Credo si adatti al topic.....

"Tutti stiamo morendo……… sì, io che scrivo, tu che leggi, la bambina che corre dietro il suo cagnolino nel parco, il neonato che agita le piccole braccia cercando attenzione, sorpreso di tutto e di tutti……stiamo morendo!!
Lo ripeto ancora……… stiamo morendo. Tutti! Nulla è più naturale; la natura è certezza, è legge immutabile, è verità, è realtà, è concreta, la puoi toccare, respirare, assaporare, vivere. E così anche la morte è certa. Ma noi oggi, come con la natura, stupriamo la morte, la rinneghiamo, le diamo luoghi lontani dagli occhi per regnare sovrana, la bandiamo dalla nostra vita, dai nostri cuori e così facendo muoriamo un po’ anche noi ……… pian piano ……… giorno dopo giorno …… Cosa faremmo se un giorno un’oscuro individuo bussasse alla nostra porta, ci prendesse da parte e sorridendo ci dicesse : “ Domani morirai!!” Cosa faremmo?
Cambierebbe la nostra vita?
Il lavoro, il denaro, il potere, il successo, che senso avrebbero per noi??
Cosa ci terrebbe compagnia in quell’ora disperata di ciò che ci circonda normalmente e che ci richiede tanta dedizione e tante energie??
Perché, per assurdo, la sola certezza che esiste in vita (e cioè la sua fine) non può essere eletta a ragione e guida delle nostre azioni??
Cosa c’è di più irrazionale e innaturale che rifiutare la verità: che siamo tutti cibo per vermi.
Se noi sapessimo vivere rapportandoci costantemente al nostro destino ultimo, ma non con la morte nel cuore bensì con la serena consapevolezza che essa è parte integrante della nostra esistenza, sapendo che a lei ricondurremo il nostro ultimo respiro allora, forse……… forse la nostra vita sarebbe diversa ……… forse lo sarebbe stata …… forse vivremmo diversamente..
Perché affannarsi, perché porsi obiettivi materiali, perché lavorare, perché rendersi schiavi di una vita che nega il suo fine ultimo, che ci rinchiude in luoghi in cui mai vorremmo stare, a fare o pensare a cose che mai faremmo o penseremmo se domani sapessimo di dover morire……
Ma noi non lo sappiamo giusto?!?!?
Noi abbiamo la speranza che non tocchi a noi e con i paraocchi della speranza avanziamo spronati da fruste che noi stessi ci siamo costruiti verso il baratro che di colpo si spalancherà ai nostri piedi. E allora, gettando l’ultimo sguardo verso la nostra vita cosa vedremo: ore, giorni,
anni, decenni trascorsi in attività senza senso, energie, vite, sentimenti annientati, dissipati, fagocitati da un qualcosa che ci comanda e che non governiamo più: la nostra vita. E quando ci domanderemo: “Ho scelto io tutto ciò???” la nostra risposta sarà la nostra eterna dannazione: SI!!! E la vita si spegnerà in noi mentre le nostre labbra abbozzeranno un sorriso beffardo e sputeranno l’amara sentenza: sono stato schiavo di me stesso.Ci siamo resi schiavi costruendo intorno a noi l’illusione della nostra onnipotenza, bardandoci di speranze, dimenticando che polvere siamo e polvere ritorneremo, fino a renderci conto che ciò che veramente conta per noi lo abbiamo ottenuto nei ritagli di tempo che ci siamo concessi prima di ritornare ingranaggi insensibili e inconsapevoli della mostruosa macchina che chiamiamo
progresso. Il progresso rende schiavi. Questo mondo rende schiavi.
Tutto è costruito intorno a noi per vincere la morte, per esorcizzarla, per rubarle tempo (a che serve altrimenti la velocità, andare sempre più veloci, risparmiando tempo perché il tempo è denaro e ogni minuto “non sprecato” sono soldi in più e tempo sottratto alla morte…) .
Le religioni, le leggi, il denaro, il lavoro, la medicina, in una parola quello che noi chiamiamo progresso, ruotano intorno al tentativo di ritardare, anestetizzare, dimenticare la morte. Ma, impegnati come siamo a dimenticare la morte, dimentichiamo di vivere, dimentichiamo la nostra vita, quello che veramente ha senso per noi, ciò che ci da gioia, relegando queste cose al
cosiddetto “tempo libero”. E il resto del tempo è così prigioniero di un qualcosa che noi stessi ci siamo costruiti.
Qual’è dunque la nostra volontà?
Come vogliamo vivere la nostra ultima giornata?
E la penultima? E quella prima ancora?
Queste sono le vere domande a cui ogni uomo risponde:
“Non ti preoccupare……… Perché deve accadere proprio a te?”
Ama il prossimo tuo come te stesso sperando però che domani tocchi a lui e non a te, altrimenti ………L’uomo è egoista, egoista e ottuso ……… vuole vivere di piccole certezze ma non vuole confrontarsi con la vera, l’unica……….quella è bandita.
Viviamo nella menzogna!!
Cosa faremmo allora?
Cosa faremmo allora se domani dovessimo morire?
Vorremmo guadagnare denaro?
Vorremmo spenderlo?? E per cosa? Per comprarci l’immortalità?
Io credo che non faremmo una delle cose a cui giornalmente dedichiamo la maggior parte del nostro tempo, non una!!! Vorremmo rivedere persone che abbiamo amato, luoghi che abbiamo visitato e che ci hanno impresso nel cuore la loro immagine, vorremmo avere accanto la persona che amiamo e stringerla fino a stancarci, e fare l’amore con lei perché forse è il modo più dolce per morire; vorremmo giocare con nostro figlio, dirgli tutto quello che abbiamo capito finalmente oppure stare lì in silenzio con lui, perché sappiamo che una parte di noi rimarrà in vita e speriamo ne sappia fare miglior uso……
Perché quando la morte reclama il suo spazio, quando capita qualcosa di grave a una persona vicina, tutto si trasforma……il tempo rallenta, tutto ciò che ogni giorno regola la nostra vita perde senso, il lavoro, la casa, tutto……tutto viene trasfigurato; poi, pian piano, col trascorrere del tempo ci dimentichiamo, non la persona, ma quei momenti in cui il dolore ci ha riportato alla vera dimensione della nostra esistenza, e torniamo al nostro misero quotidiano, come tante pecore circondate da un branco di lupi affamati che continuano a brucare l’erba
come se nulla fosse, nonostante la pecora vicina sia appena stata sbranata, fino al prossimo belato, fino alla prossima perdita………
Perché?
Sono forse tutti morti invano?
Cosa ci insegna la perdita?
Siamo in grado di sopportare tale insegnamento?
Credo che ogni morte debba essere un invito e un monito a vivere la propria vita pienamente, senza compromessi, a contatto col nostro intimo essere e intimo volere,……… per non essere morti che camminano………come me!!!!"





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