Re: SCRIVIAMO UN LIBRO COLLETTIVO COPYLEFT

Inviato da  bianca il 21/7/2006 12:42:18
credere che il mondo sia stato creato per darci soddisfazione....


Argute riflessione non ne avrei...

Solo testimonianze AUTENTICHE!

La parola a Caino

Parte prima

Quando ero piccolo, prima della nascita di Abele, mio padre passava molto tempo con me.
Io gli facevo delle domande, e lui mi rispondeva con precisione, cosa che gli risultava anche facile, perché tutti i fatti erano recenti, e si riferivano sempre alla stessa persona.
Prima di mio padre sulla terra non c’era niente. Non c’era nemmeno la terra.
Il caso volle che nell’universo, brillasse per genio e capacità imprenditoriale, una figura davvero carismatica: il Signore.
Mio padre aveva una grande ammirazione per lui, e quando ne parlava sospirando esordiva : - quello è un uno che si è fatto tutto da solo!-.
Il Signore, per prima cosa creò il cielo e la terra, e fu una bella pensata perché se avesse creato prima gli animali se ne sarebbero andati tutti a gambe all’aria per l’universo. Anzi, a pensarci bene, prima creò l’universo, e siccome l’attività della creazione gli piaceva un sacco, lo fece infinito per crearlo infinitamente a suo piacimento per sempre.
Insomma per farla breve, quando ebbe proprio creato tutto, persino le zanzare, i pidocchi ,e le scolopendre, si accorse di un fatto:
Tutte le aiuole che aveva creato erano secche, l’erba campestre non era nata, s’era dimenticato di far piovere e nessuno irrigava il suolo.
Allora pensò: - qui ci vuole un giardiniere!-.
Così con tutto quello che aveva a disposizione, scelse di plasmare il primo uomo con una manciata di fango.
Il risultato non fu sorprendente, materializzò una specie di prototipo, modello base, mediamente accessoriato.
Mio padre non era bello, era un tipo.
Fisicamente non assomigliava a nessuna creatura esistente, nemmeno al Signore, che
si presentava sotto forma di triangolo equilatero.
Mio padre non aveva ancora un nome, allora chiese al Signore di dargliene uno.
Il Creatore, che aveva un sacco di cose da fare, rispose: - …ah…. Damo -.
Sembrava buttata lì come risposta, ma poiché era lungimirante, già pensava che se avesse creato una figura femminile avrebbe potuto chiamarla “Dama”, che suonava benissimo. Mio padre capì “Adamo”, e incominciò a gridare entusiasta il suo nome ai quattro venti. Per non fare brutta figura, il Signore finse buon viso a cattivo gioco e gli lasciò quel nome, ma in cuor suo incominciava a capire che l’uomo gli avrebbe dato dei grossi problemi.
Per metterlo alla prova, permise a mio padre di assegnare un nome ad ogni animale; ma il poverino, che non aveva molta esperienza, attribuì un unico appellativo a tutti gli esseri viventi.
Quando arrivò il Signore, mio padre fremeva per l'entusiasmo.
Con fierezza, si appostò sulla sommità di una collina e con tutto il fiato che aveva, gridò: - Pinoooo! -.
In un attimo arrivarono tutti gli animali della terra, il Signore dovette fermarli alzando le braccia e per rabbonirli e disse: - Calma calma… il diluvio universale e fra diecimila anni…circolare circolare!-.
Da quell'episodio il Signore capì che mio padre avrebbe avuto molte difficoltà a cavarsela da solo,
meditò quindi che un po’ di compagnia gli avrebbe permesso di sviluppare maggiori doti cognitive.

Quando mio padre vide mia madre per la prima volta, rimase molto sorpreso. Notò subito che aveva qualcosa in più in alto e qualcosa in meno in basso, dopo una breve riflessione pensò: - “è fallata!”.

Durante il breve periodo di permanenza in paradiso, mia madre non faceva che lamentarsi.

Sosteneva che il posto era noioso, che aveva voglia di vedere gente nuova, fare amicizie, dedicasi alla vita sociale, iscriversi in palestra.
Di mio padre non le piaceva niente.
L’unica cosa di lui che trovava geniale, era il gancio per appenderlo.
Il Signore pensò bene di non conferire ai due nessun incarico.
Diede loro una sola istruzione, sperando che limitandoli all’obbedienza non avrebbero combinato guai.
Li portò sotto un melo, “questo è l’albero della conoscenza” disse in tono solenne, “quindi a voi non dovrebbe fregarvene di meno”.
Li guardò severamente e aggiunse: - non mangiatene i frutti e godrete del paradiso eterno.
Adamo incominciò a strattonare mia madre, per allontanarla dalla pianta, ma lei continuava a fissare quei frutti con uno sguardo fisso, quasi fossero stati funghi allucinogeni.
Lei protestò: - ma non capisci Adamo!…potrebbe essere un rimedio contro la cellulite!-.
Mio padre cercò di dissuaderla in tutti i modi, ma quella sembrava un mulo.
Per aggravare la situazione, si presentò al loro cospetto un losco figuro lungo, lucido e viscido.
Mia madre lo trovò subito un tipo interessante.
Si sistemò i capelli e disse: -“saaalve!”, con un tono melodioso e accattivante.
Quello incominciò a sudare come un bagno turco, mia madre non lo lasciò nemmeno riprendersi e sbottò: -cosa ci dice di bello su questa pianta?-.
Incominciò a fargli un sacco di domande.
Il serpente rimase ad ascoltare per una mezzora, poi prese finalmente la parola: - Signori vi prego! ..Ma guardatevi!…Siete tutta ciccia e brufoli!-.
Sistemò un banchetto, e incominciò a pubblicizzare i suoi prodotti.
Si agitava come un serpente: - Signori! ..”succo d'alghe di mela” per la tonicità dell’addome, “fango di mela” per tutti i problemi di cellulite…D’ACCORDO!?-.
Mia madre dava delle tremende gomitate a mio padre proprio dove gli mancava la costola, e gli sussurrava: - “te lo dicevo io!”.
Finì che li convinse.
Dovette offrire loro anche qualche numero sicuro, per giocare al lotto.
Ma li convinse.
Mio padre volle informarsi sull’aspetto economico, ma il serpente, lo tranquillizzò; assicurò che avrebbero potuto pagare in comode rate per tutte le generazioni a venire.
Fu così che i miei mangiarono la mela.
I primi effetti furono davvero deludenti: mio padre e mia madre si accorsero d'essere nudi.
Probabilmente, il loro quoziente intellettivo era talmente basso, che anche “l’albero della conoscenza”, non aveva sortito alcun che.

Quando il Creatore si accorse di ciò che avevano fatto, andò su tutte le furie.
Prese il serpente per il collo e lo scosse violentemente, quello tirò fuori la tessera del WWF, così dovette trattenersi.
Finì per trasformarlo in una creatura strisciante, ma il rettile ebbe l’ardire di controbattere: - Ma Signore, io sono già una creatura strisciante…-
Il Signore Sfoderò un sorriso ironico: -… già, ma avevo in progetto di farti come George Clooney…-.
I due creduloni furono prontamente cacciati dal paradiso terrestre.
Trovarono un monolocale in periferia.
Adamo coltivò la terra con il sudore della fronte, poiché i fertilizzanti non erano facilmente reperibili.
Un giorno mia madre disse a mio padre: - è giunto il momento di moltiplicarci –.
Mio padre la guardò smarrito: - non potremmo iniziare con le addizioni ?-.





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