Re: Anarchia

Inviato da  prealbe il 5/6/2007 1:15:34


Florizel
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Quali sono le “regole già condivise in partenza”?

La prima, fondamentale, è che sia esclusa la possibilità che qualcuno, o "qualcosa", possa calarle dall'alto, ed imporle anche se non condivise.

“Non condivise” da chi? Dettaglia questo “chi”, che mi interessa. Cominciamo a scendere di quota, ché se no anche le montagne appaiono come collinette.

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Detto così ti apparirà riduttivo (ne sono certa)

Ma no, perché? E’ così esaustivo!

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spero che tu abbia dato un'occhiata all'intera discussione di questo forum, che contiene diverse "informazioni", a riguardo.

Qualcosina ho leggiucchiato, si.

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A livello di vita sociale il “darsi delle regole” inteso come processo “a tavolino” (buttiamo giù una lista e poi atteniamoci) è invece assolutamente irrealistico, per la complessità e imprevedibilità delle dinamiche di gruppo.

A parte che la pianificazione a tavolino è una realtà, nel sistema statale, imposta a TUTTI da una minoranza su una larghissima maggioranza, potresti "illuminarci" circa le dinamiche di gruppo a cui stai facendo l'errore (il solito errore) di attribuire connotazioni negative in partenza?

“Imprevedibili” e “complesse”, ho detto; perché “negative”?

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Vedi, prealbe: la tua pratica di far partire una discussione partendo da un "dogma" (in questo caso esso è costituito dall'inevitabile "imprevedibilità" e "complessità" delle dinamiche di gruppo che identifichi come "negative") qui non funziona.

Perché “negative”? (Reperita juvant. )
Florizel, mi fai una tenerezza… davvero!

Le dinamiche di gruppo sono imprevedibili e complesse perché si fondano sull’interazione di individui che sono entità fondamentalmente emotive ed irrazionali (Florizel, adesso fai la brava: non negare TU il peso dell’emotività nell’economia delle persone. ), che appoggiano i loro processi decisionali su una percezione assai soggettiva (interpretazione, quindi, per l’esattezza) della realtà.
Se hai l’impressione che ciò renda invece le dinamiche di gruppo elementari e prevedibili... dimostrerai ulteriormente la sostanziale irrazionalità dell’essere umano.

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Mi sembra che certi modelli si possano proporre solo attuando costantemente una estrema semplificazione (banalizzazione?) del problema.

Dove sta scritto che "semplificare" corrisponde a "banalizzare"?

Non sempre, ovviamente. Dipende dal caso specifico. Nel caso specifico di un gruppo sociale, l’esempio di Ashoka è una semplificazione eccessiva, ovvero una banalizzazione.

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Se stai dicendo che lo stato tende a rendere complessa l'individuazione del suo meccanismo di dominio, sono d'accordo con te...

Il giorno in cui sarai d’accordo con me, prevedo l’Apocalisse.

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Le “regole” non nascono e non maturano come processo a freddo. Mai. Dove succede, abbiamo i regimi ideologici, e non credo siano questi l’obiettivo.

Darsi DIRETTAMENTE delle "regole" di convivenza in base alle proprie esigenze, tenendo conto delle implicazioni umane, collaborative, di ogni singolo e della comunità, ti sembra un processo "a freddo"?

Florizel, uffa.
Come? Nel dettaglio, quale sarebbe il procedimento che hai in testa per “darsi” ‘ste accidenti di regole? Fai un esempio pratico. Avviciniamoci al terreno, per pietà, non rimaniamo nella stratosfera. Per ora sappiamo solo una regola negativa, cioè che c’è una cosa che non va bene. Secondo me, manca ancora qualcosa per mandare avanti una comunità. Forse.

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A me pare che il processo a freddo sia invece l'accettazione passiva di regole imposte da un apparato centrale che emana direttive uguali per tutti a cui TUTTI devono aderire conformandosi ad esse. In Anarchia sono le "regole" ad adeguarsi alle esigenze umane, MAI il contrario.

Come, Florizel, come? Il postulato si è capito. Hai detto “palazzo”. Adesso ci dici quanti piani, quanti appartamenti, lo stile, i materiali, dove lo vuoi costruire, se con l’ascensore o senza, eccetera eccetera eccetera? Se no, non hai detto niente di niente. Chiacchiere. Aria. Nulla.


Prealbe

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