Com'era prevedibile,non sono d'accordo con le intrinseche limitazioni che poni alle cose.
Innanzitutto,chi ha stabilito che il ferro non lo si può portare?Attualmente,esiste uno sperpero di rottami in ferro che potrebbero essere fusi e riciclati,ad esempio.
E vi lavorerebbero quelli che "sanno" fare questo mestiere,per cominciare.
Tutto il tuo discorso tende ad evidenziare unicamente l'aspetto del "profitto" che si ricaverebbe da un "lavoro",e qui si sta tentando di parlare della "responsabilità" che ognuno sentirebbe nei confronti della comunità di cui è parte.
Le confederazioni sarebbero funzionali ad organizzare gli scambi,ad esempio,stabilire quali siano i bisogni delle varie comunità.Non sono mica i "soviet" a cui stai pensando...
Quelli "fragilini",ad esempio,potrebbero decidere di fare altro,Ashoka.Sganciati dalla visione "socialismo di stato",altrimenti si ricomincia...stai continuando a travisare.
PER SE STESSI,invece che per i proprietari delle miniere:ti pare poco?
La "misera" tazza di zuppa è solo una tua personale deduzione.
Come al solito,con un solo aggettivo riesci a travisare l'intero discorso.
Potrei risponderti che la zuppa è "misera" perchè allo stato attuale il padrone della miniera ricava introiti enormi rispetto a quanto paga i minatori,ma mi sembrerebbe di offendere la tua intelligenza,ribadendolo.
Questa si chiamerebbe,un termini tecnici,"intermediazione sindacale" in seguito ad eventuale sciopero.
Abbiamo già dato,grazie.
Il "far valere il potere contrattuale",tra l'altro,inchioda il lavoratore alla sua condizione di "salariato",con tutto ciò che questo implica nel sostegno ad una condizione che di fatto non toglie potere al "capo",o al proprietario della miniera,ed è invece proprio quello che si vuole fare:sottrarsi alla gestione delle risorse da parte di un singolo o di un'oligarchia
Non scordiamo che non si sta rivendicando un maggior "riconoscimento" della propria manodopera in cambio di "denaro",ma si sta affermando la possibilità di un "riscatto" più generale,che comprende anche una visione della propria esistenza non più fatta di "lotte" per acquisire quelli che dovrebbero essere dei diritti ovvi.
Infatti.Si sta faticosamente cercando di dimostrare che il lavoro svolto collettivamente produce anche più del necessario per tutti,mentre quello "salariato" da un proprietario deve tener conto di entrate,uscite,spese di mercato,ecc.ecc.e quindi di ore di lavoro in più divise tra poche persone rispetto alla "mole" di produzione.
E credo che chi faccia una scelta autonoma sul tipo di vita che desidera fare,sia capace di tener conto delle difficoltà.
Cosa molto faticosa,vero.Ma non siamo forse un po' troppo "abituati" a che qualcuno faccia le cose al nostro posto?
Non scordiamo che non si sta rivendicando un maggior "riconoscimento" della propria manodopera in cambio di "denaro",ma si sta affermando la possibilità di un "riscatto" più generale,che comprende anche una visione della propria esistenza non più fatta di "lotte" per acquisire quelli che dovrebbero essere dei diritti ovvi.
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