Re: Anarchia

Inviato da  Santaruina il 22/5/2006 14:15:57

ma, se ti basta fai pure… se storicizzi la tua citazione (fine ottocento, periodo di rivoluzioni, spaccature nell’Internazionale, fenomeni di massa di riappropriazioni delle terre, anarcosindacalismo e chi più ne ha più ne metta) a me non racconti altro che un episodio della storia…

La pecora sequestrata e il piccolo pastore che si mette a piangere, Andycap...
Era questo il cuore della storia.... c’è poco da “storicizzare” ...

Per quanto riguarda la violenza, è ovvio che bisogna intervenire per difendere il debole assalito dal prepotente (qualcuno qui aveva tirato in ballo i cavalieri medioevali, che usavano la forza per difendere i deboli) ma vedo che troppo spesso si approfitta di tale ovvietà per “giustificare” 2,3, 5.000 morti.

No, l’uccisione di un solo innocente, in qualsiasi rivoluzione per qualsiasi ideale superiore contiene in sé tutto il male del mondo.

Ripeto, un solo innocente ucciso.

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Per quanto riguarda gli esempi urbanistici riportati, non volevano individuare una qualsiasi proposta da parte mia, ma era un semplice excursus storico.

sulla città medioevale sono un po’ meno d’accordo, perché la progettazione degli spazi nobili era una cosa, le periferie erano comunque un’altra… considera che di quelle zone, nelle città attuali, non rimane traccia perché vennero in gran parte distrutte nelle espansioni successive…

In verità in molte delle nostre città è facile individuare la crescita progressiva storica dei centri urbani, e questo perché fino all’ottocento le città stesse avevano una forma ben definita, essendo circondate da mura che ne determinavano la morfologia.

L’espansione procedeva ad anelli concentrici, e le mura venivano spostate via via all’esterno per inglobare le nuove abitazioni.
Prima dell’età moderna non si può parlare propriamente di periferie cittadine, e nonostante vi fossero sempre i palazzi rappresentativi delle famiglie più importanti che delimitavano le strade principali, le altre abitazioni erano più che dignitose e funzionali.

d’accordo, ma l’espansione erculea risponde alle necessità di Ercole, Pienza, a quelle di Pio II, ovvero il potere... stai proponendo una tirannide "illuminata"?

Come detto prima non propongo niente, il mio era un esempio di pianificazione centrale, ma sarebbe altrettanto stupido rifiutare di vedere per motivi ideologici la genialità e la raffinatezza di tali operazioni.
A prescindere dalle motivazioni di Pio II Pienza ad esempio rimane un capolavoro urbanistico.

Per quanto riguarda invece il piano di Hausmann a mio parere fu un vero e proprio delitto, proprio perché smembrava artificialmente il tessuto storico medioevale.

Per quanto riguarda i tentativi goffi degli architetti moderni di portare avanti progetti “spontanei”, il tutto purtroppo si risolve quasi sempre in fallimento, ed è emblematico il caso che citi di Matera, laggiù dove dei tanto vituperati “sassi” si è alla fine riconosciuta la grande dignità urbanistica e la genialità della distribuzione degli spazi.

Il mio parere è che la spontaneità alto medioevale fosse figlia di uno spirito andato perso, difficilmente riproponibile oggi.
Non bisogna infatti dimenticare che in epoche passate vi era una conoscenza dei luoghi e del territorio di gran lunga superiore a quella odierna, le città e i villaggi si sviluppavano nei punti più favorevoli e si evitavano quelli insalubri o instabili.

Oggi invece il territorio è devastato dalla pessima urbanistica, fatto che si risolve spesso in tragedie annunciate.
Nell’alto medioevo una pianificazione centrale non occorreva, perché la comunità aveva le conoscenze necessarie per costruire la città e gli spazi pubblici, nei luoghi e nei modi adatti, e questo fatto è confermato dalla constatazione che i centri storici medioevali sono a distanza di secoli funzionali e vivibili.

Attualmente invece la costruzione spontanea genera mostri e devastazione del paesaggio, con dissesto del territorio e scempio ambientale.
D’altra parte i piani regolatori e le pianificazioni sono quasi sempre espressioni di interessi speculativi di parte oppure figlie di assurde ideologie che da decenni hanno mostrato il loro fallimento, e ancora una volta basta farsi un giro nelle periferie fatte “a casermoni” per averne conferma.

Questi i fatti.

Se dovessi aggiungere un mio parere personale a queste considerazioni, direi che probabilmente il male moderno non si trova nella libera iniziativa o nella pianificazione, ma nella modernità stessa.
Quest ultimo è solo un parere personale, mentre l’analisi precedente vuole essere il più possibile oggettiva.

Blessed be

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