Re: Rilfessioni sulla democrazia

Inviato da  Pausania il 12/4/2006 17:01:11
In mancanza dello stato gli uomini sarebbero cattivi o buoni? Propongo un'altra visuale.
Noi oggi siamo portati a credere che il tessuto sociale funzioni (bene o male che sia) perché c'è lo stato, e che quindi il difetto dell'anarchia sia quello di non considerare le conseguenze di una mancanza di stato. Io contesto il fatto che lo stato permetta il funzionamento della società. Gli uomini non si massacrano a vicenda non perché c'è lo stato che glielo impedisce, ma perché lo sentono come moralmente corretto. Tanto è vero che negli USA, dove lo stato - sotto forma di polizia e carcere - è presente in dosi massicce, la criminalità violenta è ben più presente e virulenta che da noi.
Ancora: si crede che, ad esempio, i posti di lavoro funzionino per la gerachia che li ordina; ma non è così: una fabbrica va avanti perché chi ci lavora la manda avanti, cioè gli operai. Tanto è vero che quando si mette in atto uno sciopero bianco, cioè ci si attiene rigidamente alle norme imposte dalla gerarchia, normalmente tutto si blocca.
Questo perché lo stato ha mera funzione repressiva. Non nel senso delle squadracce di picchiatori, ma perché può solo intervenire su chi ha già violato le regole, ma non riesce a impedirne la violazione.
In realtà, come scriveva Malatesta (scusate non posso citare a dovere perché ho i libri in Italia), noi viviamo già senza stato, che eventualmente arriva a sanzionare a cose fatte.
Io credo che l'anarchia abbia già risolto il problema "cosa succede senza stato", perché la realtà ci ha presentato la soluzione: noi viviamo senza bisogno dello stato, ma crediamo che ci sia necessario perché ci è stato insegnato. Pensate solo che a scuola, o in libretti pseudo-storici come quelli di Montanelli, si dice che lo Stato moderno - il Leviatano - è la fase finale del progresso, senza la quale gli uomini sarebbero in una condizione animalesca. Evitano di spiegare, però, come nei 3000 anni prima questa situazione animalesca non esistesse, pur in assenza dello Stato-Leviatano.
Eliminando lo stato non si eliminerebbe alcun connettivo sociale, soltanto un apparato repressivo (nel senso che ho detto) che non ha alcuna utilità pratica nemmeno adesso.
In questo senso credo che l'anarchia serva a scardinare la falsa polarità Gerarchia/Ordine contro Libertà/Caos, ma soprattutto scardini il principio che l'autorità, di qualsiasi genere, sia utile. In questo senso credo prosegua idealmente lo spirito illuminista nella definizione di Kant, come uscita dallo stato di minorità da parte dell'individuo che in tal modo si rende responsabile di sè stesso di fronte al mondo. Nel momento in cui non vale più lo autòs èfe, l'ipse dixit, insomma cade il principio di auctoritas in favore del principio di veritas, lì si ha il primo nucleo e fondante del pensiero anarchico. Non è banalmente una questione di ordine organizzativo-sociale, quanto un atteggiamento di ogni singolo, che è libero e responsabile. Per questo anarchia non è caos: anarchia è responsabilità.
La questione sulla democrazia mi permetto di risoverla in breve con una battuta.
demou kratos non significa potere al popolo, perché il greco demos non significa il latino/italiano populus. La democrazia era il governo del demos, cioè di una parte ben precisa della società (ateniese per lo più): significa maschio, ateniese (cioè nato da entrambi i genitori ateniesi), con un reddito sufficiente e non privato dei diritti politici. In pratica una minoranza all'interno del popolo ateniese (che infatti veniva indicato con lo spregiativo plethos, massa, confusione, plebe).
Quindi oggi ben chiamiamo il nostro sistema politico democrazia, perchè è qualcosa di un po' più allargato della oligarchia, ma non c'entra niente col governo del popolo.

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