Re: Rilfessioni sulla democrazia

Inviato da  Santaruina il 11/4/2006 23:16:49
Bene, mi piacciono le considerazioni emerse.

Parlando per me, devo premettere che non mi posso definire anarchico, primo perché ancora dell’Anarchia non ne so abbastanza, e secondo perché sto ancora riflettendo sulla possibilità dell’esistenza di una forma di governo che possa agire per il bene della gente.

Ma ho le idee molto confuse, ancora.

Detto questo, direi che Zelan ha toccato dei punti importanti, e vorrei soffermarmi su questo:

- l'assenza di un'organo Statale equivale ad assenza di regole?
Ho già spiegato in breve sopra, ma qui voglio ribadire e approfondire: la mancanza di un governo centrale non è il punto di partenza, ma il punto di arrivo dell'Anarchia. Il punto di partenza sono i valori fondamentali per la convivenza civile (ergo: rispetto della persona, della vita, del pianeta, riconoscimento della sfera privata e pubblica dell'individuo, collaborazione, libera associazione organizzata, e potrei andare avanti... questo è di sicuro un altro punto da discutere),


Mi pare un’opinione interessante.
Direi anche che la presenza di uno Stato impedisce sul nascere la possibile crescita di una tale organizzazione che parta dal basso.

Mi pare inoltre da sottolineare il fatto che la proprietà privata rientri nei diritti fondamentali della persona, a mio parere, e la sua abolizione, presuppone la presenza di un “ente” che imponga tale decisione, quindi contraddirebbe il fondamento stesso dell’ Anarchia.

Sul liberismo invece, Pausania ha fatto un’osservazione giusta: il sistema cosiddetto capitalistico occidentale è molto lontano dalle teorie liberali ortodosse, intendo Mises e la sua scuola.

Il vero liberismo è anarchico per definizione, poiché non prevede stati od organi superiori che decretino leggi e impongano vincoli, come oggi accade.

Walhalla:
ma a me tutto quello che ho letto e sto leggendo a riguardo mi fa frullare continuamente nel cervello l'equazione anarchia=egoismo

Forse è più corretto dire che l’opposto dell’Anarchia, il collettivismo socialista, è una sorta di altruismo imposto, una contraddizione in termini, in cui il cittadino è costretto a rinunciare a parte della sua libertà a beneficio della collettività.

Nell’anarchia l’essere egoisti o meno sarebbe una libera scelta dell’individuo, e nulla imporrebbe di rinunciare ad atti di altruismo o di collaborazione sociale spontanea.

Infine, rispondendo a Polidoro, devo ammettere che la misera conclusione di tutti gli esperimenti, in particolar modo ottocenteschi, di costruzione di una società libertaria che si organizza dal basso è il fattore che più mi fa riflettere sulla possibilità di riuscita di una organizzazione di tale tipo ai giorni nostri.

Pongo infatti una domanda:

non potrebbe succedere che in una società che si è liberata da tutti i vincoli di un qualsivoglia governo la stessa organizzazione gerarchica si ripresenti spontaneamente dal basso?

Blessed be

p.s.: Dusty, arrivo

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