Re: Anarchia

Inviato da  florizel il 29/2/2008 20:43:07
prealbe
Citazione:
non ha un suono affatto diverso dalle tante vuote formule che in questo periodo di campagna elettorale risuonano in bocca a personaggi cui - sono certo - non gradisci (giustamente) essere assimilata.


Io ti ringrazio per questo ennesimo apprezzamento, ne sono davvero lusingata…ma colgo l’occasione per farti notare che nonostante tu giudichi il “potere” e le gerarchie come espressioni “naturali” degli individui (e di conseguenza “naturale” pure la loro applicazione in ambito sociale) i parassiti statalisti devono ricorrere alle suddette “formule vuote” per mantenere quelle gerarchie e quel potere… Non è poi così tanto “naturale”, per il potere, mantenere quello status, ma piuttosto “artificioso”, o no? Ma il tuo ragionamento appare anche come un positivo (quanto inconsapevole) primo passo nella comprensione di alcuni meccanismi, benché ti ostini a non voler capire che le risposte sono insite nelle tue stesse domande.

D’altra parte, qui ci si è un po’ rassegnati ad essere da te, ormai coattamente, definiti dei “fuori di testa”, ma se ti si continua a dare spiegazioni su cui, tutto sommato, sembra che tu NON VOGLIA riflettere, si spera almeno che esse non vengano sottoposte ad un impantamento preterintenzionale, da parte tua.
E allora, mettendo da parte la sensazione che stai qui per prenderci tutti per il culo, RI-provo a darTI ancora credito, precisando che non sono né una sociologa, né una psicologa, né una storica. Nonostante ciò, non posso fare a meno di considerare gli effetti che il potere ha sugli individui, me compresa.

Citazione:
hai avuto un milione di occasioni (più o meno) per precisare un po’ in che modo (cioè su quali basi - psicologiche o sociologiche o storiche o quelle che tu ritenga più pertinenti, però almeno una!!!) l’applicazione concreta dei principi anarchici sia apportatrice di tutta questa positività nella vita sociale


Ti ringrazio anche per le “occasioni”, ma credevo che stessimo qui, e già mooolto tempo prima del tuo arrivo, proprio per darci la possibilità di discutere insieme, non per essere grati a te di avercene dato la gentile opportunità. Piuttosto, anche per te sarebbe ormai giunto il momento di cogliere l’occasione per dimostrare la “naturalezza” del potere e delo stato, al di là di assunti teorici non dimostrati se non in base ad un’analisi “storica” delle strutture sociali carente in fatto di conseguenze sulle società civili; analisi, per altro, che estendono un limitato periodo di tempo della storia umana alla sua totalità.

Comunque, cerco di schematizzare, sperando di farmi capire.

Base psicologica –Risulta evidente che in un contesto a-statale, in assenza, cioè, di un apparato centrale che per amministrare efficacemente ha necessità di conformare l’esistenza degli individui, gli stessi abbiano maggiori possibilità di strutturare le loro vite secondo tempi e modi del tutto indipendenti dai trend richiesti dalla necessaria omologazione statalista. Unitamente alla libertà VOLONTARIA di associarsi, che in quel senso risulta priva dei vincoli burocratici e dalle norme monopolistiche dello stato, l’individuo è più agevolato nell’interazione con i suoi simili; né vi è obbligato, da motivazioni di tipo sussistenziale, a ricorrervi.

Dal punto di visto psicologico, i risultati di un’opera o di un lavoro, individuale o di gruppo, che traggono origine dalla personale autonomia decisionale, e non sottoposti a sistemi di gestione che implicano forme di gerarchia imposta (quindi di esercizio del potere), sono esperienze che non possono che accresce la “stima di sé”; considerando, tra l’altro, che solo una libertà DA schemi statici ed indotti può favorire l’espressione del potenziale umano.

Base sociologica – Se ti riferisci al termine “sociologia” che indica lo studio delle strutture, dei processi e delle regole sociali, il motivo per cui la struttura statalista è NOCIVA al genere umano, mi pare di averlo spiegato (se ricomincio, mi si accusa di soffermarmi su questo per evitare di rispondere, quindi sorvolo).

Per quanto riguarda l’Anarchia, non so se parlare di “strutture” sociali è corretto, o almeno non nei termini convenzionali, dal momento che si tratta più di una forma di organizzazione sociale, abbastanza fluida da consentire gli scambi tra gli individui a tutti i livelli. Sostanzialmente, l’idea anarchica di società si basa su una serie di rapporti tra comunità, più facilmente auto-gestibili quanto più ridotto è il numero dei componenti. Con “ridotto” indico qualcosa di completamente diverso dai grandi numeri che giustificano l’esistenza di un’autorità centrale. Tali comunità, se lo vogliono, possono formare delle confederazioni interagenti tra loro. La gestione della vita sociale è affidato alla pratica della “democrazia diretta”.
Base storica –hai bisogno che ti si descriva il disastro a cui ha condotto la gestione gerarchica delle società umane, per capire su che base storica si fonde l’esigenza dell’Anarchia?

Se sono stata riduttiva non è colpa mia, l’argomento è talmente vasto da richiedere pagine e pagine di interventi: quindi, accomodatevi.

Citazione:
Devi essere circondata da persone veramente straordinarie, eccezionali. Mi fa davvero piacere. Tutti individui intelligenti, maturi, equilibrati, collaborativi, altruisti, rispettosi, disponibili e fratelli nell’animo. Buon per te. Io invece conosco un sacco di gente normale: non tutti intelligenti, molti estremamente immaturi, tutt’altro che equilibrati, collaborativi, ecc. ecc. Ed è a queste persone normali (“chi c’è, c’è”; ricordi?) che penso quando discetto di gruppi sociali. Tu invece penserai - giustamente, dato il tuo splendido entourage - solo a quegli individui meravigliosi che conosci. In effetti, loro sapranno sicuramente autogestirsi senza problemi. Sei fortunata, te l’ho detto.


Non sono affatto circondata da esseri “superiori”, prealbe. Mi faccio il mazzo tanto ogni giorno pur di contribuire a tessere relazioni umani basate sulla fiducia e sulla collaborazione, o per scardinare consuetudini assunte quasi inconsapevolmente, semplicemente perché “si fa così”, o perché condizionate dalla “pervasività” del “potere”, di cui lo stato è solo un espressione.
Ma questo non implica che, forse come per te, spinta da puerili tentativi di difendermi io arrivi a vedere negli esseri umani solo gli aspetti negativi. Anzi, “autosuperamento” forse è anche liberarsi da questa visione miope.

Citazione:
Continui ad avere sensazioni inaffidabili. Per un'anarchica, mi sembra grave.


A livello di “effetti concreti”, ritengo più nefaste le certezze di un accanito assertore del potere e dello stato.

Comunque io ti devo ringraziare, perché più cerco di illustrarti gli aspetti positivi dell’Anarchia, più mi convinco della sua necessità.

"E' tutt'altro avvenire che bisogna reinventare/ senza idoli o modelli, passo a passo, umilmente/ senza verità tracciate, senza domani prestabiliti/ .../ un avvenire che nasca da un po' meno di sofferenza/ .../ un avvenire radicato nella nostra vigilanza/ verso tutti i poteri della terra e del cielo./ In nome dell'ideale che ci faceva combattere /e che ci spinge ancora a batterci oggi."

Leo Ferrè, "Le Bilan".

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