Ciao Shevek,
quella sul
mondo di merda era una battuta, semplicemente non mi piace pensare che tutto è così e non altrimenti da come deve essere.
Citazione:
la mente è dotata di varie funzioni, che saltano tutte o alcune alla volta ogni qual volta il cervello è danneggiato. Si può sostenere che essa non dipenda esclusivamente dalla materia grigia, ma, allora, come dicevo, occorre ipotizzarne la radicale incorporeità. A questo punto, però, non si comprenderebbe perché un ente incorporeo dipenderebbe da un ente corporeo per lo svolgimento delle sue funzioni.
Mai sentito parlare della ghiandola pineale?
Scherzi a parte, ipotizziamo pure l'assolutezza del principio di causalità (e in generale della necessità logica) come spiegazione
vera del reale.
Prendiamo in considerazione il fatto che il discorso sul libero arbitrio è legato alla sfera della prassi e non a quella della teoresi.
Seguendo il tuo ragionamento, noi non riusciamo a ricostruire la catena causale che sta alla base dei nostri atti, per cui ci illudiamo di vivere in un regime di libero arbitrio.
Quindi, a livello teoretico, è vero che il libero arbitrio non esiste, ma a livello
pratico sì, perché nei fatti viviamo
etsi liberum arbitrium daretur. E la sfera della prassi non necessariamente è inferiore a quella teoretica.
Il che è sostanzialmente quello che dici tu, ma io dagli stessi presupposti derivo che il libero arbitrio
esiste, in quanto è a livello pratico che si determina ed è questo il livello preso in considerazione nella disussione.
Non so se mi spiego.
Piccola aggiunta: se proprio vogliamo conferire valore ontologico al principio di causalità, allora dobbiamo conferire valore ontologico al suo padre, il principio di non contraddizione. L'ombra di Severino incombe.
Carlo
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