Re: Scienza e filosofia

Inviato da  florizel il 10/11/2006 15:03:21
KirbmarcCitazione:
Che cosa è il "senso" di una cosa? Una volta che sai i suoi movimenti,la sua composizione,il suo stato,non sai anche il suo "senso"?

Visto che si è in vena di storie zen, eccone una che potrebbe contribuire alla discussione.

I ciechi e l'elefante

Al di là di Ghor si estendeva una città i cui abitanti erano tutti ciechi. Un giorno, un re arrivò da quelle parti, accompagnato dalla sua corte e da un intero esercito, e si accamparono nel deserto. Ora, questo monarca possedeva un possente elefante, che utilizzava sia in battaglia sia per accrescere la soggezione della gente.

Il popolo era ansioso di sapere come fosse l'elefante, e alcuni dei membri di quella comunità di ciechi si precipitarono all'impazzata alla sua scoperta.
Non conoscendo ne la forma ne i contorni dell'elefante, cominciarono a tastarlo alla cieca e a raccogliere informazioni toccando alcune sue parti.
Ognuno di loro credette di sapere qualcosa dell'elefante per averne toccato una parte.
Quando tornarono dai loro concittadini, furono presto circondati da avidi gruppi, tutti ansiosi di conoscere la verità.
Posero domande sulla forma e l'apparenza dell'elefante, e ascoltarono tutto ciò che veniva detto loro al riguardo. Alla domanda sulla natura dell'elefante, colui che ne aveva toccato l'orecchio rispose: "Si tratta di una cosa grande, ruvida, larga e lunga, come un tappeto".

Colui che aveva toccato la proboscide disse: "So io di che si tratta: somiglia a un tubo dritto e vuoto, orribile e distruttivo".
Colui che ne aveva toccato una zampa disse: "È possente e stabile come un pilastro".
Ognuno di loro aveva toccato una delle tante parti dell'elefante. Nessuno lo conosceva nella sua totalità: tutti immaginavano qualcosa, ma la conoscenza non appartiene ai ciechi.


Questo, per dire cosa?
Che la "realtà" può essere "spiegata" scientificamente, ma la scienza, nella sua applicazione pratica deve necessariamente "frammentarla",e quella spiegazione sarà un'interpretazione parziale del reale.
La filosofia consente di percepire il "senso" di una cosa dal momento che non può prescindere dal contesto che la contiene, a mio avviso. Ed è in tale contesto, non fuori da esso, che una cosa assolve al suo stesso senso.
L'interdipendenza tra scienza e filosofia, quindi, garantirebbe una costante attenzione verso la totalità della realtà nella quale la cosa si colloca.
Ed è qui, forse, che anche l'etica trova la sua espressione.

Perdonate l'intrusione, ma questo topic mi sta affascinando.

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