Re: Anarchia

Inviato da  franco8 il 12/6/2006 11:07:17
Citazione:

la necessità di essere competitivo non è necessariamente in contrasto con l'interesse del lavoratore.

OK, Pax. Allora mi accontenterei che tu dicessi:
" "la necessità di essere competitivo può essere in contrasto con l'interesse del lavoratore. (e anche con l'interese generale)"

Per me, questa, è la "confutazione" che cercavi.

(tralascio che dovremmo chiederci che vuol dire "essere competitivi"...)


Citazione:

La carne con gli estrogeni non è dunque, automaticamente, un prodotto di successo, anche se permette margini maggiori: se non trova compratori, è un prodotto pessimo anche dal punto di vista del produttore.

Quindi, in un certo senso, la carne agli estrogeni è un prodotto di successo finchè trova compratori.
(non è detto che il produttore sia in malafede... può dipendere anche dall'ignoranza... Ma se tutto è affidato alla libera scelta ...?
Ammettiamo pure che questo sia un caso limite, ma conferma quello che dicevo io:
perché il libero mercato "funzioni" dovrebbero verificarsi una serie di condizioni che raramente nella realtà sono verificate...
Una sostaziale parità di condizioni, nessuno stato di necessità o di inferiorità, nessun "potere" ecc. ecc.
in più, implicitamente ma neanche tanto, col tuo discorso ci metti anche la condizione che ciascuno
"abbiamo provveduto individualmente a costruirsi una base culturale..."
non solo per saper riconoscere l'effetto della pubblicità, ma anche per sapere riconoscere la carne agli estrogeni o, per esempio, il vino aduleterato (tanto per fare riferimento ad un altro caso concreto)...


Citazione:

E senza violenza, scusa se è poco!

Beh.. quella era eslusa in partenza...


Ashoka
Citazione:

Non è una costruzione ideale ... ... esempi di “mercato” ci sono stati e ci sono e guarda caso non c'era lo zampino dello Stato. Chissa perché?

Le interpretazioni possibili poso essere diverse. ad esempio si può dire che la necessita di intervento dello stato è dovuta al fatto che quel mercato non funzionava (portava a risultati non desiderati).

Ma, dopo tutto quello che s'è detto sul lavoro, sullo scopo del lavoro, sull'interesse della comunità, sul potere, su "fini e mezzi"..
il problema non è se sia possibile o meno un "libero mercato che risponda ai bisogni", possiamo sempre scambiarci le figurine, cambiare vino per birra o monete per diamanti o quello che volete voi...
Ma ciò "restringe la visione" e trascura una serie di fatti che non vengono tenuti in conto...
ad esempio un punto da ricordare è che le relazioni di scambio tipiche del mercato (per quello che intendiamo comunemente, ovvero scambi finalizzati a massimizzare il guadagno, il profitto) rappresentano solo un tipo, un caso particolare fra tutti i tipi di relazioi umane e di scambi che possono aver luogo e che hanno luogo nella vita.
Gli elementi "economici" nel complesso delle relazioni umane potrebbero e dovrebbero essere solo dei "vincoli" e non gli unici scopi. A me basterebbe questo.
Da ciò derivo che non necessariamente devo trattare il "lavoro" come una "merce".
Non è necessario o nè utile che la gestione di beni collettivi segua logiche di profitto...

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