Re: Anarchia

Inviato da  andycap il 30/5/2006 18:56:44
L’anarchia nata in Grecia? Cavoli, questa me l’ero persa.. grazie. Peccato che ovunque non ne trovi riscontro, ma continuerò a cercare; intanto, mi indichi per favore in quale post è stato espresso questo concetto? me lo voglio rivedere. Forse si fa confusione col termine generico (che è sicuramente greco antico) ed il movimento (che è ottocentesco). Come confondere vespa (in quanto insetto) e Vespa (in quanto ciclomotore): la seconda deriva chiaramente dalla prima, e dal concetto di vespa insetto ha tratto alcuni aspetti,come la velocità, il “suono”, ma non tutta la sua essenza.
Comunque, io e una caterva di imbecilli che amano definirsi anarchici in barba alla verità (ma anche una serie di studiosi che anarchici non sono, tipo Abbagnano, Giannantonio ed altri) rimaniamo dell’idea che l’anarchismo nasca con proudhon, e quindi mi appare una posizione un po’ egocentrica quella di superare così di botto 150 anni di movimento anarchico (e di studi filosofici in genere) senza curarti di cosa questo abbia espresso (con tutte le sue contraddizioni e le spaccature interne per le quali si è anarchici insurrezionalisti, mutualisti, anarco-comunisti, ma non menefreghisti)… e ti pruda quello che vuoi, rimani un superficiale se umilmente, prima di stravolgere un intero pensiero che dura da 150 anni, non lo affronti profondamente… quindi continua a domandare, magari impari qualcosa e scopri che la tua “anarchia” è solo egocentrismo…

X ashoka
Proudhon è solo il punto di partenza, quello del socialismo scientifico che conduce verso l’utopia, e quindi è normale che la discussione sullo “stato” è ancora ai primordi, infatti:

con la parola [anarchia] voglio indicare l'estremo limite del progresso politico Le istituzioni di polizie, metodi preventivi e repressivi, burocrazie, tassazioni, etc. sono ridotti al minimo.

ma qua e là si affaccia il superamento dello stato:

Anarchia è ... una forma di governo o costituzione in cui la coscienza pubblica e privata, formate attraverso lo sviluppo della scienza e della legge, sono sufficienti, da sole, a mantenere l'ordine e garantire tutte le libertà..., monarchia e centralizzazione intensiva spariscono per essere rimpiazzati da istituzioni federali ed un modo di vivere basato sulla comune (municipalità)

Il contratto di federazione, la cui essenza è sempre quella di assegnare più potere per i cittadini che non per lo stato, e per le autorità municipali e provinciali rispetto al potere centrale, è l'unica modo che ci può indirizzare sulla giusta via.

Libera associazione... l'unica vera forma di società. Il sistema dei contratti, sostituto per il sistema di leggi, costituirà il vero governo, vera cittadinanza del popolo, la Repubblica.

In una società libera, il ruolo del governo è essenzialmente quello di legiferare, istituire, creare, iniziare, stabilire, il minimo indispensabile.... Lo stato non è un imprenditore.... Una volta che il meccanismo è stato completato e la macchina messa in moto, lo stato si ritira, lasciando l'esecuzione dei compiti alle autorità locali ed i cittadini


Perdona le mie perplessità su:
Dove troveremo un potere capace di controbilanciare lo Stato? Non c'è null'altro che la proprietà... L'assoluto diritto dello Stato è in conflitto con l'assoluto diritto del proprietario. La proprietà è la più grande forza rivoluzionaria che esista.

Le ipotesi che mi posso fare, alla luce delle mie conoscenze, sono
1) la tua edizione degli scritti scelti è a cura di von Mises
2) quando fai le citazioni non leggi tutto il capitolo, ma solo una frase che, estrapolata dal contesto, assume un significato diverso da quello originale.

Questo perché o Proudhon è schizofrenico (nello stesso scritto prima afferma che la proprietà è furto e dopo la esalta) o forse parla di “small scale property” e proprietà dei mezzi di produzione. Quindi niente proprietà individuale di una grande industria, e la differenza mi sembra sostanziale: infatti Proudhon definisce anche la differenza tra proprietà e possesso: la prima è creatrice di reddito, fonte di facile ed esclusivo guadagno, mentre la seconda consiste nell'uso socialmente responsabile di un bene al fine di trarne un frutto corrispondente al lavoro fornito. Nel possesso non vi è diritto assoluto di proprietà né trasformazione del bene in capitale parassitario. Infatti le necessità primarie (casa e strumenti di lavoro) sono delle singole persone…
Un vecchio canto anarchico dice:

La casa è di chi l’abita
E vile è chi lo ignora
Il tempo è dei filosofi
La terra di chi lavora


Questa è la proprietà rivoluzionaria in Proudhon, non ti pare?
Proudhon afferma che è il lavoro dell’uomo a conferire valore agli oggetti (l’oro senza minatori non ha valore, perché rimane dentro la montagna, per intenderci). Gli strumenti di lavoro non sono dell’operaio ma rimangono del padrone nonostante in termini economici siano stati abbondantemente ripagati dal lavoro dell’operaio. Il proprietario degli strumenti continua a guadagnare attraverso il lavoro di altri su strumenti che “affitta”, dal lavoro congiunto di più singoli (il plusvalore) ottenendo in più il “prodotto”: questo lo rende un parassita. Da qui la necessità di appropriarsi degli strumenti di produzione.

Il capitalista,si dice, ha pagato la giornata degli operai: per essere esatti, bisogna dire che ha pagato ogni giorno una giornata quanti operai hanno impiegato, il che non è affatto la stessa cosa. Perché questa forza immensa che risulta dall'unione e dall'armonia dei lavoratori, dalla convergenza e dalla simultaneità dei loro sforzi, egli non l'ha pagata per niente. Duecento granatieri hanno alzato sulla sua base in qualche ora l'obelisco di Luxor; si pensa che un solo uomo in 200 giorni, ne sarebbe venuto a capo? tuttavia, per il conto del capitalista, la somma dei salari sarebbe stata la stessa."

E’ universalmente riconosciuto (a parte Pax), che il movimento anarchico nasce sulla base di questo pensiero e di lì si muove verso direzioni a volte anche aspramente contrastanti. Una su tutte l’utilizzo della violenza. Come vedi in Proudhon c’è da un lato una posizione che porta a quell’anarchismo definito esistenziale (che agisce attraverso la creazione di un mutamento storico e personale, chiaramente non violento, nel desiderio di creare un cambiamento dinamico della società, ovvero di evitare qualsiasi meccanismo di cristallizzazione di un nuovo “assoluto”) e dall’altro in alcuni passi viene suggerita una prassi insurrezionalista (appropriarsi dei mezzi di produzione non è decisamente possibile senza l’uso della violenza). Queste due posizioni sono attualmente antitetiche in seno al movimento anarchico mondiale.
Firmarmi Proudhon era un mio gioco personale per chi avesse potuto (o voluto) cogliere nella collettività da me idealizzata il superamento di questa frattura proprio attraverso la rilettura (non integrale né dogmatica) del saggio di Besancon

A. M. Jacob (vediamo se qui trovi qualche citazione “liberista”)

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=52&topic_id=1146&post_id=25492