Re: Anarchia

Inviato da  florizel il 30/5/2006 15:27:44
bandit,innanzitutto mi auguro che quelli che ritengo siano tuoi personalissimi esercizi di dialettica fine a se stessa,siano evidenti anche a chi non la pensa esattamente come me.
Dopo di che,passo al commento del tuo post.

Mi chiedi di precisare se per "attacco esterno" intendo qualcosa di diverso:no,intendo esattamente "attacco esterno".

La minaccia è "interna" nel momento in cui quell'attacco esterno è riuscito a penetrare all'interno della comunità minacciandone l'esistenza.
Quindi,mi pare logico che liberarsi di quella minaccia equivale a metterla "fuori",non a ributtarla "dentro".
A meno che la logica non ce la siamo venduta in cambio di denaro.

>esistono regole da rispettare per non essere buttati fuori ? il comportamento delle persone viene controllato per verificare il rispetto delle regole ?

Le regole di cui parli si presuppongono volontariamente stabilite ed accettate,per cui non posso che rimandarti ai post precedenti,miei e di andycap,per ulteriori approfondimenti.

>*un gruppo inizia ad usare una strana merce per i loro scambi che assomiglia al denaro. la usano anche per gli scambi verso l'esterno.

Ripeto:quel gruppo proviene da una condizione in cui il denaro,ed i criteri per il suo utilizzo,sono stati rifiutati coscientemente,senza imposizioni di sorta.
Questo passaggio non ti piace,mi sembra di capire.Ma è il presupposto per cui "liberamente" si è scelto di aderire a quella comunità.
Se non accetti questo come base di partenza,qualsiasi altra discussione mi pare inutile.
Mi pare tra l'altro ovvio che le "regole" della comunità non sono fissate una volta per tutte,rigidamente e aprioristicamente.
La preservazione della libertà dalle insidie della gerarchia e del potere passa anche attraverso l'opposizione al ripristino delle condizioni precedenti,e non è stato dimostrato ancora che sia "la strana merce" a rendere "liberi".

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