Re: Anarchia

Inviato da  andycap il 11/5/2006 16:40:49
Citazione:

Ashoka ha scritto:
No, tutt'altro. Sono frutto della regolamentazione dell'economia.
Mi spiego meglio: le banche che hanno effettuato i prestiti a Parmalat e Cirio, comprando i loro bond, lo hanno fatto grazie alle leggi “statali” che permettono loro di prestare più soldi di quanti siano i depositi (riserva frazionaria), di rifiutarsi di pagare i propri clienti che volessero ritirare i loro depositi in caso di insolvenza (suspension of specie payments) e tante altre belle leggi assortite.


Perfetto… Ammetto che le mie conoscenze di “libero” mercato fanno un po’ acqua, ma…
In regime capitalistico ci sono imprese più o meno “potenti”: credo che questa potenza non sia legata a fattori esclusivamente “economici”, ma anche ad aspetti politici. Infatti sottolinei come la regolamentazione dell’economia vada in soccorso dell’impresa (e, forse, di certa impresa) e non del piccolo investitore,giusto?
L’indebitamento delle imprese è spalmato sui piccoli investitori, non sui manager che godono comunque di stipendi altisonanti…

Citazione:

Ashoka ha scritto:
La vera domanda (a cui molti di voi han già dato una risposta negativa) è se possa esistere la “Proprietà” senza violenza. Se essa sia o meno parte della legge “naturale”.


Certo, esiste proprietà senza violenza, non esiste (a mio umile parere) capitalismo senza violenza…
Marxianamente parlando, il capitalismo persegue la massimizzazione del profitto (attraverso la creazione di plusvalore mediante la creazione di lavoro salariato). Il legame economico tra capitalisti e proletariato è, in origine, lo sfruttamento. Lo sviluppo (sempre per Marx) è dunque garantito dall’espansione delle forze produttive e dall’intensificazione della lotta fra classi.
Dall’altra parte Weber, più tardi, sottintende al capitalismo un principio di razionalità economica, e questo apre la strada alla ricerca sistematica del profitto. Oggi si intende (credo universalmente) “capitalistico” quel rapporto tra società sviluppate e quelle sottosviluppate, che, sottolineo, non è paritetico (e quindi violento?)
Leggo e riporto (volgarissima Enciclopedia universale dell’Economia Garzanti)
Per liberismo si intende quel vasto indirizzo teorico che intravede nella libera manifestazione dei comportamenti economici individuali (e quindi nell’astensione dello stato da politiche attive) la condizione fondamentale per il funzionamento del sistema economico.
Ed ancora
Come nella società politica (sic!!), anche nell’ambito economico l’elemento centrale è l’individuo; e l’armonizzazione delle azioni avviene attraverso un’entità imparziale (!!!!!): il mercato, che assicura la razionalità del sistema complessivo.
Capisci allora qual è il mio dubbio? In una società già ampiamente capitalista, con accumulo di capitale (o di debiti, a questo punto è lo stesso) da parte delle oligarchie, il mercato è davvero imparziale??? Scusatemi, sarò vetero, ma per me assolutamente no… Ed in questo “liberismo” è per me un utopia molto meno affascinante della mia…
Spero che questi argomenti siano un po’ meno astratti e che rispondano alla tua domanda (simpaticamente zen!)

Citazione:

Ashoka ha scritto:
Io non sono così sicuro del fatto che il concetto di proprietà implichi violenza anche perché se si parte dal fatto che una comunità anarchica nasce come associazione volontaria ne consegue che possano benissimo coesistere due comunità che la pensano in modo differente in merito.


Il concetto di prorpietà implica violenza se ti impedisce di pensarla altrimenti...
Per questo ti rimando nuovamente alle esperienze del ’36 in Spagna (quando, oltre ai franchisti, i comunisti sparavano agli anarchici ed ai trotzkisti…)

En la plaza de mi pueblo…

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