Re: Anarchia

Inviato da  andycap il 11/5/2006 0:22:38
Ok ok, parliamo di nietzsche allora, e delle sue contraddizioni…
Per il baciacavalli l’eccessivo interesse per il passato distrugge la personalità dell’uomo e impedisce la possibilità di lanciarsi verso il nuovo. E’ forse per questo che afferma per la nuova cultura tedesca (dell’ottocento) la necessità di confrontarsi con la grecia del VI secolo avanti Cristo?
Quella stessa grecia presocratica nella quale predominano dionisiaco ed apollineo? Data la sua particolare attenzione per l’elemento dionisiaco, afferma che il Cristianesimo ha ingabbiato la vita (e qui sono d’accordo), ma non afferma anche la superiorità dell’ebbrezza collettiva che conduce all’unità?
Parliamo ora della mia diversa interpretazione di N.
Andiamo ora al di là del bene e del male: alcuni studiosi affermano che
Con il rovesciamento dei valori non intende distruggere valori morali esistenti e accettabili come tali, ma al contrario vuole mostrare l’insostenibilità di “vecchie tavole” di valori
…il nichilismo stesso, secondo N., non si esaurisce affatto nel suo aspetto negativo e decadente (distinguendosi dal pessimismo) ma può essere, per chi lo sappia interpretare, un segno di forza
(dorno gregory verra, vol3, pp.123-130)
Quindi si apre uno spiraglio di interpretazione completamente diversa da quella che leggo finora nei post di Santa… tanto che
L’uomo è un cavo teso tra la bestia ed il superuomo (Also Spracht Zarthustra)
Ovvero il superuomo come superamento del nichilismo… La volontà di potenza non come affermazione sugli altri attraverso la forza, ma come messa in atto delle infinite potenzialità che sono state mortificate da secoli di storia…
Ora, Santa, capisci chi è stato sempre mortificato per me? Non di certo un manager rampante che lucidamente sceglie il capitalismo sfrenato (il nuovo dio da abbattere), ma gli umili e gli offesi, ovvero quelli che da sempre sono stati sfruttati…

Io vi do questo segno: ogni popolo parla il suo linguaggio del bene e del male: il vicino non lo comprende. E quello infatti un parlare che si è inventato da sé, secondo il costume e il diritto.
Ma lo Stato mente in tutte le lingue riguardo al bene e al male:
mente, qualunque cosa dica; e anche ciò che ha lo ha rubato.
Tutto in lui è falso; e con denti rubati morde, il mordace.
Persino le sue interiora sono false.
La corruzione delle espressioni sia del bene che del male è il contrassegno dello Stato.
Invero questo contrassegno indica volontà di morte.
E in realtà, attrae i predicatori di morte!

E tu parli di invalidi da buttare giù da una rupe!, allora predichi morte, allora sei attratto dallo stato! (perdonami la boutade!)

Dove lo Stato finisce, comincia l'uomo che non è superfluo:
comincia il canto della necessità, la melodia singolare e irrepetibile.
Là dove lo Stato finisce, guardate dunque là, fratelli miei!
Non vedete l'arcobaleno e il ponte del Superuomo?

Di che necessità sta parlando? Sicuramente ci posso includere il crollo dei vecchi idoli, difficilmente ci vedo la creazione di nuovi idoli…

Citazione:

bandit: Mises non e' affatto smentito. come fai a chiedere conto a lui delle nefandezze degli stati, quando lui ne vuole il meno possibile ? Semplicemente il liberista ritiene che lo stato debba essere piccolo il piu' possibile, ma zero non e' possibile.


Sì, ma qui si discuteva anche della possibilità di un anarcoliberismo, quindi Florizel ha ragione…. Anche perché un liberista vuole lo stato sino a quando gli fa comodo (le funzioni coercitive!!!!), ovvero sino a quando lo stato non dovesse intervenire a regolamentare lo sviluppo (e quindi ad impedire che i piranhas si sbranino le pecore di Santa!!). Quindi la pace da difendere è, per Mises, ovviamente quella di chi gestisce il mercato, non di chi lo subisce… In tutto questo dov’è l’anarchia?
E poi,

Citazione:

Nemmeno mi sembra ci siano in giro tanti governi che mettano in pratica le sue idee, tanto sarebbe gia' se un politico su 10 lo conoscesse e lo avesse studiato. ai politici fa molto piu' comodo richiamarsi agli ideali di "solidarieta'" e delle necessita' di regole, e dagli contro al far west del libero mercato. cosi' loro giustificano il loro ruolo e si riempiono la pancia.


Probabilmente lo conoscono in pochi (io sono tra gli altri), ma non mi sembra che i politici si facciano poi così la bocca col concetto di solidarietà… Inoltre, i crack finanziari (Parmalat e Cirio in primis, che vedono coinvolti personaggi politici) non sono frutto di una politica economica deregolamentata? Di nuovo ragione a Florizel, che indica nelle oligarchie (statali o industriali) la radice del problema (sempre se stiamo parlando di anarchia…)

E ha ragione Pausania… non confondiamo Anarchia e Marxismo, altrimenti non ci intendiamo…

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