Re: Anarchia

Inviato da  bandit il 10/5/2006 15:24:04
ciao Shevek:
"Bandit, anche oggi lo scambio non può avvenire. Se tu desideri tanto un oggetto al punto da volerlo pagare un prezzo spropositato ma a stento hai in tasca il denaro per la sopravvivenza quotidiana l'oggetto resta nella proprietà del potenziale venditore. Tutto ciò è indipendente all'oggettività o soggettività del valore di scambio delle merci. "
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certo che avviene oggi lo scambio, mica no. Come avviene ogni volta che il potenziale acquirente e' disponibile a pagare il prezzo che il venditore desidera. Quanto e cos'altro devo sacrificare per fare un determinato scambio lo decido io. Se per me va bene rinunciare a un paio di scarpe nuove per avere il mio te, saranno ben fatti miei. Ti porta lo stesso messaggio anche l'esempio di Ashoka con le figurine, e anche il caso dell'utilitaria (fatto da te e sul quale io ho replicato).
E' il tuo sistema che impedisce questi scambi, in qualche modo (non molto amichevole, immagino), perche' qualcuno al di fuori dello scambio si arroga il diritto di dire che il prezzo e' troppo alto pur essendo il compratore disponibile a pagarlo. Quindi impone un prezzo piu' basso, ma a quel prezzo il venditore non vuole vendre, quindi ciccia. Che poi ci sia della poverta' in giro e' verissimo ma con l'esempio che ho fatto io c'entra ben poco.

"Nella stessa logica, in una società comunista libertaria, se una comunità produttrice di un oggetto vuole in cambio una quantità spropositata di merci, le altre comunità la mandano a quel paese, con la differenza che la comunità di partenza non può pretendere alcuna esclusività sui suoi mezzi di produzione e gli altri, quell'oggetto, se lo possono fare da soli."
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Inventare e produrre non e' mica solo una questione di "mezzi di produzione".
Un cantante che mezzo di produzione usa...il microfono ? I cuochi sono tutti uguali ? Dove lasci la genialita', il talento individuale, capacita' uniche, inclusa quella di sviluppare la conoscenza.

"Un "Ufficio di Statistica", per usare un linguaggio ottocentesco, sarebbe informata dal consumatore stesso riguardo ai suoi desideri - che possono comprendere anche la ricerca di oggetti non ancora esistenti - e quella è la sua "indagine di mercato"; dopo di che informerebbe il consumatore dell'esistenza o meno di quella merce, di quanto eventualmente aumenterebbe il monte lavoro per idearla e successivamente produrla, ecc. - e quella sarebbe la sua "pubblicità". "
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Insomma un organismo accentrato che sostituisce il lavoro informativo oggi svolto da tutti i consumatori (in ciascuno dei loro settori di consumo) e da tutte le imprese. Che conosce i gusti, anche potenziali, di tutti i consumatori (con tanti saluti anche alla privacy, per inciso).
Vorrei poi capire come fanno questi dell'ufficio statistica a sapere pure quanto ci vuole per IDEARE (lo hai scritto tu !) la merce che ancora non esiste e poi per produrla. Immagino che terranno conto delle future innovazioni tecnologiche, a loro naturalmente gia' note. Emerge una concezione un filo determinista, se mi permetti (che peraltro si sposa bene con il discorso sui mezzi di produzione di cui sopra). Proviamo a chiedergli quanto ci vuole per ideare e realizzare Google (ovviamente nel caso ancora non ci fosse). Continuo peraltro a non vedere coperto il caso in cui una impresa inventa un nuovo prodotto che io nemmeno immaginavo, e oggi ne vengo informato tramite la pubblicita' (nessuno sapeva che a me sarebbe interessato, non lo sapevo nemmeno io. Tale e' il caso di molte novita', per definizione). Ma questo diventa invero un dettaglio, se per te davvero e' realistico un organismo come quello che descrivi.
A parte che in tema di innovazione vorrei anche capire quale sarebbe l'incentivo, visto che tanto comunque i ricavi non cambiano mai. Cosa mi guida a compiere ogni cosa che richiederebbe un sforzo aggiuntivo ?

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