Re: sesso, sentimenti e rapporti carnali....

Inviato da  DaemonZC il 13/1/2014 13:02:11
Faccio la mia osservazione sul Sesso, l'amore e i rapporti carnali.
Anzitutto non concordo con chi dice che le 2 cose sono separate. Esiste il rapporto platonico, che può sfociare certo in amore, ma questo non esclude che sesso e amore non vadano a braccetto, come non esclude che ci possa essere soltanto sesso tra 2 persone. Tuttavia in quest'ultimo caso bisogna aggiungere che sebbene non ci sia a volte un sentimento di amore tra 2 persone che fanno sesso, c'è comunque un intesa emozionale e chimica che è assimilabile ad un piccolo innamoramento momentanteo. Insomma è inutile stare a contendersi lo scettro della ragione, in questi casi le sfumature sono infinite.

Razionalizziamo l'argomento. Per farlo leggiamo un pò di notizie recenti.

Giusto qualche giorno fa infatti stavo facendo una riflessione in seguito a questa notizia:

http://tg.la7.it/politica/video-i788365

Al figlio il cognome della donna, se i coniugi sono d'accordo. Per quanto questo possa sembrare bello, illuminato, ed "Europeo", a me pare tanto una assurdità. (Anzi il fatto che sia una imposizione europea deve farci riflettere). Riporto un bell'articolo da

http://www.tempi.it/la-sentenza-europea-che-da-alla-madre-il-diritto-di-dare-il-cognome-al-figlio-crea-disordine-e-contrappone-uomo-e-donna

Citazione:
Anche le madri devono avere il diritto di dare il proprio cognome al figlio. È il fulcro della sentenza emanata ieri dalla Corte europea per i diritti dell’uomo. Strasburgo non solo ha messo in discussione la legislazione di uno Stato, ma ha condannato l’Italia per violazione dei diritti umani, chiedendo al legislatore di rivedere le norme. A ricorrere in appello sono stati due coniugi di Milano, Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, che si battono dal 1999, anno di nascita della figlia, perché la bimba sia registrata all’anagrafe con il cognome materno. Secondo il vicepresidente nazionale dell’Unione giuristi cattolici italiani, Giancarlo Cerrelli, la sentenza «in linea di principio non tocca nessuna norma del diritto naturale. Ma le motivazioni della Corte, il contesto e l’urgenza con cui giungono, fino alla condanna dello Stato italiano per la sua tradizione giuridica, destano sospetti». Non solo, anche dal punto di vista giuridico, «le conseguenze possono essere pericolose: non comprendo come un simile cambiamento dello strumento che da sempre è stato utilizzato per mantenere l’ordinamento familiare in Italia, possa essere imposto al legislatore nazionale dall’Europa». L’articolo 12 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali dice che «l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali che regolano l’esercizio di tale diritto». È così, eppure si fa prevalere un altro articolo della stessa Convenzione. Si tratta dell’articolo 8, che parla di diritto alla vita privata e familiare e che viene utilizzato per sostenere l’autodeterminazione della famiglia, spesso a prescindere dai vincoli naturali. Così si permettono ingerenze come questa, che mettono in discussione la modalità con cui l’Italia dall’epoca romana garantisce l’ordine delle generazioni, che si innesta su quello familiare. Non si può da un giorno all’altro imporre un cambiamento simile che non ha nulla a che vedere con i costumi millenari di un Paese. La sentenza si giustifica parlando di lesione dell’uguaglianza, ma le cose sembrano propendere per dare pieno potere alla donna, depotenziando la figura paterna. Infatti, dal 2000, la legge italiana permette già di aggiungere al nome paterno anche quello della madre. Perché questo non è bastato ai giudici europei? Quali conseguenze potrebbe avere un tale cambiamento? Ai figli nati dallo stesso padre e dalla stessa madre potrebbero essere dati cognomi diversi a seconda delle volontà dei genitori. In questo modo salta ciò che dà garanzia all’ordine genealogico, in cui la madre è sempre certa e il padre riconosce i figli. Ma il problema è anche culturale. C’è un femminismo autodistruttivo che, credendo di difendere la donna, rischia di snaturarne il ruolo, ponendola in conflitto crescente con l’uomo. Cosa intende? Se si depotenzia la figura paterna, la conseguenza è quella di dividere l’uomo dalla donna: far sì che il padre e la madre si debbano trovare a discutere anche circa la scelta del cognome del figlio, mi sembra assurdo. Si crea un ulteriore motivo di contesa in cui ci vanno di mezzo i figli, come si dovesse scegliere a chi appartengono di più. Questa idea lede quella della comunione tra uomo e donna che si sostengono a vicenda: è affermando la complementarietà che si crea la vera parità. Il femminismo, invece, per combattere ciò che ritiene patriarcale, anziché riaffermare la comunione fra i coniugi, chiedendo all’uomo il riconoscimento e la dignità del ruolo di madre e di sposa, reagisce cercando di sottoporre il sesso maschile a quello femminile. Peccato che così non si indebolisce solo la figura paterna ma anche quella materna; la donna, in questo modo, rischia di rimanere sempre più sola, costretta a fare anche le veci paterne.



Il mio sarà anche bigottismo, ma per una volta mi trovo a concordare in pieno con la posizione di un giurista cattolico.

L'idea di far scegliere il cognome ai genitori ha ovviamente origine dalla guerra generazionale che le femministe stanno potando avanti da decenni.
Quali sono gli effetti di un sempre crescente potere femminile che va a contraddire la naturale tendenza della donna e dell'uomo di completarsi a vicenda, e non farsi una guerra giuridica?

OSSERVAZIONE: Facendo una ricerca su google si nota come le stringhe di ricerca “XXX” e “XXX” ,

http://XXX

siano cresciute enormemente negli ultimi dieci anni.

il link è verso statistiche google sui termini scelti, solo che non so se pubblicarli dal momento che sono termini molto espliciti. Ditemi voi. In seguito cmq penso si capiscano...se mi date il permesso tolgo la censura :)

Cosa è successo di così drastico per far cambiare in maniera così repentina i gusti e le fantasie sessuali di maschi? Una mia personale opinione è la perdita di femminilità. L’atto sessuale è un atto di sottomissione, in cui la partner femminile (di qualunque genere esso sia) compie un atto di accettazione alla violenza perpetrata da parte del partner maschile (di qualunque genere esso sia) che compie di fatto un atto di dominio e conquista nei confronti del partner femminile. Con il tempo questa naturalità delle cose si è andata a perdere in favore in un atto sessuale paritario e sostanzialmente più simile ad una mitosi cellulare che ad un atto sessuale vero e proprio.

La violenza intrinseca nel sesso è anche simbolica se ci fate caso, il pene rappresenta sostanzialmente un pugnale che conficcato nella carne, nella vagina femminile, ne provoca addirittura fuoriuscita di sangue durante l'atto che determina la perdita della verginità.
La trasformazione delle donne verso idoli maschili, ha fondamentalmente annientato la femminilità in parte o in buona parte della popolazione femminile. Questo ha portato le persone che hanno desideri maschili a cercare la femminilità in una forma più evidente e psicologica: Il sesso XXX. Questo tipo di sesso aiuta il maschio, la persona (uomo o donna che sia), a sentirsi in una posizione di dominio durante il rapporto. La XXX è ricercata per la sua femminilità interiore. Esteriormente è un uomo, interiormente ha generalmente ormoni maschili, ma si sente donna, si comporta da donna ed è sostanzialmente a volte più donna di una vera donna biologica. In sostanza mentre la donna contamporanea cerca disperatamente di sembrare un uomo, negli atteggiamenti e nel carattere (assumendo il controllo della famiglia anche da un punto di vista genealogico) la XXX cerca al contrario di sembrare donna. Siamo arrivati ad un tale livello ambiguità che questo tentativo riesce addirittura a rendere la XXX più femmina di una donna biologica. Potrebbe essere questo il motivo del successo e della diffusione della figura della XXX.


L'avvicinamento della donna verso una figura maschile sta generando un rigetto della sessualità intesa come atto naturale e spontaneo. Si tende ormai a vedere il sesso come qualcosa di estremamente esteriorizzato, costruito, all'holliwoodiana per intenderci.

Le mie osservazioni possono sembrare maschiliste, ma fidatevi, non mi riconosco in quella categoria. Penso invece che la donna e l'uomo debbano raggiungere la loro emancipazione all'interno della loro natura, e non portando avanti una battaglia di genere.

In sostanza penso che la natura del sesso e dell'amore si racchiuda in 2 parole:

Accettazione e Possessione

Lo Yin e lo Yang, l'alfa e l'omega, che simbolicamente si incontrano mischiandosi per generare la vita.

L'amore è come il sesso, ma in 4 dimensioni...c'è anche il tempo. L'amore dura indiscutibilmente di più di un atto sessuale, questo genera emozioni e sentimenti a grappolo che ne caratterizzano la qualità.


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