Re: Poesie o citazioni

Inviato da  nike il 27/10/2006 2:25:45
La scena è in Inghilterra.

PROLOGO - Warkworth. Davanti al Castello di Northumberland

(Entra LA FAMA, tutta dipinta a lingue)

FAMA: Aprite gli orecchi, poiché chi di voi chiuderà la via dell'udito quando parla la sonante Fama? dall'oriente al declinante occidente, facendo del vento il mio cavallo di posta, io rivelo di continuo gli eventi che si svolgono su questa palla di terra:

sulle mie lingue cavalcano incessantemente le calunnie che io dico in ogni lingua, riempiendo gli orecchi degli uomini di false notizie. Parlo di pace mentre una ostilità nascosta ferisce il mondo sotto la maschera di una sicurezza sorridente.

E chi se non la Fama, ella sola, fa radunare in allarme schiere di soldati e preparar difese, quando l'annata gravida di altre calamità si crede stia per procreare dal torvo tiranno della guerra, mentre nulla di tutto questo si prepara?
La Fama è come un flauto ove suonano sospetti, gelosie, congetture, e di uso così facile e semplice che la moltitudine, quello stupido mostro dalle innumerevoli teste, sempre discorde e ondeggiante, può facilmente suonarlo.

Ma che bisogno v'è di notomizzare la mia persona davanti ai miei famigliari? Perché la Fama si trova qui? Io precorro la vittoria di re Enrico che in una sanguinosa battaglia presso Shrewsbury ha battuto il giovane Hotspur e le sue truppe, smorzando la fiamma dell'audace ribellione nel sangue stesso dei ribelli.

Ma perché dico subito la verità?
Mio compito è di spargere la notizia che Arrigo Monmouth è caduto sotto il furore della spada del nobile Hotspur e che il re, sotto l'impeto di Douglas, ha chinato fino al sepolcro la sua fronte consacrata.

Io ho sparso queste notizie nei borghi tra il campo reale di Shrewsbury e questa fortezza di rude pietra logorata dal tempo, dove il padre di Hotspur, il vecchio Northumberland, finge di essere malato.

I corrieri arrivano affannati e non uno di loro porta altre novelle se non quelle che ha appreso da me: dalle lingue della Fama essi portano le dolci consolazioni della menzogna, peggiori dei veri mali.

(Esce)


[…]


EPILOGO

Detto da un Ballerino

Prima il mio timore, poi il mio inchino e infine il mio discorso. Il mio timore è di dispiacervi il mio inchino è mio dovere, e il mio discorso è per chiedere il vostro perdono. Se vi aspettate ora un buon discorso, voi mi rovinate, perché quello che ho da dire è di mia propria fattura, e quello che in verità vi dirò sarà tutto, ne dubito, a mio danno. Ma veniamo al fatto e affrontiamo il rischio. Sia a vostra conoscenza, e lo e benissimo, che io fui qui di recente alla fine di un dramma spiacevole per pregarvi di aver pazienza per questo e promettervene uno migliore. Avevo davvero intenzione di pagarvi con questo, ma se, come una cattiva speculazione, fa fiasco, io fallisco e voi, miei gentili creditori, perdete. Vi avevo promesso che sarei venuto qui e qui affido la mia persona alla vostra clemenza: fate un qualche ribasso e vi pagherò parte del debito e, come tanti debitori, vi farò promesse all'infinito.

Se la mia lingua non può decidervi a perdonarmi, volete comandarmi di far uso delle mie gambe? eppure sarebbe pagarvi con leggerezza, sottrarmi al debito danzando. Ma una buona coscienza vuol dare ogni soddisfazione possibile, e così vuo' far io. Tutte le signore qui mi hanno perdonato; se i signori non mi perdoneranno, allora i signori non vanno d'accordo con le signore, il che non fu mai veduto prima in una simile assemblea.

Un'altra parola, vi scongiuro. Se non siete ancora troppo sazi di carne grassa, il nostro umile autore continuerà la storia con sir Giovanni e vi divertirà con la bella Caterina di Francia; e in questa storia Falstaff morrà per una sudata, a meno che non sia già stato ucciso dalla vostra cattiva opinione, perché Oldcastle morì martire, ma questo non è lo stesso uomo.

La mia lingua è stanca; quando anche le mie gambe lo saranno, vi darò la buona notte e così m'inginocchio davanti a voi, ma, veramente, per pregare per la regina.


ENRICO IV: (Parte Seconda); William Shakespeare.

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