Re: Gustavo Adolfo Rol

Inviato da  Al2012 il 30/7/2014 14:42:15


Un altro articolo dal quotidiano La Stampa del 3 settembre 1978.

<< Sovente rimango stupito io stesso e qualche volta mi succede di trovare dei collaboratori in coloro che mi avvicinano spinti soltanto dalla curiosità.
Bisogna viverlo quell'istante in cui, assente ogni forma di energia, qualcosa di veramente sublime si manifesta.
Che cos'è che allora l'uomo percepisce?
Che cosa gli viene rivelato in quell'attimo di profonda intuizione che sembra non aver fine, ove s'accorge di non essere più la creatura terrena legata a scelte che lo condizionano, ma un Essere della cui immortalità è divenuto improvvisamente cosciente?

Ho accennato a una "collaborazione" da parte di chi mi sta intorno; nella stessa guisa che per la salute del corpo il male conta assai meno del terreno ove trova da svilupparsi, così, per l'impiego dello spirito, un'atmosfera di fiducia e di ottimismo ha un'importanza determinante.
Lo scetticismo che sovente cela intenzioni e altri sentimenti negativi non favorisce certamente quel misterioso processo costruttivo della cui ragione etica gli editori non si interessano.
Essi ritengono che il grosso pubblico non ami una certa filosofia; quel che fa vendere il giornale o il libro è la presentazione di fatti che stupiscono, non di cose che creano problemi.

Lei mi dirà [rivolto al prof. A. Jemolo] che mi si offre l'occasione per dare un nome ed una ragione ai miei lavori: è sufficiente che io acconsenta a farmi studiare.
Così verrei chiamato in causa in nome della fisica, della medicina, della biologia ed altro.
Sulla cavia Rol si vorrebbe provare che nella stessa guisa che il fegato secerne la bile il cervello secerne il pensiero?
Ma se anche ciò venisse dimostrato, rimarrebbe ancora da stabilire quale rapporto esiste fra il pensiero e lo spirito che lo sovrasta.
Che cosa sarebbe il pensiero se non esistesse lo spirito?
Le sue possibilità non andrebbero certamente oltre i limiti consentiti dall'istinto.

Io non sono un uomo di scienza però nel campo dello spirito ho acquisito una conoscenza che, anche se modesta, ho sempre offerta nella forma e nei modi che mi è consentito.
Io debbo necessariamente agire con "spontaneità", quasi "sotto l'impulso di un ordine ignoto" come disse Goethe.

Mi sono definito "la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto".
Non é quindi la grondaia che va analizzata, bensì l'acqua e le ragioni per le quali "quella Pioggia" si manifesta.
Non é studiando questi fenomeni a valle che si può giungere a stabilirne l'essenza, bensì più in alto dove ha sede lo 'spirito intelligente' che già fa parte di quel Meraviglioso che non é necessario identificare con Dio per riconoscerne l'esistenza.
Nel Meraviglioso c'é l'Armonia riassunta del Tutto e questa definizione é valida tanto per chi ammette quanto per chi nega Dio.

Io ritengo che gli scienziati non abbiano alcun motivo di interessarsi a me perché conoscono od intuiscono la mia estraneità al campo delle loro ricerche.
Dichiaro di non essere in grado di disporre a mio piacimento dei fenomeni che si manifestano attraverso di me nei limiti di una rigidissima morale e scevri da qualsiasi coercizione e peculiarità.
Per questo ogni controllo ne verrebbe frustrato.

Sono rimasto stupito come in un recente libro [di Piera Angela - vedere Libri] siano state riferite su di me cose inesatte e falsificate, insinuando dubbi perfettamente gratuiti.
Chi si atteggia a uomo di studio deve essere giusto e obbiettivo, ma se non lo fa è un grave rischio che non gli consiglio di correre perché la Verità, pur di imporsi, possiede mezzi implacabili e presto o tardi li usa.

Per intanto io continuo a ricevere a tutti i livelli culturali e sociali dimostrazioni di solidarietà e di fiducia.
E non è strano, per quell'intuizione che è patrimonio delle masse, che io venga esortato a non mutare atteggiamento.
Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono.

Scienziati di fama mondiale, medici, letterati, artisti, religiosi di varie confessioni, atei, filosofi, militari, capi di Stato e di governo, industriali e finalmente uno stuolo di gente appartenente ad ogni classe sociale e con esso tutto lo scibile del travaglio umano, continua a passarmi sotto gli occhi.
È mai possibile che tutte queste persone siano state da me suggestionate ed a qual fine dal momento che non ho avuto altro scopo che quello di mettermi al loro servizio?
Quanti problemi apparentemente impossibili non ho risolto.
Molti ritrovarono in me la speranza, il coraggio, la ragione di vivere.
E se fossi sempre stato ascoltato quante sciagure avrebbero potuto essere evitate.
Questa è la vera sede della mia attività.

I vari fenomeni a livello apparentemente fisico non sono che mezzi di convincimento che mi viene da improvvisare in un'esaltazione che sovente mi lascia commosso e me ne fa sentire indegno.
È proprio qui che vorrei che una Scienza intervenisse a illuminare e ad appoggiare la mia aspirazione di contribuire ad indicare quelle vette, sempre più alte, riservate alla Creatura Umana quando sappia identificarsi nel proprio "spirito intelligente".

Certamente un rapporto tra spirito e materia esiste: la Scienza non lo conosce, io appena lo intuisco e lo posso dimostrare, ma non come lo voglio e come mi si chiede di farlo.
Una collaborazione con la scienza io la invoco, senza quel presupposto di sfiducia che non offende la mia trascurabile persona bensì la conoscenza che ho raggiunta e che è già patrimonio della Scienza di Domani.

Questo mio modo di vivere mi lasciò, in un primo momento, il timore di rimanere solo, isolato.
Poi, invece, intravidi un futuro dove altri uomini seguiranno con me la strada che vado tracciando per una evoluzione la cui meta è un'Umanità liberata da ogni male>>



Tratto da:
http://2000-2013.gustavorol.org/pensiero.html

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