Re: l'angolo della salute

Inviato da  Al2012 il 5/2/2015 22:58:10
@ belzebrutt

Guarda il filmato e leggi l’articolo che segue …..

Il Ragionevole Dubbio
https://www.youtube.com/watch?v=kTU0843pXJU


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LE SINDROMI DA SQUILIBRIO IMMUNITARIO POST VACCINALE
http://www.biospazio.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2180

Le interferenze che ogni vaccinazione determina al livello immunitario obbliga ad una condotta sanitaria di analisi clinica anziché di inclusione ubiquitaria.
Ciò vuol dire che per ogni vaccinazione è d’obbligo la valutazione clinica del soggetto, caso per caso e non la indiscriminata distribuzione longitudinale del prodotto vaccinico, qual’esso sia.

Il sistema immunitario ha due funzioni separate e in equilibrio tra di loro, T1 e T2.
Con T1 è indicata l'immunità cellulare, primaria difesa contro funghi, virus e protozoi; con T2 è indicata l'immunità sierologica (IgE, IgM, IgG), che produce anticorpi specifici.

T2 rappresenta l’immunità funzionale ed il riconoscimento immunologico, T1 è il processo di eliminazione diretti degli agenti aggressori.
Alla base di ogni problema immunologico c'è uno squilibrio tra le funzioni T1 e T2.
La risposta davanti ad uno stesso stimolo può essere sia T1 che T2, dipende dallo stato immunologico della persona.
Predominanza di T2 significa risposta allergica (elevati IgE, IgM) o malattia autoimmune cronica (auto-anticorpi).
Il processo T1 di distruggere, digerire ed espellere antigeni estranei dal corpo è noto come "risposta infiammatoria acuta", i cui sintomi classici sono: tumor, dolor, calor febbre, presenza di secrezioni purulente e non, diarrea. In oche parole dal foruncolo all’ascesso.

Le vaccinazioni spostano l'equilibrio T1/ T2 verso la predominanza di T2.
Un vaccino diminuisce l'immunità mediata da linfociti (T1) del 50%, due vaccini insieme del 70%.
Ormai sono una norma 3 vaccini nella stessa iniezione, il tutto ripetuto in tre dosi successive a distanza di qualche mese.
I vaccini riducono il numero di globuli bianchi, la capacità fagocitante dei neutrofili polimorfonucleari, la vitalità dei linfociti, la segmentazione dei neutrofili.
Il livello di produzione delle IgE è sotto lo stretto controllo dei linfociti T2.
Lo squilibrio verso T2 è un fattore predisponente alel atopie o allergie (raffreddori, asma, rash cutanei, etc..).
(…)

PROGRAMMA DELLE VACCINAZIONI IN ITALIA

Obbligatorie Facoltative
3 mesi 1a dose di: epatite B, polio, tetano, difterite Emofilo B (influenza) e pertosse
5 mesi 2a dose di: epatite B, polio, tetano, difterite Emofilo B e pertosse
15 mesi 3a dose di: epatite B, polio, tetano, difterite morbillo- parotite- rosolia Emofilo B e pertosse
3 anni: polio
5-6 anni e 9 anni: difterite e tetano
12 anni ciclo di tre dosi di vaccino epatite B

ANALISI DELLE VACCINAZIONI

Epatite B

Secondo Sabin, l'obbligo di vaccinazione dell'epatite B su neonati è un grossolano errore. Basterebbe esercitare una prevenzione attiva per evitare oltre l'80% delle poche centinaia di casi che in Italia sono dovuti a contagio per scambio di siringhe, rapporti irregolari o trasfusioni.
Mentre più complesse, sotto il profilo clinico, sono le reazioni avverse, dalle neuriti ottiche alla paralisi di Guillen Barré e sclerosi multipla (Lancet 9/11/91)


Difterite

In una metanalisi epidemiologica, il confronto tra popolazioni vaccinate con quelle non vaccinati indica che l'epidemia ha lo stesso andamento.
Inoltre la vaccinazione antidifterica non ha prodotto nessun miglioramento del ciclo naturale della malattia né nella fase "naturalmente crescente" dell'epidemia, né in quella "naturalmente calante".


Tetano

I casi di tetano in Italia sono nell'ordine delle 90 unità all'anno, di cui l'85% sopra i cinquant'anni.
Queste cifre sottolineano l'inutilità di milioni di dosi di vaccino iniettate su neonati, sui quali il pericolo di tetano ha valenza zero.
Durante la seconda guerra mondiale, nell'esercito USA, ci sono stati solo 12 casi di tetano all'anno di cui 4 perfettamente vaccinati.


Polio

Uno dei problemi relativi a questo vaccino deriva dalla sua contaminazione con un numero ancora sconosciuto di virus animali.
Il vaccino contiene centinaia di migliaia di virus che possono produrre polio, meningite, encefalite, epilessia e quindi compromettere essenzialmente il cervello.
Accreditate ricerche ha mostrato che l'iniezione di un virus da una specie di scimmia all'altra ha provocato lo sviluppo di tumori maligni.
Tuttavia, dopo la morte di queste, si è cercato di isolare i virus ma fu impossibile recuperarli (perché mutati).
La cancerogenicità di alcuni di questi virus fu dimostrata da Sweet (1960), Fraumemeni (1963), Gerber (19621), Rowe (1962).
Innes scoprì nel 1968 che la mortalità per leucemia negli USA dal 1955 al 1959 era cresciuta del 10% circa tra i 5 e i 14 anni, proprio negli anni del Salk.
Efficacia: Secondo Sabin, il vaccino garantisce una copertura per soli cinque anni, quindi soggetto a richiami periodici.
Secondo l'O.M.S., tra il 1970 e il 1974 in otto paesi europei ci sono stati 360 casi di polio di cui 205 associati alla vaccinazione.
Secondo il Medical Letter (1988), negli ultimi decenni negli USA si sono verificati fino a 5-10 casi dall'anno di polio paralitica come conseguenza del vaccino Sabin, praticamente quasi il 100% dei casi di polio paralizzante.
Secondo Mendelshon, nel 1977, su 18 casi di polio negli USA, 13 erano derivati dalla vaccinazione.
In Israele nell'88 ci sono stati 15 casi di polio (Slater,1988) di cui 9 vaccinati con almeno tre dosi di Sabin, due con due dosi, ed uno con una. Si ritiene che l'87% dei casi di polio dal 1970 negli USA derivavano dall'uso del vaccino antipolio.


Morbillo

La vaccinazione impedisce la produzione di anticorpi permanenti.
Efficacia: Nel giugno 1984 la rivista medica "USA MMWR" riportò un'epidemia di morbillo tra studenti di due scuole superiori dell'Illinois e del New Mexico dove il 98% erano stati vaccinati da poco.
Gustafson (1987) descrive un'epidemia in una scuola secondaria dove il 99% erano stati vaccinati con virus attenuato.
Secondo i dati della FDA nel 1988, negli USA, l'80% dei casi di morbillo erano di persone precedentemente vaccinate al morbillo.


Parotite

Secondo West (1966), la mancanza della malattia in età infantile corrisponde ad una maggior probabilità di cancro alle ovaie e in generale di tutti i cancri (Ronnie, 1985).
Efficacia: dal 1986 sta aumentando l'incidenza di parotite, caratterizzata da una particolare presenza tra gli studenti delle scuole medie e superiori.


Rosolia

Efficacia: Secondo Cherry (1980), l'utilizzo di centinaia di milioni di dosi negli USA non ha sortito alcun effetto nei confronti delle continue ondate periodiche della malattia, anzi è stata notata la reinfezione da parotite nei vaccinati.
Kloch e Rachelefsky (1973) descrissero un'epidemia di oltre mille casi a Casper (USA) nel 1971 che si presentò nove mesi dopo la campagna vaccinale e coinvolse per lo più vaccinati, pari all'83% nelle elementari ed il 52% negli asili.
Hartman afferma che la rosolia produce malattia visibile solo nel 2-5% di non vaccinati contro un 50-100% dei vaccinati, cosa che dovrebbe far riflettere in generale sull'efficacia dei vaccini.

Pertosse

Nel 1975 il Giappone decise di posticipare questa vaccinazione (particolarmente pericolosa) dal secondo mese di vita al secondo anno di vita e nel 1981 fu abolita del tutto.
A partire dal 1975 la mortalità nei primi mesi di vita scomparve in Giappone, ma aumentò l'incidenza di meningite al secondo anno di età.
Levine (1966) e Savinski (1973) hanno documentato che alti dosaggi di tale vaccino preludono alla comparsa di encefalomielite animali da laboratorio.
Smith (1988) dimostrò l'esistenza della meningite da vaccino, con incrementi pari al 400% al terzo mese di età.
In tutti i Paesi in cui sono partiti massicci programmi di vaccinazioni si sono verificati aumenti esponenziali di casi di paralisi cerebrali.

Antinfluenzale (Emophilus B)

Numerosi ricercatori (Curphey, Warren, Rosenberg, Wells, Cherington, Weintraubs) segnalano il pericolo di complicazioni neurologiche (encefaliti e paralisi di Guillen-Barrè) soprattutto nei bambini, a seguito di vaccini antinfluenzali.
A seguito di una campagna massiva di vaccinazione, con oltre 40 milioni di soggetti, furono registrate migliaia di reazioni avverse con centinaia di paralisi di Guillen-Barrè e 10 decessi, nell’arco di quattro mesi.
Conseguirono 4.000 cause civili che con un fatturato di 3 miliardi di dollari di risarcimento.
Nel 1978-79 una nuova campagna convinse nuovamente gli americani a vaccinarsi e nel periodo 78- 79 apparvero altri casi di Guillen-Barrè, di cui il 67% era già stato vaccinato nel 1976.
Secondo uno studio del CDC, i bambini vaccinati avevano un’incidenza 5 volte maggiore di contrarre il virus del vaccino stesso e quindi l'influenza.

Vaiolo

Kittel verifica che, dopo l'antivaiolosa, 3297 bambini hanno riportato danni all'udito e 71 sono rimasti sordi.
Bambini che hanno ripetuto l'antivaiolosa diverse volte presentano delle aberrazioni cromosomiche nei loro globuli bianchi.
Miller (1967) descrive nove pazienti che svilupparono la sclerosi multipla dopo la prima o la seconda vaccinazione antivaiolosa.
I sintomi apparvero tra le 7 e le 48 ore oppure a distanza di 7-14 giorni.
Efficacia: Il Messico e l'India hanno subito le epidemie di vaiolo più violente e mortali, sebbene le loro popolazioni fossero state rispettivamente completamente e parzialmente vaccinate.
In Italia già nel 1887-89 la morte per vaiolo tra i vaccinati era equivalente a quella tra la popolazione non vaccinata.
In Gran Bretagna la vaccinazione anti-vaiolo divenne obbligatoria nel 1853 e vent'anni dopo, nel 1870-71, si manifestò la più spaventosa epidemia della storia (23.000 morti); nei decenni successivi la mortalità da vaiolo in Gran Bretagna diminuì in modo perfettamente parallelo alla diminuzione del tasso di vaccinazione.

UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE AD HOC

Quanto sopra si limita a focalizzare alcune condizioni clinico-epidemiologiche che impongono cautela nella vaccinazione indiscriminata.
Il principio della cautela, altrove impiegato ad esempio nella contaminazione elettromagnetica, indica che comunque esso va seguito ed applicato.
Basterebbe un solo caso di patologia da introduzione vaccinale per imporre un principio di cautela, ovvero un principio di esecuzione vaccinale controllata.

Le motivazioni addotte sono sufficienti e bastevoli per imporre un Programma di Prevenzione non solo delle patologie sottoposte a vaccinazione (Polio, Morbillo, Difterite, Epatite, e soprattutto Influenza) ma di prevenzione delle complicanze attese.
Si esclude che si possa continuare senza una programmazione in tal senso anche per i costi che le patologie da complicazione e iatrogene implicano.

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