Re: Onnivori, esistono davvero o è un

Inviato da  Tuttle il 18/11/2011 17:24:03
Citazione:
la maggior parte delle argomentazioni sono banali perché riflettono la semplicità della nostra condizione: siamo onnivori, mangiamo di tutto..perché dovrei giustificarmi o trovare delle scuse?


Tralasciando il fatto che è esattamente quello che stai facendo...giustificarti (e non solo tu...), continui a perpetrare l'errore di fondo;

ovvero fondare un assunto basandolo su una falsa premessa, che ti sei scelto da solo. Non stiamo discutendo del fatto che l'uomo debba o non debba mangiare carne, ma di come l'uomo possa scegliere di assumere una posizione di condivisione alla pari (o quasi) con altri esseri animati. Si sta discutendo di come questo atteggiamento possa, aldilà delle specifiche spinte del singolo, produrre diversi effetti sull'uomo stesso, sulla sua consapevolezza, sul suo contesto più diretto e sull'ambiente tutto. Di come il rispetto per l'essere animato possa donare ulteriore respiro alla comprensione profonda del valore della vita stessa. Della propria e di quella di tutto il contesto vivente. In maniera completa. Ma si sta sottolineando anche che non è una posizione da autoimporsi...né tantomeno una questione di giudizio o imposizione esterna. E' una intima scelta ma che ha anche, aldilà di noi stessi e delle nostre aspettative/necessità, effetti sulla condivisione dell'ambiente e sull'ambiente stesso.

Ti sei mai chiesto il perché si indica spesso ai bambini di rispettare gli animali? E ti sei mai chiesto cosa questo rispetto possa comportare sulla crescita di una nuova vita? Hai provato a pensare cosa sarebbe un uomo, o una donna, se questi venissero cresciuti annullando questo principio, anzi, facendo loro assumere - sin dalla più giovane età - una posizione del tutto irrispettosa della vita, in senso più ampio - ovvero anche TRANS-UMANO?

Quando si inizia a porre differenziazioni fra vita umana e vita animale? Quando è necessario giustificare le scelte imposte dal nostro sistema. Ovvero quando è ora di giocare la partita...

Aldilà del fatto che lo si reputi giusto o sbagliato, l'antropocentrismo è radicato in tutti noi. Questo non significa sia giusto o che non sia corretto spostare i punti di riferimento delle componenti esistenziali.

E' un dato di fatto che se fossimo stati cresciuti annullando il concetto di rispetto della vita, in senso ampio, saremmo probabilmente arrivati all'età adulta senza saper distinguere veramente un pollo da un uomo....e un uomo da un altro uomo...perché una creatura molto giovane non comprende la differenza fra la vita di un cavallo e la vita di un uomo. Se a 3 anni mostrerai lui come decapitare un cavallo per cibartene, esponendolo alla barbarie del sangue, del grido di dolore, del puzzo del sangue e della inanimazione del corpo...e contemporaneamente dirai lui di non torcere un capello alla sorellina perché prova semplice dolore...beh avrai delle belle gatte da pelare e starai costruendo una personalità probabilmente sociopatica. Probabilmente violenta, o cinica...o molto peggio. Vagli a raccontare che il cavallo non prova dolore...o non abbia sentimenti, al contrario dei suoi simili. Auguri.

Vatti poi a vedere come cresce un bambino nato e cresciuto in territori di guerra, dove la vita è un valore relativo. Quasi un bonus extralusso. Li avrai il rovescio del problema. Ovvero dover spiegare perché rispettare il trans-umano, quando l'umano stesso si è dimostrato DIS-UMANO.

Si sta parlando di questo, non della solita frittura di aria sulle contraddizioni del vegetariano o del fatto che un maiale vale meno di un uomo nella catena alimentare. Questa è spazzatura argomentale che serve a pararsi il culo dal confrontarsi con altre vie di consapevolezza...probabilmente migliori della nostra. Sicuramente meno dannose per lo spazio condiviso.

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