Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  shm il 18/10/2011 22:57:31
@Dt-Jackal:

…l’altro giorno un mio amico mi ha chiesto d’andare a Roma con lui. Al solo pensiero che mi sarei dovuto rompere i coglioni ad andarci in treno, che da Perugia vuol dire tre ore, arrivare in metro a un punto di raccolta e infilare tra una folla illusa a camminare per ore e rinunciare ad andare a Firenze dove avrei fatto di meglio con la ragazza gli ho subito detto no. Lui è andato a Roma e io sono andato a Firenze. Lui s’è portato una macchina fotografica e ha scattato 350 foto e io mi sono portato dei pantaloncini da mare e sono andato alle terme, ho fatto una deliziosa crostata di pere e cioccolata, ho trovato 9 libri interessantissimi(di storia, sempre storia!) a 6 € in una bellissima bancarella di libri usati in Piazza dei Ciompi, ho scopato e quelle stesse informazioni che lui mi mandava via sms le apprendevo in diretta da rai news24…

Perché dico questo? Dico questo perché sebbene io e il mio amico la pensiamo allo stesso modo circa il sistema economico lui è un romantico e io un realista. Così, manifestando civilmente, a parte qualche frangia violenta probabilmente voluta, non cambia un cazzo! Meglio godersi la vita, finché siamo in tempo, di doman, appunto, non v’è certezza…! Certo sarà brutale ed egoistico, ma lo è meno della soluzione che propone Quinn e comunque aspiro a trovare soluzioni reali e dirette più che lasciarmi infatuare da qualche ideale pseudo-romantico obsoleto. Nel caso di Quinn, il primo errore che fa, è quello di credere di poter illuminare l’intelletto aspettandosi una reazione adeguata… I manifestanti di Roma e delle altre 950 città, idem! Credono che rendendo noto il loro dissenso alle autorità che ci governano si possa verificare un cambio di regime! Che pia illusione…

Il 1789 non ha proprio insegnato niente e si che se ne parla spesso.

Dt-jackal:

A meno che il popolo non capisca che il suo modo di concepire il mondo lo sta portanto all'autodistruzione, non capisca che di questo passo moriremo tutti, non si tolga i guanti di velluto e non metta chi è al potere di fronte a una scelta: o fai quello che ti diciamo, oppure ti tiriamo giù dalla poltrona con la forza e mettiamo un altro più ragionevole al posto tuo.

Shm:

…non c’è consapevolezza, questo vuoi dire! Se il popolo capisse, reagirebbe… Questo concetto nell’immaginario collettivo della gente è considerato molto realistico. Ma siamo così sicuri che corrisponda a realtà? Io ho seri dubbi che una popolazione consapevole di un fatto che possa verificarsi in un futuro, non così vicino, reagisca per salvare il pianeta. Il popolo reagisce quando è costretto alla fame in maniera disorganizzata e in zone localizzate, e soprattutto per reagire non ha bisogno di preparazione culturale: manca il cibo, occupa la città, devasta i supermercati, si appropria del cibo, va a casa e si fa gli spaghetti e magari accende la tv per vedere se un reporter l’ha ripreso durante la guerriglia urbana…
Quindi partiamo dal presupposto realistico che anche se il popolo capisse non farebbe niente! Per convincertene prova a pensare all’operaio che prende 800 € al mese, ha moglie, un figlio e un mutuo da pagare, pensi che si possa convincere più a reagire contro non si sa bene chi o più a spartire gli utili dell’azienda presso la quale lavora?!

Dt-jackal:

In questo modo a quelli al potere converrebbe fare quello che dice il popolo: se lo fanno infatti possono conservare una certa quantità di potere (anche se minore rispetto a prima), se invece non lo fanno vengono cancellati dall'equazione e perdono tutto.

Shm:

E perché lasciargli una parte di potere se si riesce a condizionarli con la paura? Un popolo inferocito li metterebbe alla forca in un istante come fecero in Russia con la famiglia dello zar. E non dimentichiamoci che la rivoluzione d’ottobre è stata finanziata a suon di milioni di dollari da banche europee e americane, compresa anche la Chiesa che per comprarsi qualche vantaggio che poi non ottenne sborsò una decina di milioni di dollari. Quindi una rivoluzione grandiosa per verificarsi ha bisogno di sostanziosi finanziamenti… Ma il popolo lì cadde dalla padella alla brace: era stato ingannato, non aveva acquisito consapevolezza…

Dt-jackal:

Nella Rivoluzione Francese il popolo non ha chiesto agli aristocratici di cedere il potere, se l'è preso con la forza. Certo, non aveva ben chiare le vere cause della sua orribile situazione, quindi alla fine non ha eliminato le ingiustizie sociali che voleva cancellare, ha solo migliorato la situazione, ma se l'uso della forza fosse diretto con maggiore precisione alle vere cause del problema, per una volta...

Shm:

Nell’inganno della rivoluzione francese ci cadde anche Giuseppe Mazzini che sperò sempre di riuscire a sollevare il popolo e mai ci riuscì, tutti i suoi tentativi fallirono. Cavour stesso lo considerava un impiastro nella sua tela di rapporti diplomatici con mezza Europa… Non mi meraviglia per cui che tu creda che a fare la rivoluzione francese sia stato il popolo quando in realtà fu la borghesia e la massoneria ad organizzarla. Il risultato di questo scempio fu l’impoverimento della Francia a cui si rimediò con Napoleone cui venne affidato il compito di occupare l’Italia e depredarla. Il risultato in parte lo vedi oggi esposto al Louvre… Se guardi quante volte poi la Francia nel XIX secolo ha cambiato Governo ti vien da chiederti se la rivoluzione francese sia stato un vantaggio, considerando che indietro c’era una monarchia vecchia di secoli.

Dt-jackal:

Fai capire alla massa che il vero problema non è la crisi economica o l'avidità umana ma è che stiamo rischiando l'estinzione a causa di un modo di vivere autodistruttivo che è anche alla base di tutte le nostre ingiustizie sociali. Falle capire che le vere cause di questo problema sono le menzogne della nostra cultura che chi è al potere continua a ribadire per la sua convenienza ogni minuto. Falle capire che se non prende in mano la situazione ADESSO non avrà possibilità di sopravvivere. E vediamo che succede.
Più di questo non credo sia possibile fare.

Shm:

Se ti va bene ti derideranno sennò, prima che tu (o altri) abbia finito di spiegare alla massa a cosa stia andando incontro verrai scambiato per un falso messia pazzo e pure drogato… O pensi che convincere qualcuno a condividere un tuo pensiero, per ragionevole e obiettivo che sia, sia cosa semplice?

Dt-jackal:

Non ti pare che l'animismo rispetti i requisiti? Non è ateismo, perché considera ogni creatura vivente sacra e dotata di spirito, e non è una religione o una setta nel senso in cui la intendiamo noi perché non ha nessuno dei suoi difetti (gerarchia, potere temporale, possibilità di accumulare ricchezze, fanatismo, divisione in fedeli ed eretici da sterminare, ecc.).

Shm:

Non sono d’accordo. Non possiamo rapportare una credenza religiosa di oltre 10.000 anni fa nella cultura dell’uomo di quell’era, con l'animismo inteso oggi nell’uomo di oggi: quindi se rispondessi potresti non considerarmi una persona obiettiva. Comprendo tuttavia perché Quinn si consideri animista: convinto del fatto che la rivoluzione dell’agricoltura sia stata una deviazione negativa per l’umanità, lui colloca il proprio pensiero religioso ad un archetipo da emulare antecedente tale deviazione. Ma bisogna considerare che se l’uomo è arrivato alla scoperta dell’agricoltura ci è arrivato grazie al bagaglio di esperienze passate che si portava dietro: tra queste c’era l’animismo. Te la senti di dire che l’animismo non abbia partecipato ad influenzare l’uomo nelle sue scelte, ivi compresa anche la scoperta dell’agricoltura?!

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