Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  shm il 18/10/2011 10:47:31
Dt-jackal:

Lasciare che il numero delle popolazioni affamate cali fino a diventare sostenibile, significa lasciarli morire finché non diventano abbastanza pochi da poter vivere di quello che il LORO ambiente (e non altri) è in grado di produrre. Pane al pane e vino al vino. A quel punto la fame non potrebbe esistere (né tantomeno continuare a peggiorare come oggi), perché la fame non compare quando una popolazione animale è sostenibile senza problemi dal proprio ambiente.
Brutale? Senza dubbio.
Spietato? Altroché.

Shm:

Quindi questa sarebbe l’unica alternativa per ottenere un calo demografico e garantire la continuità dell’evoluzione: ridurre il cibo. Solo riducendo il cibo. Ma qui sorgerebbe un altro problema: una discriminazione tra chi ha l’accesso al cibo e chi no. Implica inevitabilmente guerra e probabilmente guerra totale: auto-distruzione… Pure se fosse graduale la riduzione di cibo. Anzi la riduzione graduale potrebbe essere più pericolosa di una riduzione repentina: le popolazioni avrebbero il tempo per anticipare la riduzione di cibo, di conseguenza avrebbero il tempo per la costituzione di strategie militari legittimate dall’accaparramento del cibo vitale. Entrerebbe in gioco la legge della giungla: vincerebbe inevitabilmente il più forte a danno dei più deboli…

Dt-jackal:

Quinn comunque non propone di fare questo enorme cambiamento adesso, ma solo dopo aver smentito la mitologia culturale della nostra civiltà (se non per tutti, almeno per la maggior parte delle persone).

Shm:

In questi giorni abbiamo visto come in 951 città la gente si sia organizzata per manifestare il proprio dissenso contro il sistema economico mondiale. La gente chiede sostanzialmente un cambio di marcia, e lo chiede ai propri governi e alle banche… Io credo fortemente che questo sia il sintomo del fallimento dell’ideologia democratica: è evidente che se un numero così alto di persone esprime il proprio dissenso nei confronti di questa situazione, questa situazione non sia stata decisa dal popolo che l’ha subita, la subisce e continuerà a subirla. Dunque il popolo non è sovrano come dice qualsiasi costituzione democratica. Il problema dunque non può essere il sistema economico in sé: questa semmai è la conseguenza di un’espropriazione della sovranità del popolo. Il problema risiede nel dare effettivamente il potere decisionale al popolo che dovrebbe essere sovrano e, attualmente non lo è, se di democrazia si parla, un’ideale vecchio di circa 2500 anni e strumentale alla rivoluzione industriale e quindi ai gruppi capitalisti. Ora mi spieghi per quale motivo chi ha effettivamente il potere dovrebbe rinunciarvi: sinceramente tu lo faresti di rinunciarci?? A senso chiedere a chi ti ha ingannato un cambio di direzione più sostenibile?

Non so dove l’ho letto come aforisma, o forse è una reminescenza dei “protocolli dei savi di Sion”, ma nel dissenso di questi giorni ho letto l’avverarsi dell’auspicio che si proponeva un gerarca del Nuovo Ordine Mondiale che suonava più o meno così: “…alla fine sarà la gente a consegnarci e a chiederci di essere governata da un’istituzione mondiale”.

Lo stesso concetto è applicabile all’aumento demografico, ma anche alla ricerca sul 9/11, alla Palestina ecc. ecc. Chi fa la differenza è meno del 1% della popolazione mondiale: perché questa percentuale che detiene il potere, e che è l’unica a poterlo esprimere con i fatti, dovrebbe rinunciarvi?? Quinn parla di un’estinzione futura dell’umanità, ma questo non tiene conto dell’età di una generazione: chi detiene il potere pensa solo al vantaggio immediato personale e non alle implicazioni future delle proprie azioni. Se Monsanto produce gli OGM, e gli OGM impoveriscono il territorio fino a renderlo dopo pochi anni improduttivo e sterile, perché Monsanto dovrebbe rinunciare agli enormi profitti che può ottenere oggi per la salvaguardia del pianeta? La massa non ha nessun potere per bloccare Monsanto così come nemmeno ce l’ha avuto in questi giorni nelle manifestazioni che ci sono state che altro non sono che un’emanazione diretta dell’ingannevole ideale democratico.

L’unico principio di Quinn che condivido pienamente è l’esistenza di una Madre-cultura che falsa la percezione del sociale nell’uomo. Per abbattere Madre-cultura non serve già un’alternativa, ma l’appropriazione di una decisionalità che renda sovrano il buon senso del popolo per poi introdurre un’alternativa a Madre-cultura. L’alternativa proposta da Quinn potrebbe essere si un’alternativa, ma di fatto Quinn non ha potere decisionale per disporne realisticamente.

C’è un passaggio di Quinn in cui tra le righe riconosce che la cultura dell’uomo si basa fondamentalmente (e ovviamente) sul bagaglio dell’esperienza passata. Qualsiasi azione umana è quindi studiata e gestita in funzione degli esempi desunti dal passato. Anche Quinn non può fare a meno di trarre le sue conclusioni per mezzo di questa sua stessa deduzione. Il che rende le sue concezioni meno rivoluzionarie di quel che potrebbero apparire e più semplicistiche di quel che non vorrebbero sembrare. Evidenzio ciò per dire che oggi, secondo me, per cambiare lo cose serve un pensiero che non tenga più conto dell’esperienza del passato ma sia diretto verso il presente e potenzialmente verso il futuro. Il che è difficile: mi sono arrovellato il cervello per esempio a pensare qualche volta ad un’alternativa alla religione, che non sia l’ateismo, lo scetticismo, la massoneria o altre amenità simili senza approdare a nulla… Ma proviamo a pensare per un attimo a come potrebbe essere un mondo senza la religione: è inconcepibile! È come chiedere alla nostra mente di immaginare l’universo: in qualsiasi modo ci provassimo lo concepiremmo finito, anziché infinito. In madre-cultura per cui bisognerebbe, credo, battersi anche contro la storicità imposta(e non la storia) per appropriarsi di una certa consapevolezza personale. Ma il processo potrebbe essere infinito e non portare a nulla… Parlavi di punto di non-ritorno: io credo che lo abbiamo abbondantemente superato e che allo stato attuale non sia più possibile trovare una soluzione se non attraverso una speranza. Quella come al solito è l’ultima a morire. In effetti non sappiamo nemmeno quale possa essere una soluzione… Quella di Quinn, non sappiamo quanto sia percorribile(bisognerebbe provarla, ma a quale prezzo?) e non sappiamo se le sue conclusioni si basano su dati incontrovertibili.

Dt-jackal:

Quindi secondo Eliade, la credenza che seppellire i morti desse accesso a una vita dopo la morte sarebbe stata derivata dall'agricoltura (o meglio, dall'osservazione dei meccanismi naturali alla base dell'agricoltura)?. Teoria interessante.

Shm:

…proprio così! Ma la rivoluzione agricola è stata uno stimolo per l’evoluzione religiosa. Con la rivoluzione agricola le credenze precedenti non sono state del tutto abolite ma in parte soppiantate, in parte sostituite e in parte sono entrate in relazione. La cosmogonia imperante era costituita da elementi significanti come il cielo(padre) la terra(madre) l’acqua(caos primordiale, liquido amniotico)… addirittura la procreazione non era concepita come unione consapevole tra uomo e donna ma come volontà divina: la verginità di Maria è una derivazione di questa preistorica credenza protrattasi nella storia per millenni.
Con la rivoluzione agricola il cielo inseminava per mezzo della pioggia la terra e i semi sottoterra erano considerati come embrioni sostenuti dagli spiriti dei morti sotterrati che partecipavano alla vita.

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