Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  Dr-Jackal il 12/10/2011 15:21:10
Citazione:
Mi sono chiesto però alla fine in cosa consista l’efficacia di una cultura per Quinn.

Un modo di vivere deve essere giudicato in base a due parametri. In ordine di importanza:
1) La sostenibilità ambientale. Ossia la capacità di continuare a esistere indefinitamente, senza mai consumare le risorse naturali (e non parlo solo di carburanti fossili, ma innanzitutto di cibo, aria pulita e acqua potabile) a un ritmo maggiore di quanto l'ecosistema possa rinnovarle.
2) La qualità della vita dei suoi membri. Ossia se i loro sistemi legali, bellici e sociali funzionano come dovrebbero o meno. Questo punto è importante perché se uno stile di vita non fornisce una qualità della vita sufficientemente alta ai suoi membri, alla fine finisce per venire distrutto, abbandonato o sostituito con un altro.

(Nota bene che la potenza militare non figura tra i criteri di efficacia di uno stile di vita, visto che anche avendo una potenza militare enorme, una cultura può essere ecologicamente insostenibile e autodistruttiva - come la nostra. Quindi la solita obiezione secondo cui il nostro modo di vivere è il migliore della storia dell'uomo perché ha sempre sconfitto tutte le altre culture è assurda.)

I criteri sono quindi due: sostenibilità e qualità della vita. Bene, la nostra cultura non ha né l'una né l'altra cosa.
Ecologicamente è insostenibile e si sta infatti rapidamente autodistruggendo, e socialmente è composta da sistemi utopistici che funzionerebbero perfettamente se la natura umana fosse diversa da come è. La democrazia funzionerebbe perfettamente... se la gente divenisse perfettamente razionale e cominciasse a informarsi a fondo su ogni questione prima di votare e votasse con in mente il benessere collettivo anziché quello personale. Le leggi statali funzionerebbero perfettamente... se la gente smettesse di infrangerle inseguendo egoisticamente il guadagno personale. I mass media funzionerebbero perfettamente... se gli uomini di potere smettessero di controllarli e sfruttarli per i loro scopi e la loro avidità. La scuola funzionerebbe perfettamente... se le menti umani divenissero improvvisamente standardizzate e diventasse possibile istruirle tutte nello stesso modo e allo stesso ritmo con le stesse materie. Il carcere funzionerebbe perfettamente... se la gente si pentisse dei propri errori e imparasse a non commetterli più, anziché peggiorare dopo la permanenza in galera.
Dato che però cambiare la natura umana è impossibile, i nostri sistemi (legali, istruttivi, carcerari, statali, ecc.) sono destinati a continuare a fallire.
Fortunatamente, come ci dimostrano le società tribali (esistenti da centinaia di migliaia di anni), non è affatto necessario cambiare la natura umana per avere sistemi sostenibili ed efficaci, che cioé funzionano come dovrebbero e ottengono esattamente i risultati che si prefiggono.

Quinn non ha mai preteso di sapere come creare una cultura ideale, né ha mai detto che sia necessario farlo. Non lo è. Ecco l'ottima notizia. Non è necessario creare una cultura ideale.
L'unica cosa che è necessario fare è creare una cultura che sia innanzitutto ecosostenibile, e poi che abbia una qualità della vita almeno tollerabile per TUTTI i suoi membri, in modo tale da poter sopravvivere. Se una cultura è insopportabile per i propri membri, infatti, alla lunga smette di venire seguita e si estingue. L'unico motivo per cui non è ancora successo con la nostra (che fa vivere l'80% dei propri membri in condizioni disumane) è che da noi il cibo è tutto sotto chiave, quindi non hai altra scelta che vivere come ti viene detto. O lavori (e quindi fai la tua parte nel perpetuare la nostra cultura) o muori di fame.

Non esiste una cultura ideale, e non si vede come potrebbe mai esistere. Esistono solo culture (quelle tribali) che funzionano nel modo migliore possibile (che NON E' quello ideale per tutti), ossia che non possono venire migliorate in alcun modo. Così come ibernarsi per gli orsi non è il modo "ideale" di vivere per gli orsi, né quello che erano destinati ad adottare o che useranno di sicuro per tutta la loro evoluzione, è solo quello che finora ha funzionato meglio di tutti gli altri.

Le culture tribali sono efficaci nel senso che sono ecologicamente sostenibili e che hanno sistemi legali, bellici e sociali che ottengono esattamente i risultati che si prefiggono, e quindi un'alta qualità della vita per i loro membri, che di conseguenza continuano a perpetuare di loro spontanea volontà quelle culture (loro infatti non sono costretti a perpetuarle perché altrimenti muoiono di fame: se lo fanno è perché quel modo di vivere li soddisfa). Il che a noi sembra un vero miracolo.
L'argomento dei sistemi sociali tribali comunque è molto ampio e viene sviluppato in The Story of B e in My Ishmael. Parlarne ora senza aver prima letto questi libri sarebbe un incubo.


Citazione:
si potrebbe comunque dire che oggi le popolazioni siano soggette ad un regime di catena alimentare comprendente le scoperte, la tecnologia, le culture, le tradizioni ecc.

Non ho capito cosa intendi. Me lo spiegheresti meglio?


Citazione:
Per cui il mondo di oggi, da questo punto di vista, potrebbe intendersi perfetto seppur pieno dell’imperfezione che lo pregna.

Non vederla in modo troppo filosofico, la questione è molto più terra-terra e concreta. Dato che l'uomo è una creatura vivente soggetta alle stesse leggi biologiche ed ecologiche a cui sono soggette tutte le altre specie, il modo in cui vive l'uomo per essere efficace e di successo deve essere innanzitutto ecosostenibile esattamente come i modi in cui vivono tutte le altre specie. Se un branco di leoni cominciasse a sterminare metodicamente le proprie prede, a negare loro l'accesso al cibo e a distruggere il loro cibo, alla lunga finirebbe per estinguersi, perché annienterebbe le proprie scorte alimentari. Se noi facciamo la stessa cosa (e la stiamo facendo) alla lunga finiremo per estinguerci allo stesso modo.
Il mondo di oggi non può assolutamente essere considerato perfetto, da un punto di vista evolutivo, che, ripeto, è quello considerato da Quinn. Questo perché, come ho detto, non ha né l'ecosostenibilità né la qualità della vita necessaria per continuare a esistere indefinitamente e per venire perpetuato volontariamente dai propri membri. Non rispetta i criteri per essere definito uno stile di vita "efficace".
Noi non perpetuiamo volontariamente la nostra cultura, ne siamo prigionieri.


Citazione:
Idealmente la redistribuzione della ricchezza in maniera proporzionale potrebbe essere una politica efficace

Per ottenere che cosa?
Perché redistribuire la ricchezza (ammesso che sia possibile raggiungere un obiettivo così al limite dell'utopistico), non risolverebbe affatto il problema che ci sta conducendo all'estinzione: la nostra cultura rimarrebbe autodistruttiva ed ecologicamente insostenibile.
In che senso quindi sarebbe una politica "efficace"? Non risolverebbe il problema più grave di tutti, quello che minaccia di distruggerci.
E' importante essere sicuri di avere le priorità giuste. Altrimenti facciamo la fine dei passeggeri sulla nave che affonda:

La nave stava affondando rapidamente. Il capitano disse ai passeggeri e all'equipaggio: “Dobbiamo mettere in acqua le scialuppe immediatamente.”
Ma l'equipaggio disse: “Prima dobbiamo sconfiggere l'oppressione capitalista della classe lavoratrice. Poi potremo occuparci delle scialuppe.”
Allora le donne dissero: “Prima vogliamo gli stessi diritti degli uomini. Le scialuppe di salvataggio possono aspettare.”
Le minoranze etniche dissero: “Prima dobbiamo eliminare la discriminazione razziale. Poi distribuiremo equamente i posti nelle scialuppe.”
Il capitano replicò: “Sono tutte questioni importanti, ma non avrà alcun senso risolverle se non sopravviviamo. Dobbiamo mettere in acqua le scialuppe immediatamente!”
Ma i religiosi dissero: “Prima dobbiamo riportare la preghiera nelle aule scolastiche. Questo è più importante delle scialuppe.”
Allora gli antiabortisti: “Prima di tutto dobbiamo rendere illegale l'aborto. I feti hanno tanto diritto di salire su quelle scialuppe quanto chiunque altro.”
Quelli a favore della libertà di scelta dissero: “Prima riconoscete il nostro diritto di abortire, poi vi aiuteremo con le scialuppe.”
I socialisti dissero: “Prima dobbiamo ridistribuire la ricchezza. Fatto questo, tutti lavoreranno equamente a mettere in acqua le scialuppe.”
Gi attivisti per i diritti degli animali dissero: “No, prima dobbiamo far cessare l'uso di animali nelle sperimentazioni mediche. Non possiamo mettere questa faccenda in secondo piano rispetto alle scialuppe.”
E alla fine la nave affondò e tutti annegarono, perché nemmeno una scialuppa era stata messa in acqua. L'ultimo pensiero di molti di loro fu: "Non mi sarei mai immaginato che risolvere quei problemi avrebbe richiesto tanto tempo, o che la nave sarebbe affondata così improvvisamente..."

(La Parabola della Nave che Affonda di Daniel Quinn.)

Capito? Non ha senso preoccuparsi di redistribuire la ricchezza o di risolvere gli altri problemi sociali finché non avremo un sistema di vita ecosostenibile. Solo DOPO averlo trovato potremo preoccuparci degli altri problemi.


Citazione:
Ma come migliorarlo, senza cadere nell’utopia, il mondo???

Innanzitutto capendone i VERI difetti, che non sono il capitalismo o il comunismo, la democrazia o la tirannia, i mass media asserviti al potere o la natura umana difettosa e innatamente malvagia ed egoista.
Le vere cause dei nostri problemi sono molto più basilari e trovano origine nella mitologia culturale in cui siamo stati condizionati a credere fin dalla culla e nella strategia di sostentamento evolutivamente instabile (basata sull'agricoltura totalitaria) che tale mitologia ha generato e continua a perpetuare. E l'opera di Quinn è dedicata proprio a comprendere queste vere cause basilari. Questo è il primo passo essenziale e imprescindibile, perché è impossibile risolvere un problema finché non se ne individuano chiaramente le cause.
Una volta comprese queste cause, potremo metterci a pensare a come creare un nuovo stile di vita basato su una strategia di sostentamento non evolutivamente instabile (e quindi non autodistruttiva) che abbia tutti i pregi della nostra cultura e del tribalismo senza avere i difetti di nessuna delle due. Creare un nuovo modo di vita sembra un'impresa titanica, ma non c'è motivo di crederlo impossibile.

Quinn non fornisce una "ricetta" per la salvezza, perché al momento nessuno ha idea di quale potrebbe essere questo modo di vivere che potrebbe salvarci dall'estinzione. Immaginare una cosa simile sarebbe probabilmente un'impresa impossibile per un singolo uomo. Secondo Quinn, la soluzione verrebbe trovata se tutte le menti più creative si mettessero a rifletterci, unendo le proprie competenze e le proprie intelligenze. E per far questo, il primo passo è far capire A TUTTI le vere cause del problema. Motivo per cui ha scritto i suoi libri.

Anche senza dire in cosa consisterebbe esattamente questo nuovo modo di vivere, comunque, Quinn ha fornito alcune caratteristiche che una rivoluzione culturale del genere dovrebbe avere.
Innanzitutto, non dovrebbe essere una rivoluzione simile a quella francese o a quella russa, perché con tutti i loro spargimenti di sangue quelle rivoluzioni non hanno ottenuto altro che risultati marginali, dato che miravano a obiettivi superficiali rispetto alle vere cause dei loro problemi (alla sostituzione della monarchia con la borghesia, per esempio).
Questa rivoluzione culturale dovrebbe essere simile, nel metodo di attuazione, alla Rivoluzione Industriale. Senza spargimenti di sangue o programmi politici si dovrebbe dedicare a modificare l'autodistruttiva ideologia della nostra civiltà alla radice, e tutti i membri della nostra civiltà dovrebbero fare la loro parte senza aspettare un leader che li guidasse e dicesse loro come comportarsi.
Quinn ha enumerato (in My Ishmael) le caratteristiche che una simile rivoluzione culturale dovrebbe avere:
1) Non potrebbe avvenire tutta in una volta e in un luogo solo come un colpo di stato.
2) Verrebbe realizzata gradualmente, da persone che miglioreranno e integreranno l'una le idee dell'altra.
3) Non avrebbe un leader (né un singolo individuo né un'organizzazione).
4) Non verrebbe realizzata per iniziativa di governi o religioni.
5) Non avrebbe un capolinea prefissato (proprio come l'evoluzione).
6) Non procederebbe seguendo un programma.
7) Ricompenserebbe coloro che contribuirebbero alla rivoluzione con la “moneta” della rivoluzione (nella Rivoluzione Industriale, per esempio, coloro che producevano nuove invenzioni o nuovi usi per invenzioni esistenti guadagnavano ricchezza materiale).

Secondo Quinn, una rivoluzione culturale simile potrebbe portare alla creazione di un nuovo modo di vivere sostenibile e socialmente efficace. La teoria funziona, anche se l'attuazione pratica di una cosa simile è al limite dell'utopico... Ma onestamente non vedo alternative. Niente di meno potrebbe cancellare l'ideologia nociva che ci sta portando all'estinzione, e dobbiamo stare attenti a non usare il pretesto dell'utopia per rifiutare ogni compito difficile. Se ogni volta che dobbiamo fare qualcosa di difficile diciamo: "No, è un'utopia irrealizzabile", finiamo per non combinare mai nulla. E in questo caso, non combinare nulla significherebbe estinguerci.
Il mondo dopotutto è già cambiato da cima a fondo in varie occasioni: nel Rinascimento e nell'Età Industriale, per esempio.
Consiglio a chi mastica l'inglese di leggere il saggio: "Il Nuovo Rinascimento" di Quinn a riguardo.

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