Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  shm il 12/10/2011 13:46:27
Dt-jackal:

La tentazione di estrapolare una morale dai libri di Quinn ce l'hanno in molti, ma in realtà lui (e questo l'ha precisato lui chiaro e tondo, non è una mia interpretazione) non parla di ciò che è "giusto" e ciò che è "sbagliato", o di ciò che è "legittimo" e ciò che è "illegittimo". Quinn parla in termini molto neutri e scientifici di ciò che è efficacee di ciò che non lo è.

Shm:

Condivido e in effetti mi sono chiesto leggendo il libro se lui prima o poi avesse introdotto una specie di ricetta per migliorare il mondo…

Dt-jackal:

La nostra cultura va eliminata non perché è crudele, riprovevole o illegittima, ma perché è INEFFICACE, evolutivamente parlando, dato che si basa sull'attuare delle strategie evolutivamente INSTABILI e quindi alla lunga non può che autodistruggersi, come avviene a ogni forma di vita che attua strategie simili, senza eccezioni.

Shm:

Mi sono chiesto però alla fine in cosa consista l’efficacia di una cultura per Quinn. Cioè il fine a cui deve mirare l’efficacia della cultura è la sostenibilità del mondo? La pace? La fine della fame mediante un controllo delle nascite “naturale” per il raggiungimento di un equilibrio demografico “automaticamente” sopportabile?

La descrizione dell’equilibrio di una catena alimentare è acutissima ma è rapportarla all’uomo che diventa complicato il dilemma: a prescindere si potrebbe comunque dire che oggi le popolazioni siano soggette ad un regime di catena alimentare comprendente le scoperte, la tecnologia, le culture, le tradizioni ecc. Per cui il mondo di oggi, da questo punto di vista, potrebbe intendersi perfetto seppur pieno dell’imperfezione che lo pregna. Se non sappiamo cosa vogliamo, come facciamo a pensare di poter migliorare il mondo. Eppure l’uomo oggi fa ciò che vuole o che può fare a seconda dei suoi limiti…

Idealmente la redistribuzione della ricchezza in maniera proporzionale potrebbe essere una politica efficace, ma ci sarà sempre un Uomo che vorrà imporsi sull’altro per dettargli le proprie condizioni. Se la natura dell’uomo è questa una soluzione realistica non può esserci e un mondo migliore può essere altrettanto realisticamente generato esclusivamente sperando in un’evoluzione migliorativa del mondo attuale.

Ma come migliorarlo, senza cadere nell’utopia, il mondo??? Più di così…
Non so se qualcuno ha letto “Il mondo nuovo” di Huxley, ma un’alternativa percorribile per l’evoluzione che vedo io sembra proprio essere questa: e forse così si tratterebbe del minore dei mali…
“1984” mi sembra più lontana come alternativa anche se nel mondo attuale vedo un mix tra le due visioni di Orwell e Huxley…

Certo che basterebbe un po’ di soma per farci stare tutti più contenti!

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