Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  Dr-Jackal il 12/10/2011 11:58:43
@ incredulo:
Citazione:
A questo punto del VOLO, c'è solo lo schianto dell'aereo sul terreno, tornare sulla collina non è fisicamente possibile.

Se con questo intendi che non esiste un modo concreto per ridurre gradualmente la produzione di cibo (e quindi la popolazione), posso essere d'accordo. Neanch'io vedo come fare una cosa simile, l'ho già detto nella risposta a Red_Knight.
Tu mi avevi chiesto chiarimenti sulla teoria alla base della proposta, comunque, e quella è basata su logica e dati reali e non fa una piega. Se producessimo cibo solo per un miliardo di noi, ci sarebbe sempre circa un miliardo di noi (il numero reale fluttuerebbe, magari tra 900 milioni e un miliardo e cento milioni, ma in media rimarrebbe sempre 1 miliardo).

Citazione:
Conosci qualche religione che NON afferma che l'uomo SIA SBAGLIATO?

Certo. L'animismo. L'unica religione senza una gerarchia ecclesiastica che pensi solo ad accumulare soldi e potere, e che non ha mai cercato di controllare o ammazzare qualcuno.
La cosa divertente è che proprio per queste "mancanze" viene definita arrogantemente una "protoreligione" e non una religione vera e propria. Se una dottrina non è avida e distruttiva, insomma, non può essere definita religione.
Personalmente sono ateo, ma se proprio dovessi scegliere una religione sceglierei questa.

Citazione:
Quinn stesso afferma che il pensiero dominante della nostra civiltà sia profondamente sbagliato, che l'uomo stia sbagliando. Il solito paradosso.

Nessun paradosso.
Le religioni salvazioniste dicono che l'uomo soffre (a causa di miseria, depressione e male di vivere) perché è intrinsecamente difettoso e incompleto e ha bisogno di essere "salvato" da un'entità superiore. Quinn invece dice che questi problemi sono causati solo dal modo in cui viviamo noi della nostra cultura e che basta cambiare il nostro modo di vivere per risolverli, perché in realtà la nostra natura non è affatto difettosa o sbagliata e quindi non ha alcun bisogno di essere "salvata". Dice proprio il contrario di quello che sostengono le religioni salvazioniste, e come prova porta i popoli tribali, che non conoscono né povertà, né depressione, né crimine, né male di vivere, né senso di inutilità esistenziale.
Sia le religioni salvazioniste che Quinn capiscono che c'è un problema (questo lo capisce chiunque), ma differiscono drasticamente nell'individuarne la CAUSA. Dov'è il paradosso?


@ Shm:
Citazione:
non è possibile accantonare un messaggio che uno legge nei suoi scritti, per la singola opinione che un individuo si è fatto della personalità dell’autore.

Raggiungiamo un compromesso: va bene teorizzare sulle intenzioni nascoste dell'autore, ma NON parlare esclusivamente di quello, NON imporre la propria visione agli altri, e NON continuare a insistere anche quando vengono portati elementi che smentiscono tali congetture. Allora mi va bene. Altrimenti la discussione diventa una farsa irritante e inutile, come è già stato dimostrato.

Citazione:
Nel romanzo per esempio io ho letto riferimenti indiretti all’illegittimità del colonialismo e alla inconsistenza dei tentativi di impianti di culture estranee ad un dato territorio e non ho potuto fare a meno di associare la vicenda al colonialismo, e quindi al sionismo…

La tentazione di estrapolare una morale dai libri di Quinn ce l'hanno in molti, ma in realtà lui (e questo l'ha precisato lui chiaro e tondo, non è una mia interpretazione) non parla di ciò che è "giusto" e ciò che è "sbagliato", o di ciò che è "legittimo" e ciò che è "illegittimo". Quinn parla in termini molto neutri e scientifici di ciò che è efficace e di ciò che non lo è. La nostra cultura va eliminata non perché è crudele, riprovevole o illegittima, ma perché è INEFFICACE, evolutivamente parlando, dato che si basa sull'attuare delle strategie evolutivamente INSTABILI e quindi alla lunga non può che autodistruggersi, come avviene a ogni forma di vita che attua strategie simili, senza eccezioni.

Quinn critica, insomma, la sostituzione di un sistema di vita efficace e sostenibile con uno inefficace e autodistruttivo, non critica l'intero concetto di colonialismo in sé, o "l'impianto di culture estranee a un dato territorio".
(Dopotutto, per i primi 3 milioni di anni della nostra storia non abbiamo fatto altro che migrare ed espanderci sempre di più e impiantare culture estranee ai territori che raggiungevamo (a volte causando anche estinzioni di massa e riplasmando l'ambiente, come hanno fatto i primi nativi americani, circa 60.000 anni fa). E' per questo che allo scoppio della nostra Rivoluzione Agricola c'erano popoli tribali ovunque.)

Il punto è che quello che ha fatto il sionismo non è stata la sostituzione di uno stile di vita efficace (quello Lascia) con uno inefficace e autodistruttivo (quello Prendi), è stata semplicemente la sostituzione di una cultura Prendi (gli arabi palestinesi) con un'altra cultura Prendi (gli israeliani). Lo stile di vita in questo processo è rimasto lo stesso: Prendi era e Prendi è rimasto. Distruttivo era e distruttivo è rimasto. (Gli arabi palestinesi già usavano l'agricoltura totalitaria.)
Ishmael condanna la sostituzione di uno stile di vita evolutivamente efficace con uno inefficace. Il colonialismo sionista invece non è una faccenda evolutiva, ma prettamente politica e morale: non è moralmente giusto né politicamente legittimo che un popolo si appropri delle terre di un altro e lo stermini a piacimento, facendo pure la vittima e propagandando una visione della situazione fasulla. Questo è vero e sono d'accordissimo, ma il punto è che il colonialismo sionista va oltre l'argomento del libro, perché non ha sostituito uno stile di vita evolutivamente efficace con uno inefficace, quindi non è ciò di cui parla Ishmael. Ishmael non parla di morale o politica, di legittimità o illegittimità, ma di stili di vita oggettivamente efficaci e non.
E' chiaro questo punto? Perché è fondamentale.

Dal punto di vista evolutivo, possiamo classificare due tipi di colonialismo:
1) Quello che sostituisce uno stile di vita evolutivamente efficace con uno inefficace e alla lunga autodistruttivo (come è avvenuto per esempio con lo sterminio dei nativi americani da parte dei coloni europei, o con lo sterminio degli aborigeni australiani da parte dei coloni inglesi, per citare due esempi tra decine di migliaia).
2) Quello che sostituisce una cultura che applica uno stile di vita con un'altra cultura che applica lo stesso stile di vita (come appunto nel caso dell'invasione sionista della Palestina). Evolutivamente parlando, questo tipo di colonialismo è virtualmente ininfluente. Certo, gli israeliani potranno danneggiare l'ambiente più rapidamente dei palestinesi, essendo più modernizzati, ma questo non fa che affrettare l'autodistruzione che sarebbe avvenuta comunque.
Quinn parla del primo tipo di colonialismo, non del secondo, perché è solo il primo tipo a mettere in pericolo la sopravvivenza della nostra specie, ed è di questo che parla la sua opera: la salvezza del mondo come ambiente in grado di sostenere la vita umana e, quindi, la sopravvivenza della specie umana.

Leggendo dei popoli Lascia che vengono sterminati, scacciati o schiavizzati dai Prendi, i quali poi cominciano a distruggere l'ambiente per alimentare la loro distruttiva civiltà, è normale avere la tentazione di individuare nei Lascia i "buoni" e nei Prendi i "cattivi", ma in realtà le cose sono meno semplici. In realtà sia i Prendi che i Lascia sono prigionieri della cultura fallace della nostra civiltà. Sono entrambi vittime e il carnefice è la nostra mitologia culturale, se proprio dobbiamo trovare delle vittime e dei carnefici.

Citazione:
in Ishmael, si legge anche una critica alla storicità che certe popolazioni si sono imposte come strumento legittimante una propria supremazia su altre…

Questo è verissimo. Ishmael critica la nostra mitologia culturale, e una parte importantissima di questa mitologia è composta proprio dalle origini e dal carattere "mitico" che i popoli della nostra cultura si sono attribuiti in modo da legittimare la loro supremazia.
Ma Ishmael si concentra su un tipo di propaganda molto più basilare di quella ariana o sionista. Un tipo di propaganda che viene ritenuta da tutti i membri della nostra cultura innocua, scontata e ovvia (e quindi è molto più pericolosa). La convinzione più basilare a questo riguardo è quella di essere portatori dell'unico modo giusto di vivere per gli esseri umani e di avere quindi il diritto (se non il sacro dovere) di conquistare e convertire gli altri.
Per non parlare della convinzione di essere una specie separata e distinta (ossia migliore) delle altre, che ha il diritto di conquistare e dominare (ossia migliorare) il mondo ed è immune dalle leggi ecologiche e biologiche che vincolano tutte le altre specie, quindi può vivere in modo evolutivamente instabile senza estinguersi.
Questa è la propaganda di cui parla Ishmael: la più fondamentale e radicata (e pericolosa) che esista. Quella che anziché limitarsi a provocare ingiustizie sociali o politiche ci sta conducendo all'estinzione.

Il brano che hai citato da quel vecchio libro di storia è molto eloquente a questo riguardo:
Citazione:
noi preferiamo il racconto mosaico, se non altro per quel ben dell’intelletto, che pone un abisso fra l’uomo e le bestie, e lo nobilita, innalzandolo fino a concepire la divinità.

Appunto. Quante fallacie culturali si possono individuare in quest'unica frase?

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=49&topic_id=6586&post_id=205415