Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  shm il 11/10/2011 23:02:29
Calvero:
ma gli altri esempi che porti non sono il punto cruciale che oggi stanno muovendo sullo scacchiere internazionale le pedine politiche, i genocidi e la "morale del giorno della memoria". Ergo: non è vero che ognuno può infilarci dentro le nozioni che vuole. Non solo. La profondità della filosofia di Quinn non è all'altezza di un percorso simile, elaborato da lui negli anni "90 .. con un bel senno di poi ai suoi occhi

shm:

Si, sono d’accordo in parte, ma neanche negli anni ’90 o ’80 il sionismo aveva ottenuto il potere che ha oggi e l’olocausto non era il dogma che è diventato ultimamente… Quindi la relazione che intercorre tra nazismo ed ebraismo che c’era all’epoca non ha sicuramente gli stessi significati che ha oggi… Di conseguenza i paragoni tra dualismi devono essere equilibrati alle conoscenze di Quinn e quelle oggettive dell’epoca in cui scriveva… Ciò non toglie che le nozioni storiche del romanzo di Quinn possano essere non solo interscambiabili ma devono leggersi, proprio in quanto romanzo, come caricaturali e finalizzate allo scopo che si è prefissato di raggiungere l’autore. Scopo che secondo me è quello di evidenziare una Madre cultura(emanatrice di versioni ufficiali) che inganna la percezione della consapevolezza umana. I riferimenti sono tanti:
- Madre Cultura ti insegna che così dev'essere. A parte poche migliaia di selvaggi sparsi qua e là, oggi ogni persona sulla Terra prende parte a questa storia. L'uomo è nato per recitarla, questa storia, e non accettarla si-gnifica escludersi dalla razza umana, significa andare verso l'oblio.
- Una volta che avrai imparato a discernere la voce in sottofondo di Madre Cultura, che ripete senza soste la sua storia ai popoli della tua cultura, non potrai più evitare di riconoscerla. Dovunque andrai, per il resto della tua vita, avrai la tentazione di dire alla gente attorno a te: «Come fate ad ascoltare queste parole e non riconoscer-le per quel che sono?» E se lo dirai, la gente ti guarderà storto e si chiederà di che diavolo stai parlando.
- Madre Cultura, la cui voce ti risuona nelle orecchie da quando sei na-to, ti ha fornito una spiegazione del perché le cose sono andate così. Tu la conosci benissimo, questa spiegazione, come la conosce chiunque sia im-merso in questa cultura.

Se Madre cultura è responsabile dell’inganno dell’uomo mediante una storicità falsata e nel romanzo l’unico riferimento storico specifico è quello all’olocausto e al nazismo è probabile che Quinn voglia suggerirci qualcosa che magari più esplicitamente non se la sente di dire…



Calvero:

.. il problema è cosa si intende per divinizzare l'uomo. E' banale come concetto. Già il fatto di poter esprimersi e raggiungere uno stato spirituale, per qualche cretino potrebbe significare divinizzare l'uomo. Invece può riguardare il raggiungimento che intende elevare l'individuo alle sue potenzialità. Poi come per tutti gli ordini, ci sono i concetti deviati ... il lato oscuro è presente sempre nella nostra esistenza.

Shm:

Ciò che intendo per divinizzare l’uomo è farlo rassomigliare alla divinità da lui idealizzata nei connotati di onnipotenza, onniscienza ecc. ecc. La massoneria non è che l’apice del percorso di razionalizzazione, partito dall’umanismo alla perdita di terreno della massima istituzione religiosa occidentale, spinta che ha portato l’uomo a considerarsi padrone al di sopra del mondo e non, come scrive Quinn, parte del mondo. C’è chi si è posto oltre Quinn e la sua deviazione dalla rivoluzione dell’agricoltura del 10.000 a.c. postulando se l’uomo possa essere il parassita del mondo e neanche questo potrebbe essere del tutto sbagliato… Il dilemma che centra Quinn risiede nel chiedersi cosa sia giusto e cosa sbagliato per una “corretta” evoluzione dell’umanità.

Edit:

Calvero volevo rapportare Quinn a Dostojevsky per farti un esempio di un dico-non dico...
dato di fatto: Dostojevsky solo dopo la maturità abbandona il nichilismo per dichiararsi cristiano
Se leggi l'ultima sua opera(magari l'hai già fatto), "I fratelli Karamàzov" hai come l'impressione che Dostojevsky odi, specialmente nel racconto del "Grande inquisitore", tutto ciò che è religione cristiana... Neanche quando fa parlare Alesa, uno dei tre fratelli, un novizio che sta per prendere i voti ma poi gli fa abbandonare l'impresa...
La riflessione sui suoi scritti origina dal fatto che nell'ultimo periodo della sua vita lui è diventato cristiano! E che scritti...
Perciò secondo me è probabile che tu abbia dato un giudizio affrettato su Quinn, non sapendo nulla come me, della sua vita, delle sue credenze, del suo interesse in politica, delle sue origini ecc. ecc. ecc.

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