Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  Vincent51 il 11/10/2011 19:22:59
Non conoscevo Quinn e quindi grazie a Dr.Jackal per la "dritta", il libro lo devo ancora finire, mi sembra fino ad ora molto interessante il percorso "Maestro-Allievo", il tipo di domande deduttive che pone Ishmael, penso che Quinn abbia cercato di esporre concetti difficilmente sintetizzabili e riducibili a mera letteratura in un contesto più "amichevole", passatemi il termine.
Alle prime righe mi sembrava un po' Paulo Coelho, ma poi proseguendo mi ha smentito (per fortuna )

Non vorrei comunque esprimere un giudizio prima di terminarlo.

Sulla questione "strumento narrativo" nazismo: a mio parere Quinn non lo ha esposto come pretesto, cioè utilizzato in quanto causa dell'olocausto, ma per spiegare certe reazioni umane di fronte ad un movimento "di massa". In particolare questo passaggio:


Citazione:
— Dalla storia di Kurt e Hans che mi hai raccontato ieri, immagino che tu sia uno studioso delle vicende del popolo tedesco sotto Adolf Hitler. — Uno studioso? No, non esageriamo. Ho letto i libri più famosi, come le memorie di Speer, L'ascesa e il declino del Terzo Reich e così via, oltre a qualche saggio su Hitler. — In tal caso sono certo che capirai che cosa il signor Sokolow si sforzava di dimostrarmi: che non erano solo gli ebrei a essere prigionieri sotto Hitler. L'intera nazione tedesca era prigioniera, compresi i suoi sostenitori più entusiasti. Alcuni erano decisamente contrari a quel che faceva, altri si adattavano come potevano, e molti ci credevano davvero... ma tutti erano prigionieri. — Credo di capire che cosa intendi. — Cos'è che li rendeva prigionieri? — Be'... il terrore, immagino. Ishmael scosse la testa. — Avrai visto i filmati di quelle adunate ante- guerra, a cui partecipavano centinaia di migliaia di persone che cantavano e applaudivano. Non era il terrore che li portava a quelle feste di unità e di potenza.


a me sono subito venute in mente le immagini del famoso documentario della Riefenstahl... e in effetti un dubbio su quante persone ci fossero, anche durante quelle adunate, intimamente convinte al 100% di quello a cui stavano partecipando, mi era venuto...

Se poi esiste una "sottotrama" o qualche messaggio talmente sottile ma così fondamentale da spostare tutta l'attenzione sull'olocausto degli ebrei etc. sinceramente non sono in grado di dirlo, o meglio io non l'ho colto.
Il nome del protagonista non è nemmeno così originale, ci aveva già pensato Melville!

Quando lo finisco cercherò di esprimere un'opinione più completa.
Intanto grazie ancora!

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