Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Fabyan il 5/8/2011 18:34:40
Fonte originale:http://www.lemonde.fr/societe/article/2011/08/02/cannabis-ce-que-la-legalisation-rapporterait-au-fisc_1555169_3224.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/05/francia-la-legalizzazione-delle-drogheleggere-farebbe-bene-alleconomia/150030/

Francia, “La legalizzazione delle droghe leggere farebbe bene all’economia”

A sostenerlo, sulla prima pagina di Le Monde, il professore di Economia della Sorbona Pierre Kopp: "Lo Stato deve supervisionare produzione e distribuzione". Per il docente, il guadagno è assicurato: un miliardo di euro di tasse e 300 milioni ora spesi per le incriminazioni per chi si trova in possesso di cannabis

La canna libera? Farebbe bene al fisco. E’ quello che sostiene Pierre Kopp, stimato professore di Economia alla Sorbona di Parigi, finito nei giorni scorsi sulla prima pagina dell’autorevole (e serioso) Le Monde per le sue opinioni al riguardo. Sì, perché il professore sostiene che la legalizzazione delle droghe leggere «permetterebbe di incassare a livello di tasse circa un miliardo di euro. E poi si rispamierebbero i 300 milioni ora spesi per le incriminazioni effettuate nei confronti di chi si trova in possesso di cannabis. Questa cifra, in realtà, è ancora più alta se si calcolano i costi delle custodie cautelari. E quelli necessari per il funzionamento dei tribunali e per l’esecuzione delle pene», ha spiegato il docente.

Eppure la Francia è da sempre uno dei Paesi più duri nel punire i consumatori delle droghe leggere. Negli ultimi tempi, però, soffia un vento sempre meno proibizionista. In giugno Daniel Vaillant, ex ministro degli Interni e oggi deputato socialista, aveva presentato un rapporto, redatto con alcuni colleghi di partito, sui benefici nel caso si liberalizzasse il settore, ovviamente sotto l’egida delle autorità pubbliche (Leggi). Anche forze della destra si erano dette aperte al dialogo su questo dossier.

Lo stesso Kopp chiede «una legalizzazione controllata, con lo Stato che supervisioni produzione e distribuzione. Permetterebbe di giocare sulle tariffe e di lottare meglio contro gli abusi di queste droghe». Secondo l’economista non è vero, come ritengono in tanti, che la legalizzazione della cannabis porterebbe per forza a una crescita dei consumi. «Questo non si dovrebbe verificare se la tassa imposta dallo Stato pemettesse di mantenere almeno il prezzo attuale, in Francia in media di 5,5 euro al grammo. E’ proprio il prezzo la variabile essenziale. Se fosse troppo elevato, andrebbe a favorire i traffici illeciti. Se fosse troppo basso, il consumo potrebbe in effetti svilupparsi. Forse, una volta legalizzato il settore, la tariffa dovrebbe essere un poco più alta rispetto a oggi per compensare la scomparsa del rischio che comporta l’acquisto, vedi la possibiltà di essere beccati dalla polizia o di essere rubati dal pusher». «Un altro punto chiave è l’educazione – continua Kopp -. Bisogna fare prevenzione, allertando sugli effetti dei consumi eccessivi e sui rischi di guidare sotto l’influsso della cannabis».

In questo momento però è sul fronte della repressione che la Francia si distingue. Sulla base di una legge del 1970, il consumo di cannabis è punito con una pena che va fino a un anno di carcere o con una multa fino a 3.750 euro. Il problema principale è che non si prevede alcuno «sconto» per una semplice dose giornaliera. Ogni anno almeno 80mila persone vengono fermate dalle forze dell’ordine, sospettate di consumo di droghe leggere. E numerose sono le custodie cautelari decise in merito. Ma tutti questi anni di repressione a quali risultati hanno portato? Secondo i dati più recenti dell’Ofdt, l’Osservatorio delle droghe e delle tossicomanie del Paese transalpino, 1,2 milioni di francesi sono consumatori regolari (dieci volte al mese) e 550mila quotidiani: cifre stabili negli ultimi anni, ma elevatissime rispetto agli altri Paesi europei.

«La politica di lotta contro la cannabis – sottolinea Kopp – economicamente ha poco senso: costa caro e dà benefici incerti. Dopo il 1995, in materia di eroina, la Francia ha autorizzato i prodotti di sostituzione e ha permesso così il crollo del numero delle overdose. Per le droghe leggere, invece, si è scelta un’altra strada. Peccato». Secondo Kopp gli oltre 300 milioni risparmiati sul fronte della repressione con la legalizzazione della cannabis e il miliardo di euro intascato mediante le imposte potrebbero essere destinati alle iniziative educative per evitare consumi eccessivi «e soprattutto per la prevenzione e la lotta contro il traffico della altre droghe».

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/05/francia-la-legalizzazione-delle-drogheleggere-farebbe-bene-alleconomia/150030/

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Droga, un appello da personalità mondiali
Da Kofi Annan a Vargas Llosa: “Legalizzare”


“La guerra mondiale alla droga ha fallito". Ad affermarlo è la ‘Global Commission on Drug Policy’, composta da grandi nomi internazionali, dalla politica alla cultura. Che in una petizione presentata all'Onu chiederanno agli Stati di rivedere le politiche di contrasto

La copertina del rapporto della 'Global Commission on Drug Policy' che chiede un cambiamento negli strumenti di contrasto alla tossicodipendenza

“Il proibizionismo non funziona e non conviene, è una forma di repressione sociale di massa che garantisce fiumi di denaro a terrorismo e narcomafie”. Lo afferma da sempre il segretario dei Radicali, Mario Staderini. Che da oggi potrebbe avere un alleato insospettabile: l’Onu. “La guerra mondiale alla droga ha fallito con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo” scrive la ‘Global Commission on Drug Policy‘, in un rapporto presentato a New York. L’organismo più alto in materia ha annunciato l’inizio di una petizione internazionale: milioni di firme da presentare alle Nazioni Unite affinché gli Stati si convincano a cambiare gli strumenti finora usati per contrastare la tossicodipendenza. Disposizioni fallimentari che, si legge nel rapporto, hanno portato solo a carceri piene e migliaia di vittime. La strada, da oggi, dev’essere piuttosto quella di puntare a una “riduzione del danno”, contrastando prima di tutto la vera base del traffico di droga: la criminalità organizzata. In una parola: legalizzare.

L’appello arriva da personalità mondiali e insospettabili. Tra loro, anche l’ex presidente dell’Onu, Kofi Annan. E ancora, tra i politici, l’ex commissario Ue, Javier Solana, l’ex segretario di Stato statunitense, George Schultz e diversi ex presidenti. Alcuni con una profonda conoscenza diretta del tema, come il colombiano Cesar Gaviria. Ma la lista dei nomi coinvolti comprende anche personalità del mondo della cultura: come il premio Nobel per la letteratura peruviano, Mario Vargas Llosa, e lo scrittore messicano Carlos Fuentes. E ancora esperti come il francese Michel Kazatchkine, direttore del Fondo mondiale contro l’Aids, la tibercolosi e la malaria.

“Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non criminali”. E’ questa l’idea di fondo della commissione. Che nel rapporto da un po’ di numeri per far comprendere come negli scorsi decenni “le politiche di criminalizzazione e le misure repressive – rivolte ai produttori, ai trafficanti e ai consumatori – hanno chiaramente fallito”. In dieci anni, dal 1998 al 2008, il consumo di cannabis è aumentato dell’8,5 per cento. E va peggio con le cosiddette ‘droghe pesanti’: nello stesso periodo, il numero dei consumatori di cocaina è cresciuto del 27 per cento. Una percentuale che nasconde circa tre milioni e mezzo di persone in più.

Oltre a chiedere una presa di coscienza internazionale, la commissione propone però una soluzione. Per una vera lotta alla tossicodipendenza, è necessario introdurre “forme di regolarizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali”. Come? “Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione”. Solo così, secondo la commissione, sarà possibile rendere efficace il contrasto su piccola scala, quello rivolto ai coltivatori, i corrieri e gli spacciatori, “spesso vittime loro stessi della violenza e dell’intimidazione”. Oppure consumatori a loro volta. Il cambio di rotta inoltre, ricordano nel rapporto, potrebbe risolvere la problematica dell’esclusione sociale dei tossicodipendenti. A patto che le politiche adottate siano “improntate a criteri scientificamente dimostrati” e rafforzate da un’educazione familiare e scolastica.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/02/droga-un-appello-da-personalita-mondialida-kofi-annan-a-vargas-llosa-legalizzare/115500/

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