Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Makk il 30/6/2011 19:25:51
Citazione:

Giano ha scritto:
Dimmi se ho capito bene:
si sta andando verso un giusto processo alle intenzioni
invece che, come voluto da (quei due c…..) Fini-Giovanardi,
la condanna alle intenzioni.

Sì e no. Questa è una conseguenza della sentenza. Indirettamente fà pendere la bilancia della giurisprudenza più verso l'esame del singolo caso che verso la condanna aprioristica.

Per adesso si limita a "cassare" la nozione che coltivare una pianta (qualsiasi pianta) sia configurabile come reato. E che l'eccezione voluta dalla FGiov (che solo per la maria si facesse questo) non è giuridicamente praticabile.

E' un passo avanti notevole come implicazione giuridica. Non proprio facile da capire e apparentemente non granché significativo dal punto di vista pratico.
Infatti coltivare in casa non è ancora depenalizzato: dipende, come dice Dipende.

Quello che Dipende non inquadra è appunto la faccenda giuridica: quando uscì la FGiov stabilì un principio giuridico "border-line", quello della punibilità per la semplice coltivazione.

I primi processi che si fecero in seguito a questo pateracchio giuridico si basavano sulla concezione che il comportamento dell'accusato (coltivatore) non era reato. Cosa espressamente negata dalla legge. Arrivare in Cassazione con questa tesi difensiva comportò che di malavoglia la Cassazione dovette dire "no, il dettato della legge è chiaro, con questa obiezione io ho le mani legate e non posso che confermare la legge".

Ma se fai un'altra obiezione?
L'altra obiezione è:
"è la coltivazione un comportamento illegale a prescindere, che nuoce sempre e comunque alla collettività?"

Qui la Cassazione entra di competenza e dice "no, si ravvisano casi in cui la pianticella non è dimostrabilmente un pericolo sociale".
E lo fa ben volentieri.

Se poi (ma questa è una conseguenza, non la sentenza) non sussiste questa "dimostrata e implicita" pericolosità sociale, allora anche il fatto che la coltivazione sia reato è da vedersi, caso per caso.

Il punto è che i prossimi processi potranno fare questo distinguo ed eventualmente pervenire a questa conclusione, ma quelli precedenti non potevano. Adesso si baseranno sulla Cassazione.

Quello che sfugge a Dipende è che la giurisprudenza si muove. Sia la sentenza precedente (che sembra dire il contrario) sia questa sentenza sono reciprocamente coerenti.

Stabiliscono delle "tappe" di interpretazione della legge.

La prima dice agli avvocati "non insistete sul non-reato: andava bene prima della FGiov, adesso non basta più"

La seconda dice: "puntate sul caso particolare del comportamento specifico del vostro assistito (e vedrete che vi si dà una mano, ché 'sta legge del menga dà fastidio a noi giudici quanto a voi avvocati difensori)"

Il risultato secco è che la FGiov è indebolita nel suo apodittico "se c'è pianta c'è reato". Non è più così.

Ed è il secondo round di un incontro. Che si disputa su una "tradizione" di sconfitte da parte dei proibizionisti.

mettiamola così:
La FGiov ha messo sul ring un campioncino con un destro secco pericoloso (coltivazione=reato).
E ha vinto un round (= l'altra sentenza, che inverte una tradizione di sentenze tendenzialmente favorevoli ai piccoli consumatori).
Ma il campioncino ha solo quel colpo, buono. La giurisprudenza gli ha preso le misure e gli saltella intorno, alla larga dal destro.
Giuridicamente ha il fiato corto, il nostro campioncino fascioazzurro. E ha contro un vecchio volpone che non ha fretta.
Intanto, con questa seconda sentenza, si è beccato un paio di diretti cattivelli al deltoide, che rendono dolorante il muscolo e rallentano il destro.
I PDL ululano che non si boxa così, che è scorretto. Ma sono stupidi loro a mandare sul ring un pugile con un solo colpo, e pure telefonato.




@Damiano:
lassa perde'
Come dice Dipende, se ti cioccano ne puoi uscire pulito... ma alla fine.
In mezzo c'è un calvario di carte bollate e soldini regalati al tuo avvocato.

Se sei un grower che ha fatto della coltivazione una battaglia e/o una scommessa personale, allora te la giochi a fai di tutto (intelligentemente) per NON arrivare a farti assolvere, semplicemente perché cerchi di non farti beccare.

Se poi... ahò, sfiga belva. A chi tocca nun se ingrugna (= perdere il buonumore)

Tu sei il tipo che si infila in questo "mode" da guerriero clandestino?
Dubito, da come scrivi.

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