Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Fabyan il 28/6/2011 23:40:18
Una notizia che addolcisce la giornata, non e' la "solita sentenza", questa volta e' qualcosa di piu':

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/28/corte-di-cassazione-coltivare-una-pianta-di-marijuana-non-e-reato/129973/

Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

La Suprema Corte ha bocciato il ricorso di una procura che aveva condannato un cittadino per avere coltivato una piantina di canapa. Insorge il centro-destra, Meloni: "Se i giudici vogliono fare politica si facciano eleggere". Gasparri: "Decisione che spinge verso la legalizzazione della droga"


Coltivare una pianta di marijuana non è reato. Lo sostiene la Corte di Cassazione bocciando il ricorso della procura di Catanzaro che chiedeva la condanna di Giuseppe M. per avere coltivato sul balcone di casa una piantina di canapa contenente principio attivo pari a 16 mg. Una decisione che ha scatenato un vespaio di polemiche e che per giunta arriva nello stesso giorno in cui il sottosegretario Carlo Giovanardi presentava in Parlamento la sua contestatissima relazione annuale sulle tossicodipendenze.

Secondo i giudici della Suprema Corte, una sola pianta di cannabis non può essere considerata ‘offensiva’ dato che “non è idonea a porre in pericolo il bene della salute pubblica o della sicurezza pubblica”.

La decisione ha mandato su tutte le furie il ministro della Gioventù Giorgia Meloni che ha parlato di sentenza “scandalosa” e “agghiacciante”. Quello che la titolare delle politiche giovanili non riesce proprio a digerire è il termine ‘inoffensivo’. “ Se i magistrati vogliono farsi legislatori – tuona Meloni – smettano la toga e si facciano eleggere in parlamento”. Il fatto che un reato non venga punito in quanto inoffensivo, secondo il ministro, rischia di stabilire un rischioso precedente giuridico: “Che un reato non sia più tale, nonostante la legge, quando considerato ‘inoffensivo’”.

Sulla stessa linea il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri che vede nella sentenza una sorta di apripista per arrivare alla legalizzazione della droga.

Sul fronte antiproibizionista invece si plaude alla decisione delle toghe di via Arenula. Secondo i radicali, la sentenza introduce un principio liberale: “Non c’è reato se non c’è vittima”. Il segretario del partito Marco Staderini sottolinea poi come, secondo lui, l’autocoltivazione vada incentivata: “Perché garantisce al consumatore la qualità del prodotto, lo libera dal mercato criminale e riduce i profitti delle mafie”.

Al di là delle posizioni politiche, la decisione della Cassazione è destinata a fare giurisprudenza e a depotenziare la legge italiana in materia di sostanze stupefacenti: la Fini-Giovanardi del 2005 che aveva inasprito pesantemente le sanzioni per chi consumava droga, arrivando a paragonare il consumo allo spaccio. La coltivazione, nelle intenzioni del legislatore, era in tutto e per tutto paragonabile allo spaccio e quindi punita con pene severissime. Ma d’ora in poi coltivare una “modica quantità” (una piantina) di marijuana non sarà più reato. Con buona pace del fronte proibizionista della politica italiana.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=49&topic_id=6408&post_id=197380