Re: Le linee guida Usa: salutare la dieta vegetariana

Inviato da  Calvero il 23/7/2011 11:12:35
Perché il rispetto che si basa su una volontà a-morale, a-dogmatica, è il processo che permette la condivisione dell'esperienza umana attraverso una collaborazione che non vuole accomunare gli intenti e i fini attraverso sovrastrutture e ideologie che cadono dall'alto.

Fondamentalmente io sono anche contrario all'Etica, ma purtroppo è l'unico termine che si avvicina a identificare una volontà che mira a dare logica ai valori. Ma anche i valori vanno distrutti, sono un falso, e, ancora, un male necessario quando si cerca di trovare un linguaggio comune.

E il mio non è un discorso etico. E' un discorso divinamente egoista. E non egocentrico, ma anche qui .. i termini sono approssimativi di nuove "LEGGI" che devono ancora crearsi (ma non essere legiferate): crearsi. Pesi e misure andranno rideterminati. Il linguaggio stesso è obsoleto per l'uomo nuovo, ora è solo un male necessario.

Non vi è nulla di etico, di amorevole, morale, nel desiderare un mondo migliore. Anche qui, se pur io l'ho sostenuto, i termini sono andicappati. Migliore, rispetto a cosa? L'incontrovertibile esigenza di Vita risiede per dirne una, nel battito del tuo cuore e del tuo respiro che, appunto, vogliono battere e respirare: questa è la natura. Questa è Legge. La volontà di Vita è di comune appartenenza. La volontà di Vita tu puoi riconoscerla nel mondo che ti circonda. Il rispetto è volontà di Vita in frequenza con la Natura.

Io non voglio il bene altrui, fondamentalmente. Io valgo, tu vali, noi Valiamo la Volontà di Vita. Il processo esistenziale ha un valore che si espande e si comprime nel dire Sì alla Vita. La negazione alla Vita non è "peggiore" poiché fai del male al prossimo, perché commetti peccato, ma perché inneschi - negazione - nella tua volontà di Vita; una volontà di Vita che nell'uomo conduce all'evoluzione, poiché dotato di un discernimento sufficiente a non imporre e a non negare una volontà di Vita a ciò che lo circonda. A rimanere naturale. L'uomo può vedere fino al suo orizzonte; quando osserva giudica, condanna, decide, attraverso orizzonti non suoi o comunanze collettive, sta negando la sua volontà di vita poiché non è più nel suo baricentro, ma in una morale: questa volta del "gregge". Quando guarda oltre sé stesso, rende il mondo "peggiore", poiché entra nei retaggi della presunzione (che sono i retaggi delle religioni, ad esempio), che lo fanno muovere su un terreno accidentato mentre, per fare una metafora, gli impongono/si impone - di cercare con il binocolo qualcosa laggiù, lontano, tra quelle montagne...

Il mondo "migliore" lo si può volere, dando coerenza al semplice fatto che è fisiologia - dare esperienza alla vita. Ed è innegabilmente fisiologico anche nel mondo che ti circonda, esigere il processo di esperienza di Vita. In questo senso "gli altri siamo noi" e NON in quel senso di compassione che è retaggio delle sovrastrutture che vogliono il controllo.

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