Re: mais transgenico

Inviato da  Paxtibi il 15/9/2005 2:51:48
Stavo cercando tutt'altra cosa, quando, per puro caso, mi sono imbattuto in questa notizia del luglio 2004 di una intossicazione alimentare in Kenya, che ha causato 35 morti. Ricordando questo post, mi ci sono soffermato: La Chiesa di Machakos si è subito mobilitata per affrontare il disastro umanitario lanciando un appello per l’invio di cibo non contaminato, creando punti per sensibilizzare la popolazione sui rischi del mais avariato e offrendo supporto medico.
Qui l'analisi: il problema alimentare nei paesi poveri deriva anche da una mancanza di informazione e di formazione degli agricoltori e dei commercianti che conservano e distribuiscono il cibo. Da cui si deduce che i locali dovrebbero seguire gli illuminati "consigli" di "esperti"- non locali, ovviamente. Ma la rivelazione sta in fondo, dove scopriamo che la responsabile di questo incidente - così viene definito nell'articolo - l'aflatossina, è classificata come arma biologica.
Si tratta di un monito a vigilare perché mal intenzionati non sviluppino conoscenze e capacità in questo campo.
Visto che l'hanno utilizzata, non vorrà dire che "qualcuno" già possiede queste conoscenze e capacità?

Insospettito - come sempre del resto - ho cercato su google "mais,transgenico,africa,nairobi", ed ecco cosa ho trovato: La multinazionale svizzera Novartis desidera esaminare ed introdurre il Bt-mais nel Kenia: in primavera 2000, ha iniziato un programma di cinque anni con Bt-mais, ai costi di 6.2 millioni di $, in collaborazione con l'istituto di ricerca di Kenyan KARE ed il CYMMIT dell'America latina.

Poi c'è un articolo a firma Anna Bono su ragionpolitica.it che ci annuncia che il 7 dicembre ['04], a Nairobi, l'I.R.M.A [Insect Resistant Maize for Africa] ha presentato i primi risultati della sperimentazione - realizzata su espressa richiesta del presidente della repubblica, Mwai Kibaki - di una varietà di mais transgenico Bt resistente ad alcuni dei più dannosi parassiti. Nell'illustrarne le caratteristiche, Alfred Diallo, portavoce del C.I.M.M.Y.T-Messico che lo ha prodotto, ha spiegato che il mais transgenico potrebbe salvare molte vite umane. Poco oltre Anna Bono stenta a crederlo, ma deve purtroppo notare che quegli ingrati del Forum dei piccoli produttori agricoli kenyani, svoltosi negli stessi giorni a Nairobi, non abbiano trovato di meglio che dichiararsi "oltraggiati" dal progetto di legge e abbiano deciso di attivarsi per impedire che venga approvato.
È giustamente indignata la cronista, dal momento che gli agricoltori di cui si parla, che «solitamente conservano i semi anche per tre anni», in realtà, «solitamente», è tanto se riescono ad accantonare il necessario per la semina successiva (e comunque non saprebbero dove conservare i semi per più di una stagione) e da due anni non producono cibo abbastanza da sopravvivere. Illuminante: i misteriosi OGM sarebbero la soluzione per un problema di stoccaggio.

Queste cose la Bono le scriveva il 24 dicembre del 2004 - strano modo di passare la vigilia di Natale, tra l'altro - mentre un mese prima (e quattro mesi dopo "l'incidente" di Machakos) il professor Umberto Veronesi, annunciando un «Manifesto per il biotech» a favore delle biotecnologie, "suggeriva" che il mais transgenico è poco esposto al rischio della aflatossina, un cancerogeno sviluppato da un insetto che aggredisce per lo più il mais tradizionale. Riecco l'aflatossina, ma non è più un'arma biologica, avrà subito una mutazione anche lei.
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Infine, desideroso di saperne qualcosa in più, ho trovato questo documento, gli Atti della 1a Conferenza Nazionale Comuni Antitransgenici, tenutasi a Firenze il 4 maggio 2001 . Queste le conclusioni:
- E' stato osservato il trasferimento orizzontale di geni (HGT) da batteri modificati a batteri naturali nel tratto gastro-intestinale.
- Non è stato dimostrato il trasferimento orizzontale di geni (HGT) in esperimenti in vivo da cibo vegetale modificato al tratto intestinale.
- Il DNA transgenico può sopravvivere alla digestione gastro-intestinale e diffondersi nell'ambiente.
- Il DNA esogeno sembra interagire con il DNA cellulare dei mammiferi.
Quale è la frequenza di questi fenomeni e quali sono le conseguenze sugli esseri umani, gli altri animali e l'ambiente? Tutto ciò non è stato ancora ben chiarito.


Sarà tutto più chiaro ed evidente allorché vedremo gli effetti del Bt-mais sui kenyani.

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