Re: la cura per il cancro ....e se fosse vero?

Inviato da  simoncini il 1/3/2006 20:25:31
Per fefochip

Che afferma: …siete tutti buoni a perdervi nei discorsi scientifici che peccano però di pragmatismo..

Non sono d’accordo con questa tua affermazione, in quanto tu ti dimostri pragmatico (complimenti), mentre molti altri, a mio avviso, non lo sono affatto.
L’atteggiamento pragmatico nelle valutazioni delle problematiche tumorali, difatti, penso che si fondi sul vuoto, sullo scollamento che esiste tra la teoria oncologica ufficiale e il risvolto pratico che ne deriva.
Questo aspetto (elemento cardine del pragmatismo), cioè della ricaduta pratica dell’armamentario teorico, concettuale e categoriale utilizzato per risolvere un problema, nella fattispecie il problema cancro, deve necessariamente passare per un altro concetto che lo sostiene e lo sostanzia, quello dell’utilità.
Molto più semplicemente: servono a qualcosa le ipotesi, le illazioni, le teorie odierne dell’oncologia ufficiale, e con esse le conseguenti infinite sperimentazioni?
Il modo di rispondere a questa domanda, per me evidenzia un comportamento più o meno pragmatico.
Questo però contiene un’implicita domanda d’ordine non più razionale, ma passionale e vitale, e cioè: sono soddisfatto di come vanno le cose nell’oncologia ufficiale?
A mio avviso, se c’è insoddisfazione, l’iter che parte da questa all’esigenza del dubbio, all’analisi razionale della teoretica e all’accettazione delle risultanze entra in crisi, e precisamente nell’unico settore dove regna l’incertezza, cioè nella teoretica.
Vale a dire quello che dicono i sostenitori dell’oncologia ufficiale non mi può convincere in alcun modo, proprio perché sono insoddisfatto.
A questo punto però è lecito chiedersi se sia giusto sentirsi insoddisfatto, per evitare atteggiamenti troppo soggettivisti o al limite deliranti.
L’immediata controprova che io sia nel giusto è che almeno mezzo mondo si sente insoddisfatto, perfino gli scienziati più illustri e i padri della teoria genetica e molecolare del cancro; basti pensare all’affermazione di Kary B. Mullis, premio Nobel per la chimica (1993) per aver scoperto la PCR (polimerase chain reaction), metodo per amplificare il DNA. Così lo scienziato nel 1994, che si scaglia con vigore contro coloro che diffondono solo bugie e le propagandano come dati scientifici: "Guardo alla gente che studia gli oncogeni e penso: sì, so quello che stanno facendo, la solita robaccia. Gli oncogeni non hanno nulla a che vedere col cancro.”
(Per inciso vorrei sottolineare che la mia frase “I proto oncogeni e gli oncogeni soppressori sono invenzioni di persone distorte ... “ non sia molto distante da quelle che afferma Mullis. Il mio linguaggio scientifico, in tal caso, talvolta stigmatizzato, mi sembra ben lungi da essere considerato insostenibile.)
È lecito e comprensibile, dunque, che io mi senta insoddisfatto, non solo perché questa sensazione è condivisa ad abundantiam, ma anche e soprattutto:
1) Per il fatto che il risvolto pratico della teoretica oncologica ufficiale è macchiato e affossato irreversibilmente da quei 10.000.000 morti all’anno, difficili da occultare alla propria coscienza.
2) Per il fatto che il tasso di mortalità generale o per i tumori specifici, è rimasta sempre la stessa negli ultimi 30 anni.
3) Per il fatto che è a tutti noto che quel 46% di guarigioni (dato europeo ufficiale), è frutto solo di manipolazioni, alchimie statistiche e menzogne.
Da tutto ciò è lecito e plausibile che io mi senta insoddisfatto, che dubiti delle teorie oncologiche ufficiali, che metta in discussione i risultati propagandati come positivi; in una parola che sia pragmatico: l’oncologia ufficiale non la considero utile per nessuno, cioè è lettera morta.
E pragmaticamente, mi sembra giusto e utile cominciare a guardare altrove, benedicendo chiunque cerchi di trovare soluzioni alternative.
Ecco perché, fefochip, sei pragmatico; perché non accetti acriticamente il fallimento.

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