Re: la cura per il cancro ....e se fosse vero?

Inviato da  simoncini il 27/2/2006 22:50:29
Sono spiacente di non aver potuto partecipare nei giorni precedenti al dibattito del forum.
Cercherò di recuperare terreno partendo dalla pagina n* 24, sottolineando i punti significativi; eventuali questioni importanti non analizzate, potremo riprenderle in considerazione in qualsiasi altro momento.

…virus: queste simpatiche creature provocano cancro! e lo provocano andando a eseguire un bel "taglia e cuci" sul genoma cellulare

Non mi sembra che attualmente la medicina ufficiale stia puntando sui virus come causa eziologia del cancro.
Dulbecco, aveva provato negli anni sessanta a dimostrare il coinvolgimento diretto dei virus nel cancro, e per questo ha preso un Nobel. Da allora tutto ciò è rimasto completamente lettera morta.
L’unica cosa positiva a mio avviso che è rimasta, e che lui, in base anche agli studi di Peyton Rous (1911) è di aver dimostrato la genesi infettiva del cancro. Un infezione però potrebbe essere anche da fungo.

la genetica tutta da buttare? eppur i geni proto oncogeni e onco soppressori ci sono, e se opportunamente modificati, possono dar luogo o a morte cellulare (apoptosi) o a proliferazione incontrollata..

A mio avviso la genetica nel cancro è un interminabile guazzabuglio di studi ponderosi e ridondanti che non hanno senso, cioè sono insensati.
I proto oncogeni e gli oncogeni soppressori sono invenzioni di persone distorte, in quanto non si capisce come mai degli elementi genetici normali, vengano suggestivamente etichettati come oncogeni e oncogeni soppressori per il bisogno di far quadrare una teoria strampalata.
Inoltre la morte cellulare e la proliferazione incontrollata ottenuto in vitro nei laboratori non nulla a che fare con i tumori nelle persone in carne ed ossa.

la massa cancerosa è data da proliferazione incontrollata di cellule impazzite..fin qui credo che siamo d’accordo..

La massa di cellule con proliferazione incontrollata non è stata mai vista in un tumore vero, cioè al di sopra dei 3-5-millimetri. Basta consultare i trattati.

un conto è tener presente che si ritrovi troppo spesso la candida nella massa cancerosa (e se ne può discutere) un altro è fare il talebano dicendo che i virus, i cancerogeni (sigaretta, benzene, amianto..) e i chemioterapici sono tutte invenzioni per far soldi..

Non ho mai detto che questi elementi sono tutte invenzioni per far soldi, anche perché questo aspetto esula ovvero è ininfluente in un contesto teorico eziologico. Ho sempre detto che possono rientrare nella patologia tumorale solo come elementi concausali indifferenti.

sperimentare farmaci innovativi su un malato terminale, comunicandogli di non sperarci troppo..è già di per se una bastardata..fargli credere di guarirlo con del bicarbonato è da carogna!

Far credere di guarire con bicarbonato di sodio quando dei malati già condannati a morte sono guariti, mi sembra un dovere morale.

Simoncini non dà, a prescindere da semplicistiche spiegazioni di reazioni tissutali contro l'ospite opportunista (il fungo) che indurrebbero una proliferazione cellulare di tipo neoplastico via via sempre più disorganizzata, una spiegazione patogenetica (cosa già evidenziata da Vulcan) dal punto di vista biochimico e genetico.

A me sembra che spiegazioni di tipo biochimico e genetico in una patologia ritengo infettiva, e in particolare esocellulare, pur se importanti per una ricerca di tipo biologico e farmacologico futuri, non sono per me al momento così vincolanti.

relegando per giunta altri fattori (trasformanti o promuoventi la cancerogenesi) in secondo piano rispetto a fattori causali già dimostrati, è veramente cosa dell'ottocento

Tutta la babele dei fattori inizianti, promuoventi, trasformanti è altro, che agirebbero per vie ancora misteriose e tortuose per decenni ecc. ecc. è un insulto all’intelligenza umana e una mancanza di rispetto nei confronti di chi è in buona fede; altre che teorie dell’ottocento.

se da una parte ho dei fattori cancerogeni completi (cioè che inducono il cancro in assenza di altri fattori sommando effetto iniziante e promuovente) quali agenti chimici e radiazioni riterremo questi i veri iniziatori del fenomeno al quale si possono poi sommare, su un terreno così indebolito, infezioni fungine opportunistiche.

Questo è un modo di interpretare dei fatti in maniera irrazionale, cioè : degli ipotetici fattori inizianti e promuoventi (avvolti ancora nell’ipotesi del mistero) dovrebbero essere all’origine di un fenomeno, il tumore, in cui poi si innescherebbero delle aggressioni fungine opportunistiche (che sono elementi certi). Credo che sia più ragionevole ancorare l’incerto al certo che il contrario. Il resto, cioè l’interpretazione, può rientrare nell’ambito dell’opinabile.

Inoltre si dimostra facilmente come iniettando degli oncogeni in cellule di coltura venga indotta la trasformazione neoplastica delle stesse e almeno di non ritenere che lo spirito fungino si sia anch'esso incarnato nelle cellule insieme all'oncogene, con definitivo pensionamento del buon rasoio, l'ipotesi del fungo come unico primum movens viene anch'essa a cadere.

A mio avviso le risultanze in vitro vanno benissimo per il laboratorio, ma non hanno nulla a che fare con i tumori di pazienti in carne ed ossa. Difatti per questo motivo l’oncologia naviga ancora nel buio.

Anche qualora in fungo abbia condizioni di trofismo particolarissimo per determinati organi non si capisce perchè l'organo metastatizzato debba presentare cellule con lo stessa morfologia e differenziazione del focolaio neoplastico primario a sede in un altro organo

Il fungo si abitua a “mangiare” un certo tipo di cellule che, per difendersi e incistare l’aggressore si riproducono (normalmente) in maniera accentuata. Se il fungo poi riesce ad attecchire in un altro comparto anatomico, l’organismo e i tessuti attivano quelle difese cellulari già abituate a difendersi. Ecco l’unicità istologica. Questa poi non è nemmeno un dato costante, in quanto spesso la configurazione istologica di un malato è promiscuas enon completamente diversa dalle condizioni di partenza.

La stessa cura di un tumore cerebrale con infusioni di bicarbonato per via endovenosa è un paradosso in quanto a) bisognerebbe indurre un’alcalosi metabolica che in un organismo senza deficit ventilatori e/o renali e con chemiocettori funzionanti è cosa tutt’altro che semplice….ovviamente dipende sempre dalla dose di HCO3 somministrata…..ma dosi alte sono veramente pericolose…

Per capire la pericolosità (a mio avviso inesistente) delle infusioni di bicarbonato bisognerebbe averle effettuate qualche volta; si capirebbe subito che non recano mai danni. Del resto anche il documento ufficiale del Ministero della Salute (di 2 pagine), non accenna affatto a questa pericolosità. Il resto è a mio parere solo suggestione.

si troverebbe di fronte alla barriera ematoencefalica ed ematoliquorale ( il cervello ha un perfetto controllo omeostatico dell’equilibrio acido-base) che impediscono l’ingresso del bicarbonato

Al contrario nel mio sito ho riportato lavori che indicano precisamente che il bicarbonato arriva dentro il cervello.

di questo genere di lettere se ne possono trovare a bizzeffe nello studio di qualsiasi cartomante

Per le testimonianze sono sempre disponibile ad esibire i documenti originali.


Inoltre quando il dottor Simoncini affermano che le dosi di HCO3 sono innocue perché le stesse sono utilizzate senza problemi da oltre 30 anni nella Chetoacidosi diabetica, RCP, emodialisi etc….dimentica di riferire di quanta prudenza si debba utilizzare nella somministrazione dello stesso, che i paziente si trovano in uno stato di grave acidosi, che COMUNQUE deve sempre essere prima valutato il PH del sangue

Nella mia esperienza ho potuto verificare che il bicarbonato di sodio è sempre molto maneggevole e innocuo. Se non ci sono condizioni di monorene, o di grave insufficienza cardiaca, non c’è assolutamente tutta questa urgenza di monitorare ossessivamente il ph.

Vorrei anche specificare che la gestione delle patologie citate, in condizioni normali di sicurezza per il paziente è sempre affidata all’anestesista rianimatore o a figure professionali particolari proprio perché la condizione di equilibrio acido base nella somministrazione di bicarbonato non è soltanto una questione di un poco di sale in più o in meno .. ma questa nel suo complesso, è in grado di apportare alterazioni pericolose a molte reazioni metaboliche ed alla stessa attività cardio respiratoria, necessitando perciò del monitoraggio di diversi parametri ematochimici.

Ribadisco la mia idea che per parlare a ragion veduta, bisognerebbe conoscere (anche praticamente) le cose di cui si parla.

Dunque io non mi ci vedo affatto a sparare con leggerezza una soluzione di bicarbonato al 5% nella vena di un paziente, alcalinizzandolo costantemente per 8 giorni di seguito come terapia di attacco e francamente non sono in grado di immaginare con quale tranquillità Simoncini applichi questo tipo di approccio

Qui c’è l’implicita ammissione di non conoscere l’argomento di cui si parla.

In linea generale non riesco a trovare un percorso metabolico in grado di spiegarmi come l’introduzione di bicarbonato di sodio endovena, modificando semplicemente i parametri acido basici generali fino ad un livello critico , possa essere in grado di tradursi in una azione locale di lesione nei confronti di una mirata massa tumorale.

La spiegazione sta nel fatto che la modificazione dei parametri non c’entra niente con le masse tumorali. Il bicarbonato di sodio è semplicemente un potente fungicida.

I parametri di riferimento utilizzati e citati da timor sono talmente tanti e rigorosi che non saprei dire in qual modo il Dr. Simoncini li abbia potuti rispettare.

Concordo nel fatto che se avessi potuto esibire un’ampia sperimentazione secondo le consuetudini scientifiche sarebbe stato meglio. Purtroppo però le sperimentazioni canoniche si possono fare o se si è nel sistema (università ecc.) o se si ha a disposizione ingenti risorse economiche (ad esempio come le case farmaceutiche). In questo modo, chi la pensa in maniera diversa è tagliato fuori. Continuare ad argomentare su parametri di sperimentazione convenzionale a mio avviso appartiene ad un comportamento o di disconoscenza o di malafede.

In ogni caso il tutto non è ancora sufficiente se lo studio non ha come riferimento i cosiddetti casi controllo.. cioè una quota identica di pazienti esattamente sovrapponibile a quella studiata e che al contrario non si avvale della terapia in questione.
Qui si rovescia la frittata… e per sostenere i lavori di simoncini si applica lo screditamento della medicina ufficiale .. che è la strada più comoda .. invece di poter essere in grado di sostenere gli argomenti in termini tecnici.. poiché tecnico è l’argomento in questione.

Secondo me vale la pena di citare una frase di Einstein:"Per risolvere un qualunque problema, occorre avere un metodo di ragionamento diverso da quello che ha originato quel problema".
E mi sembra che dopo un secolo il problema cancro non sia stato affatto risolto.

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